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I cittadini europei e le minacce pandemiche: i risultati di una consultazione popolare finanziata dalla UE

Il progetto ASSET ha coinvolto cittadini di otto paesi europei su temi relativi alla gestione della minaccia rappresentata da epidemie e pandemie

Alberto Fuschi by Alberto Fuschi
21 Aprile 2017
in Salute
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I cittadini europei e le minacce pandemiche: i risultati di una consultazione popolare finanziata dalla UE
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Europa Europe 3D EU Karte Europakarte Europäische Gemeinschaft Sterne blau Collage European Parliament
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Il progetto ASSET ha coinvolto cittadini di otto paesi europei su temi relativi alla gestione della minaccia rappresentata da epidemie e pandemie.
Si tratta della prima consultazione popolare su questo argomento svoltasi contemporaneamente in otto paesi europei, Italia inclusa.
Più dell’82% dei cittadini europei che hanno preso parte alla consultazione ritengono che i servizi pubblici come scuole e uffici dovrebbero venir chiusi in caso di epidemie come Zika o Ebola. In Italia, questa percentuale scende al 74%. In media, solo il 29% dei cittadini europei sono soddisfatti delle informazioni ricevute dalle istituzioni sanitarie durante le epidemie dello scorso anno. I cittadini italiani si sono rivelati i meno soddisfatti (12%).
Le fonti di informazioni ritenuta più affidabile dai cittadini italiani in caso di pandemia sono le autorità sanitarie europee (72% di fiducia), il Sistema Sanitario Nazionale (63%), i medici di base (61%). Le fonti meno affidabili, invece, sono risultate essere la TV (41%), la radio (41%), e amici e parenti (41%).
Il progetto ASSET, Action plan in Science in Society in Epidemics and Total pandemics, finanziato dall’Unione Europea, presenterà il 26 aprile al Parlamento Europeo un rapporto che include i risultati delle consultazioni di cittadini che ha organizzato in otto paesi. Scopo di queste consultazioni era il coinvolgimento dei cittadini stessi nella risposta alle crisi causate dall’emergere di epidemie e pandemie. Oltre all’Italia, gli altri paesi coinvolti sono Bulgaria, Danimarca, Francia, Irlanda, Romania, Norvegia e Svizzera.

I risultati delle consultazioni contengono una serie di raccomandazioni, basate sugli spunti ricevuti dai 400 partecipanti, indirizzate a politici e decisori europei. Alcune di queste raccomandazioni riguardano una comunicazione del rischio più chiara e trasparente, che consenta di ristabilire un certo livello di fiducia verso le istituzioni sanitarie. Altre riguardano la necessità di far prevalere gli interessi di salute pubblica sulla libertà individuale in situazioni di emergenza. Alle istituzioni sanitarie pubbliche viene inoltre richiesto di investire di più nella raccolta di suggerimenti e contributi da parte dei cittadini sulla gestione della risposta a epidemie e pandemie.

La sicurezza pubblica è essenziale nel caso di minacce infettive.

Dalle consultazioni è emerso che più dell’82% dei partecipanti ritiene che i servizi pubblici come scuole e uffici debbano venir chiusi in caso di pandemie. I più convinti su questo fronte sono risultati essere i danesi, con il 93% di consensi a riguardo.

Il 69% dei partecipanti pensa che grandi eventi internazionali come le Olimpiadi dovrebbero venir cancellati in caso di pandemie come l’influenza A(H1N1) del 2009, Ebola e Zika. Su questo tema, i cittadini italiani si sono rivelati in linea con la media europea (68%).

È anche interessante sottolineare il consenso sull’obbligatorietà del vaccino contro l’influenza per gli operatori sanitari in caso di epidemie e pandemie; una procedura necessaria, secondo l’85% dei partecipanti.

I cittadini italiani sono i meno soddisfatti in Europa delle informazioni ricevute dalle autorità sanitarie nel corso di epidemie come quella recente di Zika.

Durante le consultazioni, ai cittadini partecipanti è stato chiesto se fossero soddisfatti delle informazioni ricevute dalle istituzioni sanitarie pubbliche. In media, solo il 29% ha risposto positivamente. Una percentuale che scende al 12% per l’Italia, la più bassa fra gli otto paesi coinvolti. I più soddisfatti si sono rivelati essere i danesi (48%) e i norvegesi (64%).

Secondo i partecipanti, le informazioni considerate più utili in caso di epidemie o pandemie sono le raccomandazioni sul cosa fare (67% in media, 70% per gli italiani) e sulle vie di trasmissione delle malattie (19% in media, 8% fra gli italiani). Un’altra informazione considerata importante per i partecipanti italiani è sapere dove procurarsi le medicine (8%). L’auspicio dei membri del progetto ASSET è che questi risultati vengano considerati nello sviluppo delle future strategie di comunicazione in caso di epidemie e pandemie.

I cittadini coinvolti ritengono che l’onestà e una comunicazione efficiente siano necessarie per aumentare la fiducia nelle istituzioni pubbliche, indipendentemente dalla gravità delle circostanze sanitarie, e che sia un loro diritto conoscere in maniera accurata la situazione.

I medici di base sono ancora la fonte di informazione preferita.

Un altro tema affrontato nel corso delle consultazioni è stato quello delle fonti tramite le quali i cittadini europei acquisiscono informazioni, in particolare nel contesto della recente epidemia di Zika.

La media dei risultati mostra una chiara preferenza per i medici di base, considerati la prima fonte di informazioni dal 58% dei partecipanti italiani, che invece sembrano attribuire meno fiducia a internet (29%). È interessante notare come la situazione cambi nei paesi del nord Europa: il 34% dei danesi preferisce le informazioni provenienti dai medici di base mentre il 31% preferisce quelle trovate in rete; percentuali che diventano, rispettivamente, 37% e 25% in Irlanda e 42% e 42% in Norvegia.

Se si guarda alla fiducia generale, la fonte più affidabile in caso di pandemia secondo i partecipanti italiani sono le istituzioni sanitarie europee (72%), il Sistema Sanitario Nazionale (63%) e i medici di base (61%), mentre le meno affidabili sono la televisione (41%), la radio (41%), e amici e parenti (41%).

Tutti i risultati, paese per paese, possono essere esaminati sul sito di ASSET con questo web tool.

Informazioni sulle consultazioni dei cittadini di ASSET.

Le consultazioni sono state condotte dal Danish Board of Technology, sulla base del metodo WWWViews, e hanno coinvolto più di 50 cittadini in ciascuno degli otto paesi coinvolti, che si sono riuniti contemporaneamente. Prima delle consultazioni tutti i partecipanti hanno ricevuto lo stesso materiale informativo, che consisteva in un opuscolo di 20 pagine scritto dal Danish Board of Technology in stretta collaborazione con gli altri partner del progetto ASSET. L’opuscolo conteneva informazioni di base sulle controversie sul tema della risposta a pandemie ed epidemie, e sui diversi punti di vista al riguardo. La compagnia danese di ricerca e comunicazione della scienza GoVisual ha realizzato video informativi della durata di 4-10 minuti che ripetevano le informazioni contenute nell’opuscolo. Tutti i materiali sono stati tradotti nella lingua del paese in cui si svolgeva la consultazione.

Informazioni sul progetto ASSET

ASSET (Action plan in Science in Society in Epidemics and Total pandemics) è un progetto transdisciplinare co-finanziato dall’Unione Europea che coinvolge 14 partner provenienti da 11 paesi, per un totale di 70 ricercatori. Il progetto è iniziato nel 2014 e terminerà alla fine del 2017. Scopo del progetto è di fare da ponte fra esperti, operatori sanitari, istituzioni sanitarie e cittadini, in modo da incoraggiare il dialogo e favorire la mobilitazione in caso di epidemie o pandemie. ASSET mette insieme salute pubblica, [wowslider id=”8″]epidemiologia, ricerca sui vaccini, studi di genere, scienze politiche e sociali, legge ed etica, e comunicazione della scienza, per sviluppare una strategia integrata e transdisciplinare di preparazione e risposta a pandemie ed epidemie a livello locale, nazionale e internazionale.

Alberto Fuschi

Alberto Fuschi

Giornalista/Fotografo/AutoreBlog: Piper Spettacolo Italiano|Agenzia: KIKA|Libro: Leicester d'Italia

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