
Il più antico accenno relativo alla nascita del mondo ci perviene da Omero, che indica l’Oceano come padre e generatore di tutto. Gli antichi immaginavano l’Oceano come un fiume infinito che circondava il pianeta e che, con la foga irruente e travolgente che gli era propria, dava vita ai mari e ai fiumi minori. Teti ne era la moglie ma anche la madre primordiale. Dal loro legame vennero alla luce tremila Ninfe, denominate Oceanine, e tremila Fiumi, che, congiuntamente, curavano l’educazione dei bambini e la salvaguardia della giovinezza. Tra di loro ottennero maggiore entità e rilievo, nella cultura dell’epoca, figure mitologiche come Europa, Eurinome, Calipso e Tiche. Da Oceano e Teti discendevano anche gli dèi greci, che avrebbero in futuro dominato il mondo intero.
Nell’opera di Esiodo Cosmogonia ci viene offerta un’esegesi alternativa all’origine di tutta la realtà, per la quale in origine nacque il Caos, poi la Terra, ferma ed incrollabile piattaforma, con il materno abbraccio che le era proprio, conforto degli immortali che abitavano l’Olimpo. Quindi venne Eros, il più bello tra tutti gli imperituri, capace di emanare e propagare ardente amabilità a tutte le divinità come anche ai mortali, e di domare i cuori annientando ogni oculata cautela.

Il Caos diede vita all’Erebo e alla Notte, i quali concepirono L’Etere ed il Giorno. Da Gea, ovvero la terra, venne alla luce Urano, il cielo stellato, il Ponto e le Montagne. Quindi dal legame con l’Oceano, portò al mondo i Ciclopi, i Titani ed i giganti Ecatonchiri, ovvero i Centimani.
Enrico Guédon