Viviamo in un’epoca particolarmente avvezza a fornire problematiche inerenti a tematiche sociali, sanitarie, ecologiche. Ancora una volta sono i cittadini invitati a prendere una decisione con un SI o con NO. Le urne saranno aperte fino alle 23,00 di questa sera, pertanto si fa ancora in tempo ad esprimere la propria opinione in un luogo che non sia il bar dello sport o un profilo Facebook, oggi tanto di moda, dove di parole di sdegno se ne spendono a iosa, ma allora perché non concretizzare con cinque minuti di impegno concreto tanto dire? Il buon senso non lascia molti dubbi sulla questione, si tratta di decidere se condividere che si continui ad inquinare il nostro pianeta o fare qualcosa perché si interrompa tale processo. Non comprendo quale sia la difficoltà per avallare una decisione in merito. Personalmente non desidero diventare complice di multinazionali che stanno creando problematiche al limite dell’accettabile.
Ho sentito chi avanzava l’ipotesi della perdita di posti di lavoro. In realtà si tratta un alibi falso per due ragioni, la prima è che i posti di lavoro possono esserci allo stesso modo se rivolti alla messa in opera di impianti che abbraccino risorse di energia alternativa, quale quella solare, quella eolica, quella geotermica. Si offrirebbe più lavoro, con meno rischi anche per gli operai, in secondo luogo non riesco ad immaginarla una buona ragione contro la deturpazione dell’ecosistema, di cui già oggi ne’ traiamo i malefici, ma i nostri figli ed i nostri nipoti saranno le vere vittime di tanto scempio. Inoltre gli utili tratti dalle multinazionali in questione non sono minimamente paragonabili alla perdita di salute e ai miseri introiti in termine di salari rivolti ai dipendenti e alle incongrue royalty destinate alle regioni coinvolte. Come se ciò non bastasse le dette aziende nemmeno ottemperano in modo corretto alle bonifiche che si rendono necessarie in presenza di simili attività, agevolate dalla mancanza di controlli adeguati da parte delle autorità competenti. Si è parlato di tecnologie più sicure nell’atto dell’estrazione, ma anche questa altro non è se non una banale provocazione che fa acqua da tutte le parti, è proprio il caso di dirlo, sia perché per quanto possano essere avanzate resta indiscutibile l’elevato rischio si perdita in mare aperto di grezzo. ma fosse solo questo, si aggiunge che si continuerebbe a consumare petrolio e derivati, determinando il perpetuarsi nel danno nel danno.
Il referendum è stata una grande conquista della nostra generazione grazie alla quale tutti i cittadini possono realmente interagire con le decisioni del governo, ed oggi si fa di tutto per convincere gli italiani che non vale la pena scomodarsi “solo” per andare a votare nell’ambito di un referendum, cercando di sminuirlo agli occhi dei più come qualcosa di inutile, proprio perché sanno bene quanto potere ha in mano la popolazione nel farne uso. No ci si lasci intimidire ma si facciano rispettare i propri diritti utilizzandoli appieno. E’ giunto tempo di cambiare marcia.
Enrico Guedon