Il 5 luglio il Tribunale egiziano ha condannato Mohamed Badie all’ergastolo. L’Ottava Guida Generale dei Fratelli Musulmani egiziani era stato catturato e accusato di aver “incitato alla violenza” durante le proteste in seguito al colpo di stato attuato dai militari il 3 luglio 2013 per destituire l’allora Presidente della Repubblica Mohamed Morsi. Arrestato dalle Autorità egiziane il 20 agosto 2013, venne stabilita la sua colpevolezza in un processo dell’aprile 2014. Fino ad oggi era rimasto in attesa della sentenza finale da parte della Corte di Minya.
Dopo essere stato membro, a fine degli anni ’80, dell’ufficio amministrativo dei Fratelli Musulmani a Beni Suef, Badie era passato all’Ufficio “Guida” del gruppo. Ricordiamo che “Isma’iliyya”, la “Società dei Fratelli Musulmani”, era stata creata da Hasan al-Banna nel 1928, nel solco dell’associazionismo religioso fiorente in Egitto all’epoca. La Fratellanza Musulmana, come dichiarato dal suo stesso fondatore, può essere considerata sia una setta mistica che un’organizzazione politica, ma anche finanziaria e culturale. I suoi sostenitori guardano con fervore al ritorno alle fonti originarie dell’Islam.
Badie era stato fermato dall’Esercito egiziano nell’area della piazza di Rabaa al-Adawiya, insieme ad altri militanti islamisti. Di questi, 36 hanno ricevuto la stessa condanna, mentre a 10 è stata attribuita la pena capitale. L’Esercito aveva capeggiato un movimento popolare di opposizione che era nato nel 2012 dato che l’ex Presidente Morsi, rappresentante dei Fratelli Musulmani, si era auto attribuito ampi poteri in ambito giudiziario. Fu il giorno dopo il golpe, il 4 luglio 2013, che portò all’arresto dell’Ottava Guida del movimento a causa degli scontri iniziati tra oppositori e Fratelli Musulmani. Badie ricevette anche due condanne a morte durante altri due processi e ora si trova in carcere per scontare la pena inflitta dalla Corte di Minya.