Francesca Caridi, originaria di Brancaleone in provincia di Reggio Calabria, lancia il suo appello da PaeseRoma.it
«Segnalo una situazione non più sostenibile, perché da anni sto richiedendo al consorzio di bonifica ‘Basso Jonio Reggino’ la pulizia e lo sgombero di un canale di scolo confinante con la mia proprietà, che è straripato in seguito alla scorsa alluvione del Novembre 2015 ed ha provocato danni enormi alla mia abitazione, con alberi distrutti e terreno impraticabile, perché sommerso da circa tre metri di fango». La signora Caridi tiene a precisare che «il canale rientra nelle competenze del demanio idrico e fluviale della provincia di Reggio Calabria ed è un un canale di raccolta delle acque reflue provenienti dal bacino idrico di riferimento al Torrente San Giovanni» come si evincerebbe dagli atti di cui la signora è già in possesso, ovvero la copia di una mappa catastale e l’incartamento della corrispondenza completa da lei inoltrata in numerose occasioni, alle istituzioni competenti. L’ultima missiva risale al giorno 22 Settembre dello scorso anno. La richiesta è sempre la medesima, ossia “la pulizia del canalone
di raccolta delle acque reflue nel suo tratto iniziale confinante con le abitazioni di via Risorgimento numero 42, contrada Razzà”.
Un esposto anche trasmesso di recente dalla Prefettura di Reggio Calabria, che con atto numero 0052544, in data 19 Maggio scorso, sembra riconoscere le ragioni della famiglia Caridi, trasmettendo ufficialmente tale comunicazione al consorzio Bonifica Basso Ionio Reggino.
Dunque «adesso il canalone lo devono proprio pulire, non ci sono più scuse» dichiara convinta l’interessata, gridando con forza alla celerità dell’intervento.
Enrico Guedon
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