Di notte l’asfalto sembra più largo, i semafori più lontani, la città una pista che invita a stringere i denti e allentare il cervello. Questa notte sulla via Cristoforo Colombo, all’altezza di piazza dei Navigatori, una ventenne è morta: l’auto su cui viaggiava, urtata da una vettura lanciata ad alta velocità, è finita contro un albero. Altri ragazzi sono rimasti feriti. Tra le ipotesi, una gara di velocità su cui gli inquirenti stanno lavorando.
Aspettiamo gli accertamenti, ma un principio non ha bisogno di perizia: le strade non sono videogiochi. La libertà si misura in metri non percorsi quando manca la testa, non in secondi guadagnati tra una curva e un semaforo. La Colombo è già abbastanza lunga di giorno; di notte diventa un malinteso: qualcuno la scambia per una pista di decollo.
Servono controlli, autovelox, pattuglie: sì. Ma soprattutto serve educazione alla misura: capire che ogni bravata cancella biografie, non solo punti sulla patente. Chiamatela cultura civica, chiamatela rispetto: è l’unico airbag che funziona sempre.
Se c’era una gara, l’ha persa contro un albero. E quando l’arrivo è quello, non è una corsa: è un reato che lascia fiori sull’asfalto.


















