Era il 21 giugno 2001 quando un giovane cantautore, dotato di una voce dal suono avvolgente e denso, faceva il suo esordio con il brano Perdono scritto con la ‘X’. Stiamo parlando di Tiziano Ferro, che con il suo primo singolo, tra il 2001 e il 2002, raggiunse i vertici delle classifiche europee e anticipò il primo album in studio Rosso relativo, uscito il 26 ottobre dello stesso anno e promosso dai singoli L’olimpiade (26 ottobre), Imbranato (18 gennaio 2002), Rosso relativo (7 giugno) e Le cose che non dici (4 febbraio 2003). Da allora l’artista ha collezionato un successo dopo l’altro, oltre a premi prestigiosi e tour da tutto esaurito.
Con un post su Instagram Tiziano Ferro ha ringraziato tutti per i suoi primi 20 anni di carriera che avrebbe voluto festeggiare con un tour preparato per l’occasione, ma di recente ha fatto sapere di aver deciso di rimandarlo al 2023 a causa della pandemia.
Tiziano Ferro è nato il 21 febbraio 1980 a Latina, da papà Sergio, geometra, e mamma Giuliana, casalinga. Il cantante, che ha un fratello minore, Flavio, si era avvicinato alla musica sin da bambino.
Dopo aver lavorato come speaker in alcune radio locali della sua città, Tiziano Ferro a 16 anni entra nel coro gospel di Latina, perfezionandosi poi all’Accademia della Canzone di Sanremo. Dopo la maturità scientifica, si avvicina allo studio della chitarra classica, della batteria e del pianoforte.
Dal 2016 il cantautore vive a Los Angeles, ed è proprio lì che incontra il suo futuro marito il produttore Victor Allen. La coppia convola a nozze a Sabaudia infatti nel 2019.
Scopriamo insieme il messaggio che Tiziano Ferro, uno dei cantautori più popolari e amati dal pubblico, ha lasciato sulle sue pagine social ripercorrendo le sfide che ha dovuto affrontare nella vita e nella sua carriera. Un omaggio ai suoi 20 anni di musica con un pensiero speciale rivolto anche alla sua amata Latina:
“Ho provato a contare questi 20 anni di carriera con i ‘mi dispiace’ – si legge nel post -. Ho un rapporto strano con il ‘mi dispiace’. Mi dispiace per questo virus e per il fatto che come sempre ne hanno pagato le conseguenze i più deboli. E mi dispiace davvero per chi – durante gli ultimi tempi – ha vissuto tanto dolore”.
Ma poi ci sono i “per fortuna”. “‘Per fortuna’ ci sono stati: Dio, la mia famiglia, Victor, gli amici che si sono strappati di dosso gli impegni per esserci sempre. Il mio maestro in quarantena Beau che mi ha insegnato fede e pazienza per poi andare via – e io non dimenticherò più. La mia unica città: Latina – per la vita e per la morte. Alcolisti Anonimi e il dono della sobrietà. I colleghi che mi hanno ispirato e anche i detrattori che mi hanno ferito – perchè no?!?”.
Non poteva poi mancare un passaggio dedicato ai “lavoratori che con dignità si sono fatti strada a picconate attraverso gli ultimi due anni – ai quali sarò sempre pronto a dare una mano” e alle “persone buone, educate e gentili”.
Poi la chiosa: “Una carezza a me stesso per tutte le volte che – durante gli ultimi venti anni – ho dimenticato chi sono. Due decenni, una collezione infinita di disfatte ma non mi sono mai sentito giudicato, additato, tradito, ferito. E sto parlando di chi mi segue. L’accettazione comune della parola è fan, io la uso perché è quello il titolo. Ma dico solo: “Vi voglio bene, grazie”!”
Patrizia Faiello