Roma, 2 febbraio 2015 – Dopo la prova di unità nell’elezione al Colle ed i primi segnali di una timida ripresa economica, Matteo Renzi torna a parlare delle riforme, sulle quali promette di mettere il turbo.
In una lettera ai tesserati ha scritto: «Care democratiche, cari democratici, nell’aprile 2013 le divisioni, le polemiche, le tensioni interne al Pd crearono le condizioni per la mancata elezione del Presidente della Repubblica. Solo un gesto di generosità di Giorgio Napolitano permise di uscire da una situazione di impasse molto dolorosa. La settimana scorsa, grazie a un percorso di condivisione e ascolto, di confronto e dialogo, il Pd si è dimostrato capace di cancellare quella brutta pagina e di indicare Sergio Mattarella come proprio candidato alle altre forze politiche. Conoscete il risultato. In attesa del giuramento del nuovo Presidente, uomo rigoroso e autentico interprete dei valori costituzionali, vorrei che tutto il Pd si sentisse fiero e orgoglioso di aver scritto una pagina nuova nella storia del nostro paese. Siamo noi il cambiamento che l’Italia sta aspettando da troppi anni. Noi, con i nostri difetti e con le nostre potenzialità. Noi, con i nostri parlamentari e i nostri militanti. Noi, con i nostri sogni e i nostri progetti. Noi siamo l’Italia che cambia. E dobbiamo esserne consapevoli e responsabili. Il percorso delle riforme è impegnativo: Costituzione, legge elettorale, fisco, giustizia, pubblica amministrazione, terzo settore, diritti civili, ius soli, lavoro, libro bianco della difesa, Rai, cultura fino ad arrivare al grande tema della scuola e dell’educazione che sono per me il punto centrale del Pd. Andiamo avanti con ancora maggiore determinazione, forti del risultato dell’elezione del Presidente della Repubblica ed i primi segnali sulla ripresa economica. Ma forti soprattutto della passione che anima tutte e tutti voi. Siamo il Pd, la più grande comunità politica europea. La più grande speranza della politica italiana. Guai a noi se ci tirassimo indietro o se ci abdicassimo davanti alle nostre responsabilità. L’Italia ha bisogno della nostra energia e del nostro entusiasmo».
Ernesto De Benedictis