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Alla ricerca del tempo ritrovato

Adriana Ortolani da Marcel Proust l’eco di un’attrice di Giuseppe Lorin

Giuseppe Lorin by Giuseppe Lorin
27 Febbraio 2021
in Senza categoria
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Nel mondo dell’arte teatrale e cinematografica si avverte, specialmente in questi anni di restrizioni per pandemia, un forte fermento creativo, a fronte di una stanchezza delle strutture tradizionali.

Siamo in un’epoca in cui qualcosa sta morendo, ma qualcos’altro di vivo e potente sta nascendo in conseguenza alla situazione pandemica. Siamo ad un punto di trasformazione importante.

Incontriamo Adriana Ortolani, attrice, rappresentante delle donne più originali nel panorama teatrale italiano, proviene dall’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”. Laureandosi negli anni Novanta, ha avuto come  direttore Luigi Maria Musati e ha conosciuto Andrea Camilleri, che insegnava regia, le cui lezioni erano una straordinaria girandola affabulatoria a tutto campo.

Da bambina Adriana favoleggiava il teatro con i vestiti e le sciarpe  della mamma e dava la parola alle sue bambole.

Segue gli stage sia dell’Embarcadère di Besançon sia della Guildhall School of Music and Dramma di Londra.

Nel 1997 è la protagonista di “Albertine o della gelosia” di Alma Daddario, per la regia di Giuseppe Lorin al Teatro Stanze Segrete, qui a Roma.

Da dx in basso: Adriana Ortolani e Edoardo Siravo

In alto, da sx: Patrizia La Fonte e Lucianella Cafagna

Gli attori che il regista scelse furono: Adriana Ortolani, Edoardo Siravo, Patrizia La Fonte, Lucianella Cafagna.

Fu proprio una gelosia infinita se ancora oggi nel curriculum di Edoardo Siravo viene scritto che la regia fu la sua!

I quotidiani così recensivano l’innovativo spettacolo: La Repubblica di sabato 19 aprile 1997, “I turbamenti di Albertine” di Rodolfo Di Giammarco: …con montaggio dei frammenti ad opera di Giuseppe Lorin che calibra palpitazioni, incontri, flash culminanti in ardori senza pace…. giustamente riprodotta coi ritmi di guaches teatrali.

Così riporta la prestigiosa rivista Sipario nel maggio 1998, in un articolo del critico teatrale Angelo Pizzuto: “Albertine o della gelosia” è lo spettacolo di Alma Daddario e Giuseppe Lorin ed ha il fascino discreto e sensibile di una lanterna magica già dischiusa, con sapiente uso di luci e di specchi, alla magia del cinema. Ovvero alla maggiore invenzione, paradossalmente post-proustiana, di mitizzazione e imbalsamazione del tempo: quale forse era, inconsciamente, l’estrema volontà di Proust.

Seguono la recensione de Il Messaggero di mercoledì 14 febbraio 1998, dal titolo “Proust, amore e morte sul filo della memoria” di Renato Minore: …Il salottino multiplo delle “Stanze segrete” permette una scansione musicale e drammaturgicamente compatta del testo grazie al sapiente montaggio scenico del regista Giuseppe Lorin.

Per proseguire sul giornale Il Borghese con il titolo “Albertine, quanto sei bello” di Giorgio Albertazzi: …Ridurre per la scena Albertine, non è una impresa facile anzi è decisamente ardua ma sia la Daddario sia Giuseppe Lorin sono riusciti a farci assaporare le sottigliezze psicologiche, i bisbigli, le ombre, i ricordi di Marcel Proust.

Ed ancora il quotidiano Il Tempo di sabato 26 aprile 1997 “Nella camera segreta di Proust”, recensione di Cristina Armeni: … La pièce scorre rapida grazie alla regia cinematografica di Giuseppe Lorin che mette a frutto, con astuzia e abilità l’esiguità dello spazio scenico articolato su due piani, con la proiezione di immagini visibili ovunque con l’uso di specchi. I tagli di luce, il sottofondo musicale… contribuiscono a creare un’atmosfera rarefatta, suggeriscono stati d’animo e situazioni.

Quel debutto fu memorabile grazie al mecenatismo di Aurora Jatosti, moglie dello storico Luciano Cafagna!

Adriana Ortolani, in quale anno ti sei  diplomata all’Accademia?

 Mi sono diplomata nel ’98, quando era direttore: Luigi Maria Musati. Gli insegnanti all’epoca erano: Mario Ferrero, Marisa Fabbri, Lorenzo Salveti, Maria Cuscona, Domenico Polidoro, Roberto Mantovani. Ricordo che partecipai a stage con Luca Ronconi, Monica Vitti e Massimo Foschi.

Qualche ricordo di quell’allestimento scenico proustiano a Stanze Segrete; emozioni e aspettative?

L’allestimento alle Stanze Segrete di Albertine lo porto sempre nel mio cuore. È stato il mio primo debutto e per un’attrice, il primo debutto non si scorda mai, soprattutto con uno spettacolo del genere!

Frequentavo ancora l’Accademia all’epoca, ero al secondo anno e quando venni scelta non mi sembrava vero! Mi ricordo che dovetti chiedere il permesso per poter lavorare; chiamasti in Accademia, ti ricordi? Il progetto partiva già vincente, tutti professionisti di altissimo livello: la regia era la tua, il testo di Alma Daddario e come colleghi avevo Edoardo Siravo, Patrizia La Fonte e Lucianella Cafagna, io ero stata scelta per interpretare la protagonista! Una favola! Mi ricordo il giorno in cui andai a fare il provino a casa di Aurora Cafagna, la produttrice dello spettacolo, come fosse ieri. Tanta emozione, tante soddisfazioni. Lo spettacolo fu un grande successo e mi portò molta fortuna. Da lì è partito tutto.

Essere attrice e madre in tempo di pandemia cosa significa per te?

 Essere attrice e madre in tempo di pandemia porta con se una cosa bella e una cosa brutta. La cosa brutta è che i teatri sono chiusi da un anno e quindi il lavoro è completamente fermo.

E per un attore non recitare equivale a morire. La cosa bella è che non lavorando ho molto tempo da dedicare a mia figlia, alla mia famiglia.

Hai dei ricordi che riguardano qualche tua collega di corso o il collega  più stimato in quei tre anni di Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”?

Con i colleghi dell’accademia si crea un rapporto molto particolare che va al di là della semplice amicizia, i ricordi sono tanti, è difficile citarne qualcuno. Per quanto riguarda la stima nei loro confronti devo dire che  ognuno aveva una sua particolarità . Forse però se proprio devo fare qualche nome  citerei Sara Borsarelli, con la quale sono ancora molto amica, e Michele De Maria. Forte presenza e personalità!

Mi piaceva la loro recitazione molto naturale con una base tecnica di alto livello.

A quel debutto seguirono “Calderon” di Pier Paolo Pasolini, regia di Domenico Polidoro, e nel 1998 “Le souper – A cena col diavolo” di Jean Claude Brisville, regia di Ennio Coltorti e “Venerdì” di Hugo Claus, regia di Mario Moretti.

Adriana Ortolani ha lavorato in seguito con: Ugo Gregoretti, Tato Russo, Giuseppe Pambieri, Lorenzo Salveti, Mariano Rigillo, Luigi Tani, Livio   Galassi,   Carlo   Croccolo,   Arnaldo   Ninchi,   ed altri.

Nella sua professione l’attrice si è impegnata in ruoli da protagonista e coprotagonista.

In televisione, Adriana Ortolani, è nelle fiction: “Provaci ancora prof, 7” nel ruolo dell’infermiera Susy, “Butta la luna”, “Gente di mare”, “Bartali, l’intramontabile”, “La Squadra”, “Il Bello delle donne”. In cinema la vediamo in “Rabbia in pugno” e “L’uomo spezzato” di Stefano Calvagna e “La misura del confine” di Andrea Papini. Debutta in radio con Emidio Greco.

Programmi prossimi futuri?

I programmi sono tanti… ma si naviga a vista. C’è uno spettacolo importante che dovrò fare in teatro nella prossima stagione ma non voglio dire nulla per scaramanzia visti i tempi. Incrociamo le dita!

La vita è una sfida, un nobile agone. È certo comunque che oggi, di nobile c’è rimasto ben poco, ed è anche vero che lo spettatore a teatro, nel cinema, in televisione vuole vedere qualcosa che lo faccia sentire meno stupido di quanto la politica, e certa incultura diffusa da internet, facciano. A teatro vuole trovare qualcosa che lo interpelli come persona, che scommetta su di lui, sfidandolo ad essere migliore, sia piangendo che ridendo. Una catarsi che non lo assolva, né lo condanni, ma che lo spinga in avanti, a interrogarsi e tentare risposte, per la vita, per il mondo, per dare un senso a questo nostro esistere diventato ormai un’abitudine.

 Giuseppe Lorin

Giuseppe Lorin

Giuseppe Lorin

Autore di saggi, narrativa, cinema e teatro, scrittore, regista e attore, Giuseppe Lorin, laureato in Psicologia all’Università  “La Sapienza”, vive e lavora a Roma, dove svolge la sua attività collaborando con varie testate giornalistiche on web e cartacee, tra le quali Orizzonti, ediz. Aletti, distr. Feltrinelli; Rivista San Francesco d’Assisi; International Urbis et Artis bimestrale di Arte Cultura e Attualità. Ha scritto e pubblicato su: Roma Capitale; Il Tempo.it; Flip news.org; Periodico Italiano magazine.it; L'Unico.it; Nuovi Argomenti.org; Gliautori.it; Rossovenexiano.it; Partecipiamo.it;  Servire, trimestrale del Sovrano Militare Ordine di Malta. Il 14 giugno 2014 iniziò la collaborazione con il giornale Laici.it diretto da Vittorio Lussana con l'articolo/intervista a Dante Maffia. Negli anni ’80 frequenta gli incontri di giornalismo condotti da Indro Montanelli ed Enzo Biagi. Alcuni suoi testi teatrali sono stati rappresentati e premiati, come: “Scartafaccio, liturgie pasoliniane” con Paolo Lorimer, Tiziana Bergamaschi, Silvio Parrello detto “er pecetto” (Castello Orsini a Soriano); “Risveglio di primavera in poesia: Michela Zanarella in recital” con Elisabetta De Palo, Eleonora Pariante, Chiara Pavoni, Federica Fiorilo, Alessandro Moschini alla chitarra (Teatro Argot Studio); "Gioco d'identità" con Matteo Tosi, Chiara Pavoni, Marco Palvetti, Paolo Zanarella al pianoforte (Giardino di Palazzo Zuckermann a Padova); "L'Estetica dell'Oltre tra Poesia & Teatro" con Michela Zanarella, Chiara Pavoni, Silvio Parrello, Salvatore Gioncardi, Giulio Eccher, Filippo Di Lorenzo (Teatro Argot Studio); "Tragicamente Rosso" scritto in collaborazione con Michela Zanarella ed interpretato da Chiara Pavoni con alla chitarra il M° Mauro Restivo; "Fragile Vita" dedicato a Chiara Insidioso Monda, scritto in collaborazione con Michela Zanarella ed interpretato nella prima versione da Chiara Pavoni, Maria Lo Moro, Marco Bersaglini, Matteo Pasquinelli, Mauro Restivo alla chitarra, Adriana Palmisano cantante; nella seconda versione Chiara Pavoni, Diana Iaconetti, Marco Bersaglini, Matteo Pasquinelli, Mauro Restivo alla chitarra, Carolina Gentile cantante. Dal 2003 è membro di giuria di premi di poesia e narrativa: “Un libro amico per l’inverno” a Rende; “Pioggia di Libri” a Taranto; “Memorial Gennaro Sparagna” a Minturno; “Città di Torvajanica” a Torvajanica; "Premio di Poesia Città di Latina" ideato e organizzato da Alessandro Vizzino e Giulia Vertucci; "Premio Internazionale Le Ragunanze" a Villa Pamphilj - Roma; Premio Xilema "Accendi le Parole" al castelletto di Porta Ostiense – San Paolo. Ha pubblicato saggi sui seguenti personaggi: Vito Pandolfi, Marilyn Monroe, Francesca Bertini, Greta Garbo, Dante Maffia, Dacia Maraini, Dino Buzzati, Isabella Morra. È l’autore di: “MANUALE DI DIZIONE”, Nicola Pesce editore/Tespi, con prefazione di Corrado Calabrò, già presidente AGICOM garante della Comunicazione Italiana, e Dacia Maraini.  DA MONTEVERDE AL MARE”, con prefazione di Jonathan Doria Pamphilj  “TRA LE ARGILLE DEL TEMPO”, romanzo postfantastorico, unico nel suo genere e I della trilogia.  “ROMA, I SEGRETI DEGLI ANTICHI LUOGHI”, romanzo postfantastorico. II della trilogia.  “ROMA, LA VERITA' VIOLATA”, Alter Ego Edizioni, romanzo postfantastorico. III della trilogia.  “TRANSTIBERIM, Trastevere, il mondo dell'oltretomba”. A passeggio lungo la sponda destra del Tevere alla scoperta di posti e storie sconosciute. Bibliotheka Edizioni. Guida storico turistica.  “DOSSIER ISABELLA MORRA”, la storia della poetessa del XVI secolo. Saggio storico che raccoglie 7 poesie di: Dacia Maraini, Dante Maffia, Michela Zanarella, Corrado Calabrò, Marcella Continanza, Vittorio Pavoncello, Antonella Radogna. 2019. Bibliotheka Edizioni.   “CISTIBERIM, Vmbilicvs Vrbis Romae”, volume 1, Bibliotheka Edizioni, Saggio sulla Storia dei monumenti, colli, personaggi, chiese ed altro che si trovano sulla sponda sinistra del Tevere, con prefazione di Fabiano Forti Bernini (discendente di Gian Lorenzo Bernini).  “CISTIBERIM, il Potere e l'Ambizione”, volume 2, Bibliotheka Edizioni, Saggio sulla Storia dei monumenti, dei 7 colli, dei personaggi, dei papi e dei presidenti del Palazzo, delle chiese e dei palazzi del potere, ed altro ancora che si trova sulla sponda sinistra del Tevere, con prefazione di Fabiano Forti Bernini (discendente di Gian Lorenzo Bernini).  Personaggi Intervistati: Carlo Rubbia premio Nobel, Dacia Maraini, Mauro Mellini, Corrado Calabrò, Furio Colombo, Pappi Corsicato, Lorenzo di Las Plassas, Rosario Sorrentino, Luciano Mecacci, Milena Vukotic, Alessandro Gassman, Jonathan Doria Pamphilj, Alba Gonzales, Roberto Vecchioni, Italo Moscati, Roberto Ormanni, Donatella Bisutti, Dante Maffia, Marcella Continanza, Donatella Pecci Blunt, Massimo Fecchi, Dino Pedriali, Silvio Parrello, Paolo Fallai, Angela Molteni, Lucia Goracci, Michela Zanarella, Vittorio Pavoncello, Gianluca Mech di Tisanoreica, Stefano Pozzebon, Vittorio Michele Craxi, detto Bobo... ed altri…  Giuseppe Lorin conduce eventi di prestigio con il patrocinio dell’Ambasciata di Svezia, del Consiglio dei Ministri, della Regione Lazio, del Comune di Roma Capitale, del XII Municipio, ed è lettore e moderatore nelle presentazioni di libri. Collabora con accademie, scuole e associazioni culturali per la realizzazione di corsi su “La magia dell’interpretazione con il Metodo Mimesico”; è docente di Dizione, Dizione interpretativa, di scrittura creativa, di Dizione nella comunicazione interattiva per politici, di marketing & pubblicità, di ufficio stampa e giornalismo. È membro di giuria di Premi e Concorsi Nazionali ed Internazionali.  Ulteriori informazioni sempre aggiornate: http://giuseppelorin.blogspot.it oppure, scrivendo su Google: Giuseppe Lorin  

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