Nel paese del pugno di ferro, ha preso forma nel giro di un anno una grande rivoluzione. Il comando della polizia ha infatti affermato di che gli iraniani che non rispettano le leggi islamiche non saranno più soggetti ad arresto. La decisione è giunta dal comandante di brigata Hossein Rahimi durante un discorso a Teheran. Niente più “punizioni” ma un metodo basato sull’educazione, nell’idea che un approccio meno duro porti sulla via del rispetto delle norme religiose.
Tale novità coinvolge in primis le donne: costrette dalla Rivoluzione Iraniana ad indossare il velo, potrebbero, secondo fonti giornalistiche, non essere più soggette a tale obbligo in futuro. Contro il codice di abbigliamento iraniano alcune di loro hanno tentato già di mostrare i capelli fuori dal Khimar (velo). Non è passato molto però dal 6 febbraio, giorno in cui tutti i media internazionali hanno parlato di una protesta nel cuore di Teheran finita con l’arresto di 29 persone per coinvolgimento nelle proteste contro la legge sul velo obbligatorio del Paese.
In quell’occasione il web è stato invaso da foto di donne senza velo in pubblico e scese in piazza per protestare contro l’eccessiva severità nell’abbigliamento islamico dell’Iran. La polizia ha motivato i fatti attribuendo a influenze straniere le responsabilità dell’accaduto.
Il simbolo delle proteste rimane Masih Alinejad, giornalista e attivista iraniana, finita in manette il 28 dicembre. Si è fatta riprendere in una strada di Teheran con i capelli sciolti sventolando una bandiera bianca simbolo del “mercoledì bianco”.