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Attentato al Cairo, i colpevoli sono tra i Fratelli Musulmani

Il Ministero dell'Interno ha confermato che il ventiquattrenne alla base dell'atto terroristico del 5 agosto scorso sarebbe un militante del gruppo Hasm, creatura dei Fratelli Musulmani

Anna Catalano by Anna Catalano
14 Agosto 2019
in Cronaca
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Attentato 5 agosto 2019 - Il Cairo
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Giunge nelle ultime ore la notizia secondo cui apparterrebbe proprio al gruppo terroristico dei Fratelli Musulmani l’attentatore che lunedì 5 agosto avrebbe causato la morte di ventidue persone al Cairo. A darne conferma è La nuova bussola quotidiana.it, autore dell’articolo che segue, il quale andrebbe ad avvalorare la necessità di un cambio di rotta italiano nei confronti della crisi libica. Come sottolineato dalla Sbai, infatti, l’Italia dovrebbe schierarsi contro i Fratelli Musulmani.

Anna Catalano

 

“Dal Cairo è giunta la conferma: i Fratelli Musulmani sono la causa dell’esplosione che poco dopo la mezzanotte di lunedì 5 agosto è costata la vita a 22 persone, mentre il bilancio definitivo dei feriti si è attestato a quota 77. È stato il Ministero dell’Interno a divulgare l’esito delle indagini preliminari, secondo le quali l’auto che ha provocato la deflagrazione scontrandosi contro mano con altre tre vetture di fronte all’Istituto Nazionale per il Cancro, era guidata da un militante del gruppo terroristico Hasm, creatura dei Fratelli Musulmani.

Il nome del guidatore è Abdel-Rahman Khaled Mahmoud Abdel-Rahman, 24 anni, già ricercato dalla polizia per terrorismo e identificato grazie alle impronte digitali. Al volante di un veicolo che è risultato rubato mesi prima e che trasportava un notevole quantitativo di esplosivo (si parla di 300 kg), «Abdel-Rahman si sarebbe impaurito di fronte al massiccio dispiegamento di forze di sicurezza in Al Qasr Al Aini Street», spiega il generale Khaled Okasha, direttore del Centro Egiziano di Studi Strategici, al quotidiano Al Ahram. Di lì la folle fuga lungo la “Nile Corniche”, culminata nel tragico incidente. Il generale Fouad Allam, ex capo dell’Apparato di Sicurezza Nazionale, ha affermato che il giovane terrorista dei Fratelli Musulmani stava con ogni probabilità trasferendo l’esplosivo da una parte all’altra della città in vista di un attacco già pianificato, ipotesi confermata anche dal Ministero dell’Interno. «Hasm non si sarebbe avventurata nel trasferimento di una quantità di esplosivo così elevata se non avesse avuto l’intenzione d’impiegarlo entro qualche ora o giorno», precisa Allam.

Le indagini hanno condotto anche all’identificazione dei membri della cellula terroristica di Hasm che presiedeva all’operazione. Tra questi, è stato arrestato Hossam Adel, mentre il fratello del guidatore, Ibrahim Khaled Mahmoud Abdel-Rahman, e Abdel-Rahman Gomaa Mohamed sono riusciti per il momento a darsi alla fuga.

Ibrahim Khaled Mahmoud Abdel-Rahman viene indicato come il responsabile delle relazioni con i quadri dell’organizzazione residenti all’estero. Interrogato, Hossam Adel ha sua volta ammesso di aver ricevuto indicazioni da militanti basati nella Turchia di Erdogan, scrive Asharq Al Awsat, confermando il fatto che a muovere i fili del terrorismo all’interno dell’Egitto sono i Fratelli Musulmani che operano da Ankara e Istanbul, insieme a quelli che hanno trovato ospitalità alla corte degli emiri Al Thani in Qatar.

Il supporto di Turchia e Qatar alla causa sovversiva dei Fratelli Musulmani in tutto il Medio Oriente non è mai venuto meno, malgrado il fallimento della Primavera Araba. La propaganda mediatica e culturale non conosce sosta. Non solo Al Jazeera e i canali televisivi della Fratellanza basati in territorio turco; non solo gli “eserciti elettronici” su internet e i social networks: l’obiettivo di rovesciare i governi dei paesi che facevano un tempo parte dell’impero ottomano per installare dittature fondamentaliste rette dai Fratelli Musulmani, è inscritto anche nei libri di testo voluti da Erdogan per le scuole pubbliche di tutta la Turchia.

In tali libri, riporta il centro studi Nordic Monitor, i paesi del mondo arabo vengono descritti come privi d’indipendenza e bramosi di democrazia: un modo per promuovere la narrativa con cui la Fratellanza continua a ergersi quale forza democratica e popolare alternativa allo status quo nell’area. Ma se in Tunisia i Fratelli Musulmani possono guardare alle imminenti elezioni presidenziali e parlamentari del dopo-Essebsi per avanzare nella conquista del potere sfruttando gli spazi offerti dalla democrazia, in Egitto si trovano di fronte alla barriera insormontabile edificata da Al Sisi.

Oltre a demonizzare la figura del Presidente egiziano, i Fratelli Musulmani puntano a minare le fondamenta del suo governo, destabilizzando il paese attraverso il terrorismo. Hasm serve esattamente a questo scopo. Il ricorso al terrorismo è coerente con la dottrina e la prassi dei Fratelli Musulmani sin dalle origini, mentre storicamente sono stati gli stessi ideologi e militanti della Fratellanza a mettere in moto la radicalizzazione che ha generato sia Al Qaeda che ISIS. Pertanto, non c’è da stupirsi se Hasm abbia intrecciato le sue attività clandestine con gruppi terroristici di matrice qaedista o che si richiamano all’ISIS, attivi in Egitto e specialmente nel Sinai.

Composta da elementi selezionati per “le qualità fisiche e psicologiche” adatte al terrorismo, spiega su Al Ahram il generale Abdul Mohsen, esperto di studi strategici e di sicurezza, Hams ha dato i primi segnali di vita nel 2016 operando nei governatorati del Cairo e di Giza. Designata come organizzazione terroristica nel 2017, Hasm ha avviato una crescente interazione con l’ISIS, che ha contribuito significativamente al rafforzamento delle sue capacità, addestrandone i membri all’uso di armi e alla fabbricazione di ordigni. L’autobomba esplosa il 5 agosto, osserva Okasha, è segno che Hasm sta mutuando lo stile delle operazioni dall’ISIS e che è pronta a compiere attacchi terroristici di vasta portata.

La guerra dei Fratelli Musulmani alle istituzioni, alla polizia, alle forze armate e al popolo egiziano nel suo complesso è dunque destinata a proseguire. Ma non si tratta di un conflitto meramente interno. La linea rossa del jihad che punta a stringere il Cairo nella sua morsa prende le mosse da Turchia e Qatar. È lì che si trovano le fonti che alimentano il terrorismo che continua a martoriare l’Egitto, come la Libia e la Siria, mantenendo in uno stato d’incertezza le prospettive di stabilizzazione della regione mediterranea e mediorientale.”

Anna Catalano

Anna Catalano

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