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Caso Giada Giunti: una sentenza inesistente

Il figlio di Giada resta un prigioniero e non può far ritorno dopo un olocausto durato 10 anni alla casa che gli ha dato i natali

Arianna Calandra by Arianna Calandra
6 Gennaio 2021
in Attualità
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La decisione è stata una deflagrazione improvvisa che lascia muti non essendo possibile articolare una spiegazione pur che sia. Indipendentemente dalla storia che svetta nel guinness dei primati per assurdità, ormai il caso Giada Giunti conosciuta come madre coraggio e il figlio icona del mito del bambino, della sacralità della nascita è un caso nazionale. La vicenda Giada Giunti è all’attenzione dei media con 215 articoli di cui 6 programmi televisivi (il 19 novembre 2020 Giada Giunti è stata ospite al programma RAI, “i fatti vostri” condotto dal dr. Magalli), 8 libri, 3 convegni, Giada Giunti si è incatenata a piazza Monte Citorio per 2 volte, è in sciopero della fame permanentemente. Per il “caso mamma Giada “ sono state presentate ben 3 interrogazioni parlamentari ed una interpellanza urgente, firmata da 30 deputati. Il ministro della Giustizia Avv. Alfonso Bonafede ha risposto ad una interrogazione parlamentare affermando che la volontà del minore, quindi di tornare a vivere con la mamma è stata completamente trascurata. “

“…affinché venga data effettiva applicazioni alle convenzioni internazionali, garantendo il pieno diritto di ascolto del minore considerato che nel caso trattato sembrerebbe essere stata completamente trascurata la volontà di quest’ultimo”.

Si sono espressi sul caso Giada Giunti più volte altissime figure istituzionali, come il Presidente della Repubblica, Prof. Sergio Mattarella; il capo di gabinetto del prof. Giuseppe Conte, dr. Alessandro Goracci; il Ministro della Giustizia avv. Alfonso Bonafede; il capo di gabinetto del Ministero della Giustizia, dr. Piccirillo; il Ministro della famiglia e per le disabilità; la Commissione femminicidio Senato della Repubblica, la Sen. Valeria Valente; il comunicato stampa ed interrogazione parlamentare dal Vice Presidente della Camera dei deputati, il prof. arch. Fabio Rampelli; l’On.le Stefania Ascari (m5s); l’on.le Veronica Giannone; l’on.le Marco di Stefano (pd), assieme ad altri 30 parlamentari; l’alto commissario internazionale dei diritti umani CIDHU per l’Europa, Asia e Oceania, dr.ssa Alicia Erazo; l’ UHRTA united human rights Trieste association, Angeli e Demoni uniti per i bambini.

Recentemente il Ministro della Salute, dott. Roberto Speranza, ha dichiarato che: “la cosiddetta sindrome di alienazione parentale (PAS) non corrisponde ad una sindrome, né ad un disturbo psichico individuale definito”. Il Ministro ha decretato scientificamente, ha posto un sigillo definitivo sulla c.d. PAS: non è una patologia e non può essere utilizzata nei processi di separazione, specie nei casi di violenza domestica. Il Ministero chiarisce che, qualora siano segnalate diagnosi di PAS da parte di medici o psicologi, devono essere informati i relativi ordini professionali per gli accertamenti sulle violazioni delle norme deontologiche.

E’ una dichiarazione di specifica belligeranza contro il difensore del figlio e della madre tenuti in ostaggio la sentenza comunicata il 28.12.2020 all’avv. Carlo Priolo sul caso di Giada Giunti da parte di 4 consiglieri/giudici, tre donne e un uomo, della Corte d’Appello di Roma, dott. Gabriele Sordi, dottoresse Mariagiulia De Marco (passata in trattamento di quiescenza nel corso del giudizio -moglie del noto Presidente Luciano Violante) Anna Maria Pagliari e Marina Tucci, quest’ultima è stata capace in udienza di tuonare contro mamma Giada “LEI STIA ZITTA, SE DICE UNA PAROLA LA SBATTO FUORI, CHIARO?” e quando il sottoscritto è intervenuto ha detto “IO CON LEI NON CI PARLO”. Già più volte tutti denunciati alla Procura di Perugia, tanto che il 30 ottobre 2020 è stata depositata una dettagliata ricusazione nei loro confronti, ma la risposta tarda e nonostante ciò i tre giudici hanno deciso sull’impugnazione della sentenza di divorzio emessa in primo grado il 31.7.2019, ignorando la ricusazione.

I tre giudici del Collegio non avrebbero potuto decidere per pregresse incompatibilità, sarebbero tenuti ad astenersi per reiterate denunce penali da parte del difensore avv. Carlo Priolo, comunque non potevano decidere in quanto il collegio è stato ricusato sempre dall’avv. Carlo Priolo, che ha chiesto la sostituzione dei giudici, considerato che i Giudicanti non apparivano credibili nell’esercizio della loro funzione giurisdizionale poiché era minacciata la garanzia di imparzialità e terzietà del giudizio per plurime acclarate fonti di prova. La norma recita che dopo che si è presentata una richiesta di ricusazione il giudice nei cui confronti è proposta la ricusazione non può pronunciare né concorrere a pronunciare sentenza fino a che non è stata dichiarata inammissibile o rigettata la richiesta di ricusazione. La ricusazione sospende il processo. Se è accolta la ricusazione Il giudice ricusato non potrà più compiere atti del procedimento e verrà sostituito da altro magistrato. Il giudice che decide della ricusazione stabilisce anche quali atti o quale parte degli atti rimangono in piedi e saranno proseguiti dal nuovo giudice. La sentenza non esiste, non c’è, è stata emanata da tre soggetti che sono sospesi dalla funzione, non possono decidere. La sentenza è un foglio di carta dattiloscritto, ma in realtà il figlio di Giada resta un prigioniero e non può far ritorno dopo un olocausto durato 10 anni alla casa che gli ha dato i natali. Il figlio e la mamma sono stati lasciati soli, come tanti altri figli d’Italia, la solidarietà sociale e anche quella cristiana per loro non c’è. Il caso si iscrive a pieno titolo nel teatro dell’assurdo, una articolazione artistica del concettofilosoficodi assurdità dell’esistenza, una trama di eventi, concatenazione e scioglimento viene rigettata e sostituita da un’alogica successione di eventi, legati fra loro da una labile ed effimera traccia, uno stato d’animo o un’emozione, apparentemente senza alcun significato. L’assurdo si caratterizza per decisioni senza senso, procedure ripetitive e serrate, capaci di suscitare a volte il sorriso nonostante il senso tragico del dramma che stanno vivendo il figlio e la madre. La sentenza è stata emessa, ma non c’è. La madre e il figlio vivono la condizione dell’attesa. Aspettano Godot, madre e figlio attendono ma non si sa cosa.

Ai decidenti la testa si è staccata dal corpo neppure hanno condannato il figlicida, femminicida, al pagamento della somma di 89.000,00 euro che chiediamo da 5 anni; anche sul versante economico è esentato per buona condotta. Con la truffa delle spese di lite siamo stati condannati a 117.255,95 euro e la corrotta curatrice speciale avv. Donatella Belloni, codifensore del padre padrone, ha incassato solo per questo caso ben 55.000,00 euro.

Disfattismo economico vogliono metterci alla fame, per creare condizioni di indigenza al fine di annullare le nostre difese costituzionalmente garantite. Violenza economica. Un vilipendio alla forma Repubblicana, una lacerazione della Costituzione, un’azione di guerra contro un figlio ed una mamma, un attentato contro l’integrità e l’unità della famiglia, dello Stato. Ed ancora favoreggiamento verso un terrorista che agisce contro la santificazione della madre che dona la vita al figlio, oltraggia il mistero della nascita, infanga i luoghi sacri dove si celebra l’amore per gli altri, l’unità della famiglia sociale, la religiosità dell’esistenza in una comunità di uguali. E’ stato agito per favorirlo, colpevolmente sostenuto, uno che somministra al figlio da 10 anni cibi nocivi per procurare mutilazioni e morte con il concorso di figure istituzionali ed affiliati ai crimini verso i bambini che hanno commesso plurime frodi, disvelati numerosi conflitti di interessi; soppressione, falsificazione e sottrazione di atti e documenti concernenti le fonti di prova dei loro delitti, spionaggio di notizie, agevolazione dolosa da parte di coloro che sono venuti a conoscenza per ruolo e competenza ed hanno ignorato, istigato a disobbedire alla legge.

Si è creata una rete con finalità di sovversione istituzionale con numerosi soggetti che propongono e praticano il compimento di atti di prepotenza con finalità di eversione dell’ordine democratico, perpetrando la confisca di diritti inalienabili e dei beni privati conquistati con lavoro e sacrifici dei perseguitati e degli oppressi. Sono stato capace di produrre le fonti di prova dell’agire di alcune multinazionali del terzo settore, di certe holding dell’accoglienza, che fingono di riconoscere e fermare il maltrattamento e l’abuso nei confronti dei minori beneficiati da lauti finanziamenti a fondo perduto che vengono in tutto o in parte destinati per il compimento di attività contrarie al supremo bene dei bambini e dei loro genitori.

Sono stato sempre solidale per tradizione di famiglia, appartenendo ad una etnia nata con la seconda guerra mondiale, esiste un distacco siderale con queste Signore che hanno indossato la toga per caso. Sono stato da tempo vaccinato contro il virus dell’odio, della guerra, ho soccorso quelli che ho incontrato per istinto genetico. Non posso tradire un figlio ed una mamma italiani che ho conosciuto per caso al crocevia del destino.

Vado a liberare colui che ho indicato nei libri scritti in suo onore, che vengono regalati e che non è obbligatorio leggere, come il figlio eletto da Gesù di Nazaret, un genio nato che ha prodotto in me una impronta emotivamente soggiacente.

Voi che ci giudicate e ci comandate fate quello che ritenete giusto e socialmente ragionevole, secondo legge. Chiamate l’esercito, ma essendo un soldato del tricolore ho l’obbligo di salvare il simbolo vivente del mito del bambino e della mamma che ha donato il cuore.

Ognuno si assuma le proprie responsabilità, sappiate che non conosco la paura e come hanno detto 5 agenti P.S noi non abbiamo paura di nessuno perché non vogliamo mettere paura a nessuno.

 

Redazione

Arianna Calandra

Arianna Calandra

Nata a Roma, nel 1989. Si laurea in Archeologia alla Sapienza di Roma e successivamente si specializza in Restauro Artistico presso l'Istituto Arte e Restauro, conseguendo la qualifica di Tecnico del Restauro. nel 2019 pubblica due romanzi (La Forma della Luce, Vol.1 e la Forma della Luce, Vol.2) Tra i settori di interesse ci sono l'arte e l'archeologia, l'editoria e i libri, il teatro e il cinema. La sua missione: dare voce alla cultura.

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