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Ipogeo dell’Elba – Possibili comparazioni in etruscologia Lazio – Toscana

Le ultime notizie in merito al ritrovamento archeologico all’Isola d’Elba, nell’ area della cittadina di Marciana di un importante ipogeo escludono trattarsi di una zecca, come invece fino adesso è stato da più parti sostenuto – L’ autorevole parere della Prof.sa Lucia Travaini, docente di numismatica medievale all'Università di Milano

Alberto Zei by Alberto Zei
15 Aprile 2016
in Senza categoria
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Ipogeo dell’Elba – Possibili comparazioni in etruscologia  Lazio – Toscana
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  di Alberto Zei

 Sulla ipotesi della zecca –   E’ arrivata  di recente in  redazione la notizia che  un autorità in materia di numismatica, che nelle more della risposta del Ministero dei Beni culturali ad  una interrogazione presentata dal Senato, ha espresso il proprio autorevole parere sulla autenticità della zecca  marcianese.Si tratta della Prof.sa  Lucia Travaini, docente di numismatica  medievale all’Università di Milano, professionista di fama internazionale, considerata la maggiore esperta italiana di zecche e officine numismatiche, comprese  sicuramente quelle ubicate nel  nostro Paese, che così si esprime.

zecca

“L’esistenza di una zecca a Marciana, accennata da Zanetti – <studioso di zecche dei secoli scorsi> –  non trova conferme numismatiche e soprattutto gli ambienti nei quali oggi si presume abbia avuto sede non sono assolutamente idonei all’uso come zecca. Anche per zecche molto importanti e monumentali erano necessari aria e acqua per quasi tutte le fasi della lavorazione e la struttura sotterranea attuale sede del ‘Museo Numismatico’ non presenta nessun requisito idoneo (in genere si aveva un cortile interno con pozzo centrale su cui si affacciavano le officine). Gli ambienti sotterranei di cui si tratta avrebbero potuto essere usati come deposito di materiali prima di essere inviati alla zecca che doveva avere altra ubicazione. La  storiografia italiana (e non solo) presenta molti casi di zecche “inventate”, o per lo meno ingigantite, per amor patrio (quasi un mito delle zecche)”.

 La rilevanza nazionale dell’ ipogeo – Questo ritrovamento, è  stato preso anche in seria considerazione dal Parlamento. “Paese Roma”  aveva trattato già da tempo  riferito sul  rinvenimento di questo sito, ipotizzato: luogo sepolcrale etrusco di notevole importanza archeologica e patrimoniale.  Ma va anche detto,  che il manufatto è stato forse troppo affrettatamente  e allestito come  Museo della zecca  del Principato toscano di Piombino che sotto la signoria della famiglia Appiano,  comprendeva territorialmente anche l’ Isola d’ Elba.

Tombe a confronto

Archeologia comparata – Oltre alla rilevanza nazionale della scoperta, questo ritrovamento potrebbe prestarsi a mettere in relazione anche altri manufatti simili dell’ espansione   territoriale etrusca, che come è noto si estende, per quanto riguarda il Lazio, fin quasi alle porte di Roma  per proseguire poi,  con altri ritrovamenti anche nel basso Lazio. In tal senso, si  potrebbe ottenere da questo rinvenimento  nuovi elementi di comparazione architettonica nonché  di incisioni simboliche che di solito decorano pareti e volte. Si ipotizzano pertanto, nuovi arricchimenti culturali di questo misterioso popolo etrusco, proprio attraverso la nuova analisi semiotica comparativa che si avvale degli apporti conoscitivi di un sito per completare quella  meno evidente, in altri. Un esempio è il caso in corso con l’ipogeo in terra Toscana a Castellina in provincia di Siena per la sorprendente struttura architettonica che sembra realizzata dalla stessa impronta manifatturiera anche se l’ipogeo di Marciana  è unico nel suo genere per essere stato scavato  non nel tenero tufo che caratterizza quasi tutte le  tombe finora ritrovate, ma nel durissimo granito, che com’è noto è una delle più dure pietre della terra, a dimostrazione forse della indistruttibilità della tomba realizzata dalla potenza del ferro etrusco di cui l’Isola d’zecca e nevieraElba era una vera e propria fucina.

La rilevanza nazionale dell’ ipogeo –  Questo ritrovamento, come accennato, è stato preso anche in seria considerazione dal Parlamento, tanto che all’inizio dell’anno aveva dato luogo a un atto di sindacato ispettivo da parte di nove  Senatori di 5 Stelle che con la  Senatrice Sara Paglini dell’ area interessata, era stato presentato al Ministero dei Beni Culturali per  chiedere al Ministro Franceschini delucidazioni sull’argomento di per sé molto dettagliato nello stesso preambolo dell’interrogazione.

La questione  a tutt’ oggi, sta andando ancora per le lunghe in quanto i tentativi di chiarimento sulla ufficiale natura dell’ ipogeo    che il Ministero dei Beni  Culturali  avrebbe espletato  per il riconoscimento ufficiale di questo luogo recentemente portato alla ribalta della cronaca, vengono  ritardati di volta in volta con varie motivazioni da parte di coloro, persone ed Enti contro interessati, che avranno sicuramente le loro ragioni a sostegno
ma che tuttavia  non le rendono note.  Quanto contro interessati? Tanto quanto basta per rinviare di volta in volta  sine die, a Marciana,  l’accertamento della realtà dei fatti. Tra i vari motivi, uno di questi, ma non è il solo, è  che in quel sito il Comune di Marciana ha inteso allestire una struttura museale non a scopo dimostrativo di etrusche presenze ancorché sepolcrali, ma a ostentaziEtruriaone che allorquando l’isola d’Elba, intorno alla fine del medioevo, venne a far parte del Principato di Piombino sotto la Signoria della famiglia Appiano, fu realizzata una zecca;   zecca che  avrebbe battuto moneta del Principato, e quello sarebbe stato un luogo in cui questa sorgeva: meglio sarebbe dire in cui questa sprofondava, insieme ai fumi mortali della stessa fonderia, se in quell’ ipogeo la zecca vi  fosse veramente stata.

A questo  punto, almeno sotto il profilo numismatico, è ormai evidente  che l’impedimento al riconoscimento del luogo sepolcrale etrusco a causa della ricostruzione storica della zecca del Principato degli Appiano, malgrado gli amletici dubbi degli incaricati dalla Soprintendenza, dalla quale il Ministro attende ancora una chiara  risposta,  non trova ormai più alcun riscontro nella realtà.

Neviera o cisterna   –  Ma le vicissitudini non finiscono  qui  perché altre due  ipotesi si contrappongono ancora al riconoscimento ufficiale del sepolcro etrusco; ipotesi  che stanti auZone etruschetorevoli rappresentanti della Soprintendenza Archeologia di Firenze che le sostengono, non si è per il momento in grado di anticipare l’esito, anche se sarà difficile dimostrare che possa trattarsi di una neviera dalle tipiche caratteristiche come quelle riportate in figura, oppure di un  deposito d’ acqua,  la cui forma peraltro è abbastanza intuibile.Allo stato delle cosecon le dichiarazioni della Prof.sa  Travaini,
forse potrebbero essere già stati superati gli impedimenti  al riconoscimento ufficiale di questo ipogeo di cui si avverte la necessità,  non soltanto nell’ interesse di maggior conoscenza della cultura etrusca, ma anche per i nuovi aspetti di archeologia comparata che  oltre al Lazio si estende molto più   a nord.

In Francia ad esempio  nelle terre celtiche l’ etruscologia viene curata con particolare attenzione  intorno al  Golfo del Leone ma anche in Borgogna, come nel caso della  Tomba di Vix, della seconda metà del VI secolo a.C.    Ci ritroviamo insomma, di fronte a reperti etruschi che vengono studiati all’ estero  con quella somma cura che si  auspica possa essere dedicata anche in Italia  a questa grande scoperta.

Alberto Zei

Alberto Zei

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