Carol Rama alias Olga Carolina nata a Torino il 17 aprile 1918. Pittrice. Cresce in una famiglia medio borghese,suo padre ,Amabile, è un piccolo industriale che produce automobili col marchio Sintesi.
Carol inizia a dipingere da bambina assorbendo informazioni, conoscenze, stimoli da tutto ciò che la circonda.
In giovane età diventa amica di numerosi intellettuali dell’epoca; dal poeta Edoardo Sanguineti, al musicologo torinese Massimo Mila, dal pittore Albino Galvano all’architetto Carlo Mollino, Paolo Fossati ,Carlo Monzino, Luciano Berio, Eugenio Montale, tanto per citarne alcuni.
Fa della pittura una pratica per lei ininterrotta, un filtro attraverso cui elaborare immagini e oggetti del suo mondo quotidiano come mezzo con cui distillare sofferenze e convertirle nell’estasi dell’arte.
Meravigliosi gli acquerelli che dipinse a fine anni ’30 inizio anni ’40, dove emergono con soave rudezza,soggetti scabrosi ma anche decantati con una certa eleganza strutturale, tipica nei suoi dipinti.
Tutto ciò con dignitosa noncuranza verso le maschere benpensanti e le mode artistiche di quei tempi (la prima mostra fu chiusa prima ancora di aprire i battenti perché definita appunto scabrosa).
Caratterizzata da una grande maturità artistica e tecnica d’ideazione, Carol si accostó alla pittura a olio dove la sua sperimentazione continuò fino all’interesse per l’incisione, concretizzata nella splendida serie delle Parche.
Definita “astrattista”, negli anni Cinquanta entra a far parte del gruppo torinese del Movimento d’Arte Concreta ovvero Mac e poi partecipa alla Biennale di Venezia nel 1948 e nel 1950.
Attua negli anni Sessanta una svolta decisiva, una sorta di sua nuova iniziazione, dove l’oggetto/soggetto è inserito nella sua fisicità all’interno della rappresentazione pittorica stessa con la ricerca di nuovi materiali che entrano a far parte della composizione:camere d’aria e guarnizioni in gomma applicate su tele monocromatiche… Conservando tutta l’incisività dell’essere materia. Una sorta di ricordo omaggio all’attività aziendale del padre.
Difatti in alcuni quadri l’evidenza del materiale è maggiore,le camere d’aria non sono appiattite sulla tela ma sono fatte pendere, sporgere.
Nel 1979 espone per la prima volta alla galleria Martano di Torino gli acquerelli realizzati una quarantina d’anni prima, che verranno poi ripresi anche nel 1980 nella mostra itinerante curata da Lea Vergine
intitolata “L’altra metà dell’avanguardia”.
Nel 1985 le fù dedicata la prima ampia mostra antologica al Sagrato del Duomo di Milano.
A partire dagli anni Ottanta Carol usa spesso fogli già stampati su cui dipingeva, si trattava di disegni tecnici di architetti e ingegneri, pubblicati in album o fogli sparsi e usati come supporto capovolti rispetto al verso dell’opera finita, col il risultato di un prezioso contrasto tra la linearità e la precisione del foglio a stampa e il segno sicuro ma mosso dell’artista.
Il grande riconoscimento pubblico sul suolo italiano le arriva nel 2003, quando le viene conferito il Leone d’oro alla carriera in occasione della cinquantesima Biennale di Venezia.
Nel 2004 anche la sua città natale le dedica un’ampia antologica presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino (poi al Mart di Rovereto e al Baltic Museum di Gateshead) a cura di Guido Curto.
Fece altre importanti mostre negli anni a venire, tra le quali nel 2008 la mostra antologica al Palazzo Ducale di Genova a cura di Marco Vallora e nel 2009 ,rappresentata dalla gallerista Isabella Bortolozzi, a Berlino.
Da menzionare che proprio su segnalazione dell’Accademia Nazionale di San Luca di Roma, Carol Rama, rappresentata da Corrado Levi, riceve il prestigioso “Premio Presidente della Repubblica” dal Presidente in carica di allora ,Giorgio Napolitano, gennaio 2010.
Nel 2014 inaugura al MACBA di Barcellona un’imponente mostra monografica, a cura di Teresa Grandas, Beatriz Preciado e Anne Dressen, poi allestita al Musée d’art moderne de la ville de Paris (MAM) e, successivamente, a Helsinki, Dublino e, da ottobre 2016, alla GAM di Torino.
Il suo ultimo lavoro è del 2007 e chiude una lunga, intensa e brillante carriera durata oltre settant’anni.
Immortale.
“Il buio mi difende da quello che può succedermi ogni giorno, mi aiuta a superare le cose negative, è un’astuzia con cui credo di modificare un po’ la mia vita. Perché ogni nuova giornata è un’operazione molto bella e coraggiosa, ma anche così difficile. C’è chi si toglie le angosce facendo shopping, io col buio in casa…”
Carol Rama