Dai convegni al teatro, dalle mostre ai film, nel prossimo trienno la Grande Guerra la farà da padrona. Protagonista indiscussa di moltissime performance, vari artisti l’hanno voluta commemorare per il centenario dallo scoppio. Dal bellissimo e particolarissimo film di Ermanno Olmi – ancora in alcune sale – alla mostra “Secessione e avanguardia” aperta da ottobre scorso, sono molte le iniziative che rientrano nella commemorazione ufficiale del centenario. Tra queste si inerisce lo spettacolo in scena al Teatro Dei Conciatori fino al 21: “Oltre i verdi campi” realizzato anche con il patrocinio della British Council .
L’equipaggio multietnico di un carro armato inglese la notte prima di un attacco in territorio francese. Il tutto si svolge in una notte. Modalità, questa, particolarmente cara ai registi di guerra. Per chi abbia visto “Torneranno i prati” l’analogia salta all’occhio. Ma rispetto a quest’ultimo, lo spettacolo messo in scena dalla Lepore vuole proporre anche un confronto tra vissuti, filosofie, religioni. Lo spettatore di Olmi sente sulla propria pelle, invece, tutta la durezza della guerra di trincea che non lascia spazio a nessuna riflessione – né dei personaggi né del pubblico – se non a posteriori. La diversa modalità di guerra che i due gruppi devono affrontare è forse il motivo di due diverse soluzioni artistiche. La Lepore approfittando di una notte relativamente tranquilla, della multietnicità dei protagonisti, delle diversità culturali degli stessi, propone al pubblico una Guerra sotto diversi punti di vista. I singoli percorsi, le ricerche individuali si fondono non tanto nella volontà di vittoria; piuttosto, l’incontro tra discorsi diversi è rintracciabile nella comune volontà di assicurare un senso alle proprie azioni e alla storia.
I campi verdi del titolo rappresentano una soglia da varcare, una meta che li aspetta e che individua il loro destino, l’ultimo luogo da attraversare sulla terra verso un oltre sconosciuto. “Green Fields” è infatti il termine che indica la fine dell’ultima esercitazione dell’equipaggio. La frase “Oltre i verdi campi” risuona prima dell’epilogo come un comando militare. Se serve a dar coraggio a chi la pronuncia, giunge al pubblico tutto il lato inquietante del monito.
In scena professionisti degni di nota. Bello e bravo Michele Cesari: verrà riconosciuto da più di qualche spettatore, anche se tanta parte del pubblico teatrale non ammetterà mai di guardare Un Posto al Sole ogni sera. Impeccabile Sonia Barbadoro, nel ruolo della prostituta francofona. Intorno alla sua figura si realizzano i momenti più intensi e al tempo stesso delicati dell’intero spettacolo. Forse la necessità di parlare con i soldati attraverso i gesti concilia l’emergenza del lato più infantile e puro di due figure che, per motivi diversi, sono spesso immaginati agli antipodi dell’infanzia e dell’innocenza. Alcova e capezzale, il giaciglio in cui la donna riceve i suoi clienti diventa luogo privilegiato di abbandono delle maschere e di ricerca di primordiale affetto per chiunque lo attraversi.
Elisiana Fratocchi