Il “sistema” delle calunnie lanciate in tribunale contro gli uomini da parte delle proprie ex compagne ha rischiato di fare un’altra vittima, ma le accuse erano talmente infondate da costringere lo stesso Pubblico Ministero a chiedere l’assoluzione di Gianluca Sordo, sia pure dopo un lungo calvario giudiziario che, per l’ex calciatore di serie A, ha rappresentato una sorta di “condanna anticipata”. Le false accuse della ex, infatti, erano ricche di particolari totalmente inventati ma tali da far scaturire la richiesta di rinvio a giudizio ed un lungo processo, durante il quale quelle stesse accuse sono state completamente “smontate”, sollecitando il PM, all’esito dell’istruttoria, a non sostenere l’accusa contro l’ex calciatore di Torino, Milan, Bari e della Nazionale Olimpica.
Tuttavia, il lungo iter giudiziario generato dalle calunnie, vista la notorietà della vittima, ha fatto scaturire il tipico “attacco al mostro” sbattuto nelle prime pagine dei giornali, che ancora un anno fa titolavano, con tanto di foto delle abusate scarpe rosse: “Massa. Ex calciatore a processo per violenza sessuale” (Il Tirreno dell’11/5/2023) e “Violenza sessuale e maltrattamenti, ex calciatore di serie A alla sbarra” (La Nazione/Massa Carrara dell’11/5/2023); un danno che nessuna sentenza di assoluzione potrà mai ripagare e che dovrebbe fare riflettere le istituzioni sulla necessità di rimodulare la previsione codicistica del reato di calunnia, garantendo alle migliaia di vittime – quasi tutti uomini – la certezza di una condanna detentiva per le colpevoli e la possibilità di un risarcimento economico adeguato alla sofferenza patita.
Gianluca Sordo, peraltro, era già stato vittima di una grave aggressione nel 2005, a causa della quale è stato costretto in coma per un lungo periodo e forzato all’abbandono della carriera calcistica, senza poi ottenere alcun risarcimento in sede civile.
Che le accuse dell’ex compagna (maltrattamenti, lesioni personali e violenza sessuale) fossero prive di fondamento lo si può leggere con cristallina chiarezza nella sentenza di assoluzione; una sentenza che ripercorre i fatti nei loro reali accadimenti storici e che restituisce dignità all’imputato, assolvendolo pienamente da ogni accusa e sottolineando come le accuse rivolte all’ex siano del tutto prive di fondamento. Riguardo ai maltrattamenti, infatti, i magistrati scrivono: È significativo della litigiosità di coppia su un piano paritario ed, in particolare, del fatto che [l’ex-compagna] fosse di solito reagire con uguale se non superiore aggressività ai comportamenti che reputava ingiusti del Sordo.
I litigi erano dovuti alla gestione del figlio della coppia. In un episodio del 2021 – come si legge in sentenza – l’ex aveva immediatamente reagito [al litigio] …dando schiaffi e un pugno al Sordo, provocandogli, … anche la scheggiatura dell’incisivo inferiore e una tumefazione parietale sinistra. Per il resto, dinamiche ben note alle decine di migliaia di papà ostacolati dopo la separazione ad esprimere compiutamente – e a volte a non poterlo esprimere affatto – il proprio ruolo di cura dei figli da madri senza scrupoli: false malattie dei bambini, impedimenti ad andare in vacanza nei periodi stabiliti dal tribunale, aggressività costante e turpiloquio; tutti comportamenti presenti nella vicenda di Gianluca Sordo.
Riguardo all’accusa più infamante, la presunta violenza sessuale, secondo i magistrati non stava in piedi, poichè persino dopo il 2021 l’ex-compagna si vantava di aver avuto rapporti sessuali fino all’ultimo con l’ex compagno, che provocava talvolta inviandogli anche foto osè. Domani quando vieni a prendere il bambino lascialo fuori dal cancello altrimenti dobbiamo sempre fare sesso, scriveva l’ex nel 2021 mesi dopo la presunta violenza. La conclusione dei magistrati è che il sesso era stato sempre consensuale. Assurde poi le accuse di violenza economica: l’ex compagna vive nella villa familiare, non paga bollette, ha avuto due auto in regalo, diecimila Euro per la sua attività e ha l’assegno per il mantenimento del figlio. D’altra parte mai Gianluca Sordo si è tirato indietro sui bisogni del figlio.
Chi restituirà all’ex calciatore e alla nuova moglie che lo ha coraggiosamente difeso in questi due anni l’immagine rovinata nel piccolo centro in cui vivono? Subito dopo gli articoli di giornale che lo dipingevano come “il mostro”, esponendolo di fatto alla pubblica gogna prima dell’inizio del processo, Gianluca Sordo si era chiuso in casa e non voleva più uscire, tanta era la vergogna per le false accuse. La violenza della calunnia ricevuta lo ha costretto a rinunciare a rapporti con amici e parenti, a subire l’intromissione della ex nel suo nuovo rapporto, ad altissime spese legali, a doversi curare con psicofarmaci per via della depressione che è sorta a seguito del terremoto giudiziario che avrebbe distrutto del tutto la sua vita se non avesse vicino la sua nuova compagna.
La presidente di LUVV – Lega Uomini Vittime di Violenza – Rita Fadda (nella foto), in riferimento alla vicenda, afferma “Ci chiediamo se sia necessario sprecare il tempo dei magistrati e i soldi dei contribuenti per finanziare i CAV, che anche in questo caso di calunnia aggravata hanno avuto un ruolo, ancora tutto da chiarire. Le operatrici dei CAV credono a qualsiasi cosa gli venga detta da chi richiede il loro intervento? Non dovrebbero effettuare verifiche severe, anche ai sensi dei codici di condotta stabiliti per gli enti e i professionisti che ricevono finanziamenti pubblici? Le avvocate e gli avvocati che lavorano con e per i CAV non sarebbero soggette al rispetto delle norme deontologiche a cui sono sempre soggette, in particolare dell’obbligo di verità e di quanto stabilito dall’art. 88 del Codice di Procedura Civile in termini di probità e lealtà? Con i CAV, invece, il falso principio del ‘Believe Woman’ viene elevato a verità assoluta, quasi come se fosse una forma di religione; ma ricordiamo a tutti che il 95% delle denunce di violenza ai danni per maltrattamenti non esita in condanna, e questo dato è certamente conosciuto dalla c.d. rete antiviolenza, che vive del supporto finanziario del governo generato in gran parte dal numero degli interventi effettuati, il tutto in assenza di controlli adeguati”.