PIÙ SIAMO IN BASSO, PIÙ POSSIAMO SPERARE DI SALIRE; PIÙ SIAMO DISPOSTI A PROSTRARCI, PIÙ POSSIAMO SPERARE DI ARRIVARE AL CIELO.
Con questo estratto introduco il libro d’esordio di Barbara Marinello, On your knees. Esso si rivela uno studio sulle canzoni degli U2, a partire dai primi album fino ai più recenti, analizzando ogni canzone alla ricerca di riferimenti biblici e alla religione cristiana. Ad ogni pagina si evince come l’autrice ne abbia trovati in quantità, dimostrando una grande prova di fede – più o meno velata – tra le parole venute fuori dalla potente voce di Bono. Il titolo, On your knees (tratto da un verso di “Mysterious ways”, 1991) si rivela dunque un’esortazione dell’artista sull’umanità a “inginocchiarsi”, a cercare ben più delle cose terrene e materiali che ci circondano, ma anche qualcosa di spirituale, di superiore, che migliori la nostra vita.
Nella lunga carriera degli U2, tra mutamenti di percorso e adattamenti, è rimasta almeno una costante secondo il pensiero dell’autrice: ogni loro canzone descrive la condizione umana e la continua ricerca di Dio; un unico, grande inno a Dio, alla sua presenza e all’amore che ci dà.
L’autrice, in definitiva, individua religione, spiritualità e fede nella musica degli U2; la voglia di trasmettere un messaggio che perduri nella vita di tutti. Un modo per dire grazie, come lei stessa sostiene, a chi con musica e canzoni è stato così tanto parte della sua vita da essere “non solo rifugio ma anche guida”.
On your knees si rivela dunque un volume imperdibile, per i fan della band innanzitutto, ma anche per tutti coloro che ricercano spiritualità e fede in contesti inaspettati.
Come nasce quest’opera letteraria?
Una sera di alcuni anni fa, era nel dicembre del 2012, ero ad un concerto di una coverband degli U2 e ascoltando ’40’ ho cominciato a chiedermi: “Se questo brano è la messa in musica del Salmo 40 quanti altri riferimenti biblici potranno esserci nelle canzoni degli U2?” e così è nata l’idea del libro. All’inizio forse più per gioco, quasi un passatempo, poi, inoltrandomi nella ricerca, ho capito che c’era davvero tanto da dire. Ho iniziato a vedere gli U2 da un’altra prospettiva, quasi spaventata da quello che avevo trovato e che non ero mai riuscita a vedere prima. All’inizio del 2013 il libro è diventato una cosa seria, reale, e voleva essere un modo per dire grazie a chi con musica e canzoni era così tanto parte della mia vita da essere non solo rifugio ma anche guida.
Nel giugno 2014 la soddisfazione di vedere la versione italiana del libro finita e pubblicata, seguita a settembre dalla versione inglese.
Nel 2016 infine la pubblicazione cartacea.
Quale messaggio vuoi trasmettere a tutti coloro che si ritroveranno tra le mani questo libro?
Sono cosciente che nessuna analisi potrà mai sottolineare a sufficienza la forza del messaggio di fede e profonda spiritualità che Bono vuole infondere con le sue liriche ma spero che il mio tentativo di indagare quanta Bibbia ci sia nelle canzoni degli U2 possa rafforzare l’idea che questa non è solo una rock band ma è qualcosa di infinitamente più grande.
Leggi il mio libro perché…
Rispetto agli altri libri sulla Band, il mio è un libro molto tecnico e questo è tanto il suo punto forte quanto il suo punto debole. L’essere un libro così tecnico lo rende diverso da tutti gli altri, ma, lo ammetto, può a tratti risultare difficile e pesante da leggere. Credo di averlo reso interessante col parallelismo tra la Bibbia e le canzoni degli U2 e punto sul fatto che possa incuriosire scoprire quanta Bibbia ci sia effettivamente nei loro testi sapendo a priori quanto è sempre stato importante per Bono e per la band l’argomento religione. E poi è l’analisi religiosa delle loro canzoni fatta da un’atea.
Mi piace fare un esempio del mio lavoro riportando parte dell’analisi di ‘Vertigo’: “[Vertigo] è la canzone di apertura del disco e con i primi versi vediamo come essa si ricollega alla chiusura dell’album, in un cerchio perfetto: “unos, dos, tres, catorce” è un riferimento biblico. Si legge infatti come 1=primo testamento; 2=secondo libro; 3=terzo capitolo; 14=versetto quattordici, ovvero “And God said unto Moses, I AM THAT I AM: and he said, Thus shalt thou say unto the children of Israel, I AM hath sent me unto you”. I AM altro non è che Dio, più precisamente il nome che Dio stesso si da. E dopo questo inizio l’album si conclude con una canzone dal titolo‘Yahweh’, che è ancora il nome di Dio. E il cerchio si chiude”.
E poi questo libro è una lettura religiosa data da un’atea…
Progetti futuri?
Si, ho in testa una mezza idea per un altro libro, sempre sugli U2 ma tutt’altro argomento. L’idea va approfondita e sviluppata, ma c’è e presto prenderà la sua forma definitiva.
Il libro merita 5 stelle su 5 dunque… correte a acquistarlo!