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Marco Werba, alla scoperta del grande maestro delle colonne sonore

Direttore d’orchestra, compositore di musiche da film e sinfoniche, Marco Werba ha prestato la sua opera a nomi importanti del grande schermo come Dario Argento e Cristina Comencini.

Agostino Fraccascia by Agostino Fraccascia
8 Luglio 2022
in Personaggi
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Incontriamo a Roma, più specificatamente al Campidoglio, in occasione della conferenza del Centenario dalla nascita del grande regista: E. B. Clucher, insieme al Casting Director, Giovanni Maletta, un personaggio molto importante, ma in questo caso della composizione musicale per il cinema: il Maestro Marco Werba.

Scopriamo Marco Werba rivivendo attraverso le sue parole, momenti della sua vita che lo hanno incoronato come un compositore geniale, un “maestro” in tutti i sensi, in grado di comporre gioielli musicali apprezzati dal pubblico, dalla critica e dall’intero panorama internazionale. Werba è anche l’autore de La musica nel cinema thriller. Manuale di composizione e analisi di partiture, un libro da dove fuoriesce la funzione pragmatica della musica da film e la sua capacità di suscitare emozioni nell’inconscio dello spettatore.

Come ha iniziato la sua brillante carriera? Quando avevo quindici sedici anni volevo fare il regista e realizzai tre cortometraggi in super otto, di cui uno era una specie di film di animazione e andò, nel 1980 al Festival del Cinema di Trieste di Fantascienza, oggi non esiste più. Con mio padre che era un giornalista americano, nel 1977,  andammo a vedere un film di fantascienza che si chiamava Logan’s Run (La fuga di Logan) di Michael Anderson con Michael York e Jennifer Agutter. Rimasi molto colpito da questo film e lo riandai a rivedere per conto mio una seconda e credo anche una terza volta. La prima volta che lo vidi non notai il commento musicale perché ero come la maggior parte del pubblico che va in sala ipnotizzato dalle immagini e il suono arriva di riflesso. Dopo aver rivisto il film ad un certo punto mi sono reso conto che c’era una musica straordinaria di questo compositore americano che si chiamava Jerry Goldsmith, che poi ho conosciuto, ed è stata come una folgorazione sulla via di Damasco, ho cominciato a comprare LP di colonne sonore a prestare attenzione alle musiche e ho cominciato a studiare musica già con l’idea di voler fare questo mestiere, cioè di scrivere colonne sonore, mentre la maggior parte degli altri compositori ci sono capitati per caso nel cinema.

Qual è stato il suo primo film? Il primo film per il quale ho scritto le musiche è stato Zoo di Cristina Comencini, che era un film tra l’altro abbastanza importante, c’era Asia Argento che aveva tredici anni che era la protagonista e Rete Italia che lo produceva. La mia fortuna è stata che la regista voleva adoperare musica classica e c’era un solo spazio e quindi ha dato l’opportunità a questo ragazzino di venticinque anni, che ero io, che alla fine non ha scritto solo un tema. Anzi si è rovesciata la situazione, infatti c’erano molti temi musicali originali e solo alcuni di musica classica, in pratica si invertì la sua idea originale, ma questa è stata la mia fortuna altrimenti non avrebbe mai collaborato con me avrebbe chiamato un compositore affermato.

Invece il film che ritiene più importante? Il film più importante che ho fatto, sicuramente Giallo di Dario Argento, anche se il film non ha avuto successo, coprodotto con gli americani, che per me è stato importante perché mi ha dato visibilità e anche qualche premio.

In quale tipologia di film si è perfezionato? Mi sono specializzato negli ultimi anni sul thriller e sull’horror, però ho fatto molti film in costume e li amo molto, infatti da poco ho creato la musica di un film che si chiama La grande guerra del Salento ambientato subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, poi un film in costume di un regista franco algerino che si chiama L’Isola del perdono che però è ambientato ai giorni nostri con dei flashback sempre nel periodo della seconda guerra mondiale e poi dei film tipo Anita, una vita per Garibaldi di Aurelio Grimaldi che era ambientata nel Brasile di fine 800, Amore e libertà –  Masaniello di Angelo Antonucci ambientato in una Napoli del 1600 e con lo stesso regista tra poco farò le musiche del film su Mameli, il giovane rivoluzionario italiano che scrisse il testo dell’inno d’Italia.

Nella sua carriera, ha vinto vari premi, vuole raccontarci qualche aneddoto? Con il primo film Zoo di Cristina Comencini presi il premio Colonna Sonora dell’Ente dello Spettacolo credo non esista più, allora era un premio abbastanza importante; infatti, la cerimonia di premiazione si tenne nel Casinò di Sanremo e venni premiato insieme ad Ennio Morricone, Francis Leigh e Claudio Mattone; quindi, a venticinque anni mi ritrovai accanto a Morricone, Casinò di Sanremo, diretta su Rai1 in seconda serata con Maria Giovanna Elmi che mi intervistava e mi dava un premio. Il premio più importante finora, è stato il Globo d’Oro della Stampa Estera in Italia per un film che si chiama Native di John Real.

 

Agostino Fraccascia

Tags: Marco Werba; compositore;
Agostino Fraccascia

Agostino Fraccascia

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