Ha avuto corso la terza edizione della Golden Cup, presso il Pala Bandinelli di Velletri, in provincia di Roma, promossa dalla FIK federazione italiana Karate, organizzata in collaborazione con il comitato regionale Lazio. Nelle giornate di sabato 5 e di domenica 6 novembre si sono alternate le gare sia di Kata che di Kumite con i tre regolamenti previsti, ovvero Shobu Nihon per le classi giovanili, nonché Shobu Sanbon e Shobu Ippon. Si sono affrontate varie categorie, dagli esordienti agli Juniores, dai Seniores ai Cadetti, offrendo uno spettacolo di rara bellezza, dovuto sia all’armonia delle gestualità sia all’alto livello di preparazione tecnica dimostrata dagli atleti.
Si tratta di una disciplina veramente alla portata di tutti, adatta ai bambini come agli adulti, capace di impegnare, in allenamento e durante le competizioni, tutta la muscolatura sia del tronco che degli arti superiori ed inferiori, idonea dunque alla formazione di una corporatura omogenea ben disegnata e senza squilibri. A tale proposito l’avvocato Mario Conestalbo ha tenuto precisare che osservando le atlete impegnate in confronti agonistici, sia adolescenti che Senior, hanno una struttura longilinea e non necessitano di caratteristiche specifiche, portando ad esempio alcuni sport che richiedono un’altezza rilevante o in altri casi un’esiguità fisica.
E’ sempre Conestalbo ad aver ottenuto l’incarico di provvedere alla sicurezza degli atleti, che oggi dispongono di molte protezioni fisiche per l’incolumità durante i confronti agonistici, ed avallate dalle ben precise ed oculate regole arbitrali, garantiscono, a differenza di molti altri sport, un bassissimo rischio di possibili traumi nel corso delle gare.
Per poter competere ai livelli del confronto atletico appena svoltosi occorre ovviamente un allenamento costante e partecipativo, ma che non toglie tempo alla formazione scolastica ed educativa dei ragazzi, anzi i dati dimostrano il contrario, tanto che anche negli studi si ottengono alti risultati, che si tratti di studenti liceali o di universitari. Nulla toglie tuttavia che sia possibile avvicinarcisi con un impegno minimo anche di un paio di ore settimanali, in base alle proprie esigenze di tempo e di impegni personali.
Si sfata finalmente il mito che voleva il Karate come uno sport maschile che necessiterebbe di un fisico imponente. Nel corso di tutta la manifestazione si è potuto constatare l’esatto contrario di tale tesi, proprio grazie ai corpi snelli e ben proporzionati degli atleti che si sono affrontati, capaci di un’agilità davvero invidiabile. Il procedimento della gara si è protratto con linearità, con notevole impegno da parte degli atleti e dei loro allenatori, ma anche con un profondo rispetto da parte del pubblico presente.
Erano presenti alla manifestazione il presidente Riccardo Mosco, il vicepresidente Stefano Maria Pucci ed il l’avvocato Maria Conestalbo, consigliere. II costante impegno unito a quello degli altri due consiglieri Adriano Cosma e Salvatore Garzanti, degli arbitri e degli allenatori dona lustro al nostro sport, in una disciplina tra le più amate e partecipate non solo in Italia ma in tutte le parti del mondo.
Pur sottolineando la vastità della presenza del Karate tutti i continenti ed i paesi del mondo il presidente tuttavia si è sentito di dover rilevare un punto di debolezza nella sua eccessiva frammentazione della suddetta disciplina, dovuta all’elevato numero di federazioni, associazioni e realtà, che ne ostacola il potere di contrattazione a livello politico nei tavoli di rappresentanza, sia in ambito nazionale che internazionale.
Enrico Guedon