Tra dazi e disastri avvenuti ed evitati il logorio delle guerre continua. Ma nel bilancio funesto anche un altro incidente aereo.
Infatti un altro incidente aereo che causa morti. Stavolta è accaduto a Philadelphia. Il bilancio finale è di sette morti. Sei, sono quelli che non sono sopravvissuti allo schianto di un’eliambulanza su un quartiere a nordest della città. A questi si aggiunge un’altra vittima che ha perso la vita per le conseguenze dello schianto a terra. L’equipaggio era formato da una bambina malata e sua madre, un pilota e un copilota, un paramedico e un medico. Erano messicani, come pure la compagnia aerea. La bambina stava tornando il Messico dopo aver ricevuto cure mediche a Philadelphia. Le ragioni sono ancora da accertare. Il velivolo era diretto verso l’aeroporto nazionale di Springfield-Branson nel Missouri dove avrebbe dovuto fare rifornimento per poi proseguire verso la sua destinazione finale di Tijuana, in Messico.
Sempre dal cielo morti e feriti, ma stavolta per motivi di guerra. Il bombardamento di Omdurman, alle porte di Khartoum in Sudan. Il bombardamento di artiglieria è stato realizzato dalla forze paramilitari Rsf ha prodotto cinquantaquattro morti.
Pare non abbia determinato decessi, invece, un altro attacco militare realizzato dai missili russi a Odessa. I Ucraina. Danneggiati edifici storici e ferite sette persone. Odessa è sito del patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky ha condannato l’attacco come “atto deliberato”. Fra gli edifici danneggiati nel bombardamento, la sala della Filarmonica di Odessa.
Non è una guerra ma comunque una politica ostile quella che conferma il presidente americano Trump attraverso i suoi dazi. Donald si spinge anche oltre. Nel frattempo fa scattare la misura contro Messico, Canada e Cina. Annuncia anche di non fermarsi lì. Prevede altre tariffe ad ampio raggio col quale cambiare le regole del commercio globale. Settori specificamente di mira sono quello del petrolio e gas, dai chip ad acciaio e alluminio.
Sempre in tema di bollettino di morti o di gravi danni, c’è anche il bilancio di quelli evitati. Prova a farlo il ministro Matteo Salvini con la sua riforma nel codice della strada. Nel primo mese dall’entrata in vigore ci sono stati 508 incidenti in meno, 43 morti in meno registrati da polizia e carabinieri.
Ma il suo governo deve incassare un altro no dai giudici che bocciano anche il terzo trasferimento di migranti in Albania. Non sono trattenuti al centro di Gjader, come era successo nei due casi precedenti. Si rinvia alla Corte di giustizia europea il compito di diramare i dubbi sul fatto che un Paese possa qualificarsi come sicuro. A decidere è la Corte d’Appello di Roma, quindi gli immigrati sono rientrati a Bari. Oramai il governo lavora d’intesa coi giureconsulti e deve aspettare il pronunciamento della Corte di giustizia europea.