Nasce a La Spezia, nelle acque della baia di Santa Teresa, un laboratorio hi-tech a cielo aperto per monitorare in tempo reale alghe, briozoi, molluschi e coralli, organismi ancora poco considerati ma di estrema importanza per le strategie di adattamento e mitigazione del cambiamento climatico.
La piattaforma di ricerca collaborativa, la prima e ufficiale “smart bay” italiana, è promossa da ENEA insieme a CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), Comune di Lerici, Scuola di Mare Santa Teresa e Cooperativa Mitilicoltori Associati.
Come riporta l’agenzia Askanews, l’iniziativa è stata presentata proprio ieri, giovedì 20 maggio, in occasione della Giornata europea del mare. E mira a una gestione coordinata delle infrastrutture di ricerca marina e atmosferica e alla sperimentazione di tecnologie avanzate a supporto di settori ad alto potenziale di crescita e occupazione sostenibili quali: l’acquacoltura, il turismo, le biotecnologie marine e l’energia dal mare, in linea con le finalità del cluster tecnologico Blue Italian Growth (BIG) nel più ampio contesto della strategia europea Blue Growth. Nell’ambito del progetto pilota – si legge nella notizia pubblicata sul settimanale ENEAinform@ – si studierà il ruolo svolto da questi ecosistemi marini presenti nella baia e nel golfo nel fornire “servizi ecosistemici”, quali la regolazione del clima, il supporto e la fornitura di habitat oltre che il contributo culturale ed estetico. Partecipano al progetto CNR, Comune di Lerici, Cooperativa Mitilicoltori Associati, Scuola di Mare, le Università di Firenze, Pavia, Portsmouth e Sapienza, la Stazione zoologica di Napoli e l’azienda W-SENSE. Oltre ai dati sulla fisiologia degli ecosistemi (respirazione, fotosintesi, calcificazione, crescita) in condizioni attuali e future, tramite l’uso di droni terrestri e marini verranno acquisite anche la distribuzione ed estensione di alcune specie. Sonde in situ e campagne di misura settimanali e mensili consentiranno, inoltre, di rilevare parametri quali pH, pCO2, calcite, aragonite e nutrienti, mentre dalla stazione meteo ENEA giungeranno le misure di temperatura, salinità e ossigeno. Grazie alla collaborazione con l’Università La Sapienza, verranno testati sistemi di sensori ad alta tecnologia ideati dall’azienda W-SENSE che acquisiranno dati di temperatura, corrente ed ossigeno nella baia e in altri siti nel golfo, compresa la mitilicoltura, rendendoli fruibili in tempo reale via wi-fi dagli stakeholder locali. Le informazioni raccolte verranno poi analizzate anche con un approccio economico, sociale ed ecologico, con l’obiettivo di assegnare a questi ecosistemi un valore economico.
“Comprendere il funzionamento di questi ecosistemi marini, l’influenza reciproca con l’ambiente che li circonda ed infine migliorarne la percezione sociale rappresentano il punto di partenza per pianificare una vera transizione ecologica che coinvolga ricercatori, stakeholder, amministratori del territorio e cittadini”, sottolinea Chiara Lombardi, ricercatrice del laboratorio ENEA di Biodiversità e servizi ecosistemici presso il Centro ricerche di Santa Teresa. “Smart Bay Santa Teresa nasce per creare una piattaforma di dialogo e promuovere la cooperazione tra diversi attori su un territorio piccolo ma prezioso, affinché attraverso lo scambio e la collaborazione si indirizzi il lavoro verso una crescita Blue, che sia di ricerca, innovazione, produzione o turismo, con gli ecosistemi e la tecnologia al centro”. Intervistata dal TG1 la dottoressa Lombardi ha aggiunto: “da questi ecosistemi, insieme a tutti gli ecosistemi marini, dipende la vita, per esempio, il rilascio di sostanze che permettono la respirazione, l’ospitalità di tantissime altre specie di organismi, e quindi arricchiscono la biodiversità”. E, concludendo “un mare ricco di tanti organismi ed estremamente biodiverso è un mare sano”.
Gaia Pandolfi