Come apparso evidente nei giorni scorsi ormai la linea di forza dei ribelli si sta indebolendo e con essa il tentativo dell’Iran di aggredire il mondo arabo e di scalzare la supremazia saudita nel quadrante.
Sono passati ormai tre anni da quando i ribelli Houthi, finanziati e foraggiati dall’Iran insieme all’ormai satellite Qatar, hanno messo in atto un colpo di Stato nello Yemen. Golpe, per la verità, riuscito a metà visto che i ribelli controllano solo una parte del Paese e che non passa giorno senza che le forze governative e quelle alleate della Coalizione Araba non ne riguadagnino qualche pezzo.
Gli Houthi sono ormai divenuti un tassello fra i tanti che caratterizzano lo scontro al vertice fra Arabia Saudita e Iran, Paesi leader rispettivamente del sunnismo e dello sciismo mondiale.
La città roccaforte Houthi di Al Hudayadah, che i media arabi raccontano ormai pronta alla caduta. Lo Yemen, dopo aver visto per anni il suo territorio diviso a metà, dal 1990 si è riunuficato e gli Houthi (la minoranza sciita dello Yemen) appoggiavano apertamente Saleh. Nel 2004 il loro leader, Hussein al-Houthi (da cui il nome) viene ucciso e da quel momento inizia lo scontro col governo centrale. Nel 2012 Saleh viene deposto e al suo posto arriva Mansour Hadi, inviso agli Houthi che via via si fanno più dediti alla guerriglia e mettono a segno numerose azioni militari. Fino alla presa del palazzo presidenziale che però non ha portato alla caduta del potere centrale.
Presto, secondo quanto riportano i media arabi la città di Saada, roccaforte vera degli Houthi in Yemen, verrà invasa dalle truppe alleate che potranno dare il colpo finale ad un golpe tentato, che tiene in scacco e in stato di guerra un Paese intero. Come per il caso dell’Isola di Socotra occupata dalle truppe della coalizione araba per evitare che essa divenga un’altra roccaforte Houthi, appare piuttosto evidente come la volontà dei Paesi arabi sia quella di mantenere la stabilità nella regione intera, evitando ogni tipo di interferenza da parte del gigante iraniano che mira a dire la sua non solo qui ma anche nel resto del mondo arabo sunnita. Tentativo che si fa via via più difficile da realizzare. Riccardo Pompi