Roma, il Comune Sabino rivendica l’inadempienza da parte dell’ACEA (Azienda Comunale Elettricità e Acque) della Convenzione stipulata tra le parti nel 1979. Nella fattispecie, l’Azienda capitolina non provvederebbe da oltre tre anni (2012 – 2013 e 2014), a versare nelle casse comunali di Casaprota, la bella cifra di 180 mila euro annui stabilita in Convenzione. Ciò, a fronte della captazione, dell’imbrigliamento e dell’utilizzo delle acque del bacino delle Capore e Peschiera. Un’autentica boccata di ossigeno per il ridente Municipio casaprotino, l’incasso di quei 180 mila euro all’anno, su cui i suoi amministratori hanno sempre fatto fondamentale affidamento.
Ed è proprio in virtù di quell’introito, che il Comune sabino si presenta accogliente, ordinato e pulito; le Scuole, lo sport, l’attività socio-culturale ed i servizi sono all’avanguardia e l’ambiente rispettato. E via dicendo ancora. Bene. Stipulata nel lontano 1979, la convenzione originaria…”impegnava ed impegna tutt’ora l’ACEA a mantenere gli obblighi in essa assunti fin quando la stessa ha in gestione le risorse idriche Capore e Peschiera.” In difetto di quanto dovuto (540 mila euro + gli interessi ?) che, secondo il Sindaco Marcello Ratini, non rientrerebbe nelle oramai illanguidite casse comunali dal 2012, il Comune andrà in default; vale a dire cioè, dissesto finanziario e commissariamento.
Il Sindaco ed i suoi collaboratori, non ci stanno. Anzi, dovendo presentare il bilancio, sono disperati. Una situazione veramente preoccupante che, protraendosi nel corso di quest’ultimo triennio, ha già fatto tanti danni, soprattutto, in termini di servizi essenziali che, a quanto pare, in carenza della erogazione del dovuto da parte dell’ACEA, potranno subire ulteriori, seppur dolorose decurtazioni. Il paesello è sgomento e l’umore sotto i tacchi. Intanto, l’ operosa comunità, che considera il fatto un affronto alla dignità umana, soffre, si lamenta e mormora dentro e fuori le mura.
Oltretutto, ciò che rammarica ed ha finito per inasprire anche i pur tolleranti amministratori di Casaprota, è il disinteresse con cui la vexata quaestio, è stata mal recepita o addirittura snobbata dagli stessi politici, anche i più prossimi. E così, mentre la protesta monta ed i cittadini, oramai esasperati ed all’acne della sopportazione, sono pronti a scendere in piazza, il Sindaco cerca ancora la mediazione. Tant’è che il buon Marcello, convinto che la speranza è l’ultima a morire, prima di saltare sulla ruspa ed arrampicarsi sulle Capore per staccare la preziosa linfa tanto cara ed utile alla Città Eterna, le sta provando tutte. Extrema ratio, la pubblica comunicazione. Ed a ragion di ciò, è stato lo stesso primo cittadino ad inviarci copia della lettera da lui stesso trasmessa alle autorità competenti, pregandoci di renderla pubblica a mezzo stampa. Sicché noi, per dovere deontologico e per pronta lettura, pubblichiamo sic et simpliciter. Francesca Palumbo