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Orrore cosmico. Dedicato al piccolo figlio d’Italia ucciso dal padre con un colpo alla carotide. Indignatevi

L'Italia non è un paese civile. Pm e Gip di Varese colpevoli di mancata prevenzione sul bambino assassinato

Redazione by Redazione
6 Gennaio 2022
in Cronaca
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Orrore cosmico. Dedicato al piccolo figlio d’Italia ucciso dal padre con un colpo alla carotide. Indignatevi
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Chi erra deve pagare, anche i magistrati, non ci sono solo le regole sul covid19. L’assassino di un bambino con una coltellata non è paragonabile ad alcuna altra morte

Si legge la “Procura di Varese” il “GIP”. Sono astrazioni, fate i nomi e cognomi; deve essere emesso un provvedimento cautelare personale nei confronti del PM e del GIP che non sono stati in grado di svolgere il loro mestiere, soprattutto di prevenzione. Deve essere curato questo “disturbo bipolare giudiziario” (sindrome maniaco depressiva) che per i mortali vale la legge e per i superbi Magistrati la legge è un optional.

Nessuna persona quale che sia il suo genere, la sua professione, le sue preferenze politiche, può restare muto. Deve fare un gesto anche una candela sul balcone di casa per dare un segno tangibile di civile indignazione

Nessuno di quelli che comandano è senza colpa di fronte alla morte atroce all’assassinio di un bambino,

e come aver assassinato il cristo – Gesù di Nazareth.

Indignatevi

Quello della pietra e della fionda: l’uomo primitivo, che si serve delle pietre scagliate da fionde per uccidere. Sono cambiati gli strumenti che l’uomo ha inventato per recare ai suoi simili la morte, ma il suo spirito crudele e sanguinario non è mutato.

L’amore muore

Un inquilino d’amore nell’olimpo è un bambino. Un bagliore di cristalli è una bambina. Terremoti, uragani, territori devastati, intere popolazioni cancellate, dittatori decretano la fine della pace in quelle poche aree conquistate alla concordia, stracci ed odori puzzolenti ornano le vestigia di antichi monumenti, di chiese millenarie, di reperti che ricordano gli onori e le imprese degli antichi padri. Città occupate dalla miseria e dalle mafie di tutto il mondo si piegano al volere di una incerta solidarietà, che offende chi ha bisogno di aiuto. Diritti, doveri, responsabilità, tutto prescritto, vige la legge della giungla, dell’abuso, della prepotenza, dell’offesa alla bellezza nativa dei bambini. Ai fasti costruiti nel tempo, all’arte, al sublime viene sostituito l’insulto di incerti diritti, i delitti di molti giudici minori che stuprano figli e genitori, emettendo sentenze “contra legem”, abbandonandoli nel buio inferno del dolore e della sofferenza. Uomini e donne senza dignità, protetti dall’ipocrita salvacondotto della funzione istituzionale usano come latrine gli antichi valori e libertà di un passato fausto.  Fogli di carta putrida contenenti decisioni infami contro i minori, fingendo di proteggerli, decreti, ordini, punizioni denunciano l’orrendo spirito di giustizia, un vigliacco sentimento di odio verso l’altro che ferisce i luoghi sacri di una giustizia perduta, di una storia universale, della sua impareggiabile testimonianza dei padri che segnarono le sorti dell’intera umanità. Nessuno si indigna, alza la voce, protesta, piange nell’angolo. Un’opaca, colpevole indifferenza favorisce la morte ed a nulla valgono i sacrifici di molti. Con la schiena piegata dalle loro colpe amministratori corrotti ed inetti, giudici incapaci e venduti al maggior offerente segnano la sorte di coloro che hanno la sfortuna di incontrarli.

Figli, madri e padri hanno finito le lacrime per piangere. Subiscono supinamente l’invasione dei nuovi barbari che conquistano il territorio protetto della famiglia naturale, della comunità di appartenenza, del legame biologico di figli e genitori, derogando dalla legge della natura, della storia, invadendo la religiosità dei luoghi della convivenza tra umani, umiliando le conquiste della libertà padrona del mondo. Non una voce, una protesta, una indignazione. Un silenzio doloso e nefasto permette questo delitto infinito, quasi voluto, ignorando tutte le perniciose conseguenze che la muta accoglienza di una ingiustizia diffusa decreta la morte dei popoli.

Nei tribunali a difesa dei minorenni vengono torturati figli e genitori, sovente la Giustizia penalizza le vittime e gli onesti, favorisce i delinquenti e i debitori. Nelle cooperative, nelle associazioni, tra gli esperti e i consulenti dei tribunali prevale il lucro delle parcelle, lo scambio di favori, le camarille che procurano indicibili sofferenze alle vittime.

Un clima omertoso di dolosi silenzi, di persistenti impunità, personaggi ineffabili vengono posti sulla linea di comando. La violenza dilaga ovunque. All’angolo di ogni strada il pericolo di un agguato.

Nessuno controlla, la legge non viene rispettata, la sicurezza è assente. Ascoltiamo quotidianamente il grido di dolore di coloro che hanno subito una ingiustizia senza giustizia, delle donne stuprate in pieno giorno, percosse, schiavizzate; dei kamikaze in libera uscita; dei terroristi a parcheggio gratuito; delle rapine pret a porter; dei sequestratori dietro la porta; dei signori del racket legittimati dall’inerzia; della lunga catena di omicidi impuniti, di morti senza una ragione. Violenze quotidiane di ogni tipo, prevaricazioni, soprusi; cittadini vessati, mortificati subiscono la prepotenza dell’illegalità di fronte alla impotenza di una Giustizia che non c’è. Amnistie, indulti, esecuzione della pena a go go, sconti, saldi a prezzi stracciati, riabilitazioni indolore, è il lungo elenco dell’inefficienza, della pochezza, del conclamato fallimento del nostro sistema Giustizia.

Tutti fenomeni e temi di difficile assimilazione. Aspetti, soluzioni di problemi ben noti che verosimilmente non possono piacere né agli amici del popolo, né ai suoi nemici. Dà fastidio tanto a chi arringa le masse quanto a chi le disprezza. A coloro che riconoscono l’insegnamento della storia ed a coloro che questo insegnamento negano. I diritti di tutti sono diritti di nessuno, vincono i prepotenti; non avere nulla da perdere diventa un vantaggio. Personaggi impresentabili guidano le città, sono posti al governo del Paese, amministrano la Giustizia e fanno incetta di errori su errori, consegnando la vita al degrado. Le ragioni di alcuni penalizzano quelle di altri. Abiurare al comando, alla guida delle genti, far regredire il faticoso cammino della democrazia, invitano a tornare alla legge del taglione, privilegiando l’agire del più forte, anche di quelli che si avvalgono della loro indigenza. La tolleranza difetta nella sua applicazione, l’amore per l’altro si trasforma in legittima vendetta di fronte all’incapacità di governare gli eventi.

La morte nel corpo e nell’anima dei bambini segna la fine del genere umano nell’indifferenza di coloro che dovrebbero proteggere.

di Carlo Priolo

Tags: Carlo PrioloinfanticidioMorazzoneomicidiopadre violento
Redazione

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