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Conferenza stampa dell’ Ambasciata Palestinese sugli eventi di Gerusalemme

Netanyahu condanna i responsabili della "Primavalle del Medio Oriente", ma l' Autorità Nazionale Palestinese ricorda le ambiguità della politica israeliana

Redazione by Redazione
3 Agosto 2015
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Conferenza stampa dell’ Ambasciata Palestinese sugli eventi di Gerusalemme
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‘‘La nostra e’ una politica di ‘tolleranza zero’. Ho ordinato ai servizi di sicurezza di catturare gli assassini (che venerdì 31 luglio, nel villaggio palestinese di Duma, vicino Nablus, hanno gettato bombe incendiarie su una casa, causando la morte d’un bambino di 18 mesi, Ali Dawabshe), e di portare a giudizio l’assalitore” del Gay Pride a Gerusalemme”. L’ ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu, in apertura dell’ultimo Consiglio dei ministri; mentre in un ospedale è morta Shira Banki, la ragazza di 17 anni pugnalata giovedi’ 30, insieme ad altri 5 manifestanti del Gay Pride di Gerusalemme, dall’ ebreo ortodosso Yishai Schlissel (che da poco aveva finito di scontare 10 anni di carcere per un’ analoga aggressione nel 2005). “Shira è morta perchè difendeva con coraggio il diritto di ciascuno di vivere la propria vita con rispetto e sicurezza…; non consentiremo al disgustoso assassino di alterare i valori basilari su cui si fonda la società israeliana”, ha detto ancora, in un comunicato ufficiale, il capo del Governo israeliano,il cui Consiglio di difesa ha autorizzato il rico62076100100056640360norso ad arresti preventivi per combattere il terrorismo ebraico.

“Non possiamo però accontentarci di questa condanna, pur ufficiale, così come della telefonata di cordoglio di Netanyahu ad Abu Mazen“,ha detto a Roma, in una conferenza stampa, l’ambasciatrice dell’ Autorità Nazionale Palestinese in Italia, Mai al Kaila. Ricordando, poi, che lo stesso pomeriggio di venerdì, vicino Ramallah, proprio in una manifestazione di protesta per i fatti di Duma, un altro palestinese è rimasto ucciso da un proiettile dirompente “a farfalla”, sparato da soldati israeliani; mentre al confine tra Gaza e Israele, dove pure s’è accesa la protesta, i soldati di Tsahal hanno sparato conto un auto palestinese, uccidendo un giovane di 27 anni. Mentre Netanyahu ha visitato, in un ospedale di Tel Aviv, il fratello del bambino morto in questa “Primavalle del Medio Oriente” (in un altro ospedale sono ricoverati, invece, i genitori), Autorità Nazionale Palestinese e Lega Araba han condannato fermamente, insieme ai coloni oltranzisti israeliani (che ricordano sempre piu’ i boeri del Sudafrica “afrikaaner”, N.d.R.), la politica dello stesso governo israeliano.

“Che – ha aggiunto l’ambasciatrice Al Kaila – di fatto, negli ultimi anni,ha finito con l’incoraggiare indirettamente i coloni estremisti:tollerando le loro azioni, compreso a volte l’uso di armi proibite dalle norme internazionali, facendo finta di niente, e continuando ad autorizzare nuovi massicci programmi edilizi sui Territori palestinesi occupati nella guerra del’ 67 (come, pochi giorni fa, per altre 300 unità abitative). Se queste condanne ufficiali del terrorismo dei coloni vogliono essere credibili,il Governo israeliano metta fuorilegge i gruppi estremisti ( ben noti, tra l’altro, alle forze dell’ordine): a partire da quel gruppo, dal significativo nome “Facciamo pagare il prezzo”, che a giugno 2014, a Gerusalemme, per reazione al rapimento e uccisione, da parte di Hamas, dei 3 ragazzi israeliani, torturò e bruciò
vivo un giovane palestinese“.

“Chiediamo alla comunità internazionale di mobilitarsi,di pretendere l’applicazione delle varie risoluzioni ONU per garantire una pace giusta in Medio Oriente, creando uno Stato palestinese sui territori occupati nel ’67, con Gerusalemme capitale, e consentendo il ritorno nelle loro terre dei profughi palestinesi“, ha aggiunto Salameh Ashour, presidente della Comunità palestinese del Lazio.”E chiediamo alle comunità ebraiche nel mondo di condannare fermamente queste violenze, contrarie ai piu’ elementari valori di dignità e solidarietà umana.Voglio ricordare che proprio un politico israeliano controcorrente, quell’ Ytzahak Rabin assassinato vent’anni fa, in un suo libro ricordava che mai, nella sua storia, il popolo ebraico aveva vissuto un peridoo altrettanto felice come quello trascorso in Palestina prima del ‘900, in tranquilla convivenza con cristiani e mussulmani; mentre fu proprio un uomo come Moshe Dayan, il vincitore del ’67, ad impedireai suoi soldati, entrando a Gerusalemme Est, di calpestare la spianata delle Moschee“.

 

 

di Fabrizio Federici

Redazione

Redazione

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