È un viaggio nell’arte a tutto tondo quello che ci offre l’incontro con il Maestro Luciano Santoro. Nel suo studio di Ladispoli, dove ci accoglie, ad avvolgerci, sin da subito, è quell’impatto esclusivo che ogni luogo deputato all’atto creativo riesce ad esercitare.
Originario di Cese di Petruno, in provincia de L’Aquila, dove è nato nel 1941, Luciano Santoro trascorre un’infanzia già immersa in un ambiente artistico: suo padre era un pittore. Nel 1959 si trasferisce a Roma, e nella capitale, nel 1963, si diploma presso l’Istituto Statale d’Arte: “Qui ho avuto come insegnanti dei grandi Maestri –dice- Colla, Guerrini, Lorenzetti, Mazzullo”. Negli anni Sessanta inizia anche a realizzare le prime mostre per proseguire quel travolgente viaggio nell’arte che non ha mai interrotto.
Con noi ricorda alcuni dei momenti importanti che, durante gli anni, hanno segnato la sua carriera artistica: “Negli anni Ottanta, a Ladispoli, conobbi Filippo Conte –racconta- al quale mostrai alcune delle mie realizzazioni. Rimase colpito e a breve mi organizzò una mostra che fu un successo”. Tra gli avvenimenti, esposizioni e concorsi, in Italia e all’estero, che hanno segnato il suo percorso, si sofferma poi sulla collettiva sull’immigrazione realizzata nel 1992 a Palazzo Valentini a Roma. Numerose, nella vasta produzione del Maestro, sono le opere a soggetto sacro, oggi visibili all’interno di edifici religiosi in diverse regioni d’Italia. È dello scorso 10 agosto l’inaugurazione de “La storia di San Lorenzo e la gloria” presso la chiesa di San Lorenzo in località Petignano a Orte. Negli anni affianca alla sua attività di pittore e scultore l’insegnamento, che per molti anni ha svolto anche presso l’U.P.T.E.R. di Roma.
Un filo sottile, continuo e potente lega l’atto pittorico e scultoreo nella produzione del Maestro, che alle forme espressive assegna il compito di distinguersi e compenetrarsi. I sentimenti e le condizioni dell’esistenza si nutrono di intuitive e fluide trasparenze sulle tele, mentre è la materia a dar vita a quelle forme dinamiche, danze avvolgenti protese verso l’infinito, che esprimono il costante anelito alla vita.
Disegna, progetta, scolpisce, assembla, plasma Santoro. E ad ogni materia dona l’esclusiva e nobile funzione che solo l’arte può dare. Le sue opere attraversano il mondo, lo scrutano, ne rivelano risorse ed errori affidando ad una potenza espressiva immediata e dirompente il loro messaggio. I volti anelano, esplorano nei loro pensieri, chiedono, implorano, non di rado emergono da sfondi scomposti e tendenti al monocromo. È l’individuo, con i suoi sentimenti, con le sue paure e con le sue conquiste a definire quella complessa ed eterogenea impalcatura della vita che Santoro sviscera e racconta.
Con la serie delle Metamorfosi diviene evidente il processo che conduce alla privazione della forma. Le figure pian piano svaniscono per lasciare il posto a quell’idea, profonda e penetrante, che l’autore nutre e custodisce per restituirla con quella potente capacità espressiva che caratterizza ogni sua opera.
Autore di molti testi relativi al Maestro, curatore di diverse sue mostre, ad accompagnarci in questo viaggio alla scoperta di Luciano Santoro è Filippo Conte: “Ci siamo conosciuti negli anni Ottanta –ricorda- me lo presentò per puro caso un suo parente ed io notai subito le sue doti di grande maestro. Gli organizzai quindi subito una mostra nella vecchia sala del Consiglio Comunale di Ladispoli che allora si trovava nel quartiere Messico. Come curatore realizzai per lui anche il primo catalogo. Presentò in quell’occasione delle opere pittoriche e qualche scultura: la mostra ebbe un enorme successo”. Conte ha poi continuato a seguire la carriera artistica di Santoro durante il corso degli anni: “Luciano Santoro è un grande maestro d’arte che discende da una famiglia di artisti importanti – prosegue- è un artista che non ama copiare, dipinge quello che vede, la realtà, a volte anticipando tematiche che poi assumono rilevanza anche in epoche successive. Già quarant’anni fa affrontava il tema della droga”. La versatilità dell’artista è un’altra delle componenti che lo distinguono: “Sa trasformare tutto, da un pezzo di lamiera crea un’opera astratta –dice- Ogni giorno crea e realizza delle sculture importanti, che vanno dal bassorilievo all’altorilievo, alle sculture a tutto tondo anche di dimensioni monumentali”.