ROMA – Una marcia per la Pace: grande partecipazione alla manifestazione organizzata dal Movimento 5 Stelle: 100.000 persone per gli organizzatori hanno risposto alla chiamata del presidente Giuseppe Conte. Da Piazza Vittorio ai Fori Imperiali un fiume di gente per ribadire il proprio NO al riarmo. E Diverse le sigle politiche e della società civile che hanno aderito alla manifestazione con tante bandiere per dire NO alle armi.
Diversi gli interventi del palco dai Fori Imperiali: tra gli altri lo storico Alessandro Barbero, il rettore dell’università per stranieri di Siena Tomaso Montanari, il direttore di Greenpeace Giuseppe Onufrio, il direttore del Fatto Marco Travaglio, il padre missionario Alex Zanotelli.
“Faceva parte del nostro programma elettorale alle scorse europee: siamo e saremo costruttori di pace. NO al riarmo, NO ai tagli a sanità, scuole e lavoro. Questo è solo l’inizio: continueremo a far sentire la nostra voce in Europa, in Italia, dentro e fuori le istituzioni. Con forza, coraggio e visione, continueremo a portare avanti i nostri valori”: così uniti con il presidente Giuseppe Conte i pentastellati europei Danilo Della Valle, Carolina Morace, Valentina Palmisano, Dario Tamburrano, Pasquale Tridico, Giuseppe Antoci, Mario Furore e Gaetano Pedullà.
Il ringraziamento del presidente Giuseppe Conte a tutti i partecipanti: “Con noi nasce una grande alternativa all’Italia del riarmo, dei tagli alla sanità, alla scuola, alle imprese. Li fermeremo. Tutti insieme. È solo l’inizio. E’ arrivato un no forte e chiaro allo sperpero di 800 miliardi per riarmare l’Europa, una follia. Si è rotta la luna di miele che Meloni racconta agli italiani con le sue menzogne.
Un sincero affettuoso ringraziamento a tutti coloro che hanno partecipato: c‘è chi ha viaggiato in pullman tutta la notte, provando a dormire qualche ora. C’è chi ha aspettato il raduno del corteo per ore, seduto su una panchina parlando di politica di fronte a un panino, con la passione che batte la stanchezza. C’è chi non aveva mai partecipato prima
a una manifestazione, ma ha sentito il bisogno di esserci anche se ha smesso da tempo di credere nella politica. C’è chi a 93 anni ha buttato il cuore oltre l’ostacolo perché la guerra l’ha vista e non vuole più sentirne parlare. C’è chi va a scuola e ci ha tenuto a mettersi in testa al corteo per far sentire la sua voce a un Paese che la sua voce non l’ascolta mai. C’è chi non è potuto intervenire, era lontano per motivi di lavoro, ma si è impegnato per farci pervenire il suo messaggio, consapevole delle decisioni storiche che si stanno assumendo. C’è chi fa ricerca da una vita, ha vinto anche un premio Nobel, e si è confuso tra la folla senza clamori, con grande semplicità e umiltà, doti sempre più rare. C’è la mia comunità politica, il Movimento 5 Stelle, che prende insulti tutti i giorni e comunque viene trattata con sussiego, ma ha una forza, una coerenza, una sincera fiducia di cambiare il Paese che mi fa sentire davvero orgoglioso, fino alla commozione, di farne parte. Vorrei fermarmi a guardarli negli occhi uno a uno, con un cenno di intesa. La mia gratitudine va a tutti voi. Un mare di partecipazione che ha travolto l’indifferenza, il fango, la propaganda a reti unificate, il terrorismo psicologico di chi guarda dall’alto in basso, ed è ormai ben lontano dai bisogni reali delle persone. Con questa spinta popolare, dal basso, umile e generosa possiamo cambiare davvero le cose. Io vi prometto il mio massimo impegno”.
“Quante emozioni a Roma – sottolinea l’europarlamentare Carolina Morace – un mare di cittadini è sceso in piazza insieme a noi per dire un chiaro e forte NO al folle piano di riarmo! La pace non si costruisce con le armi, ma con il dialogo, la solidarietà e i diritti. Il nostro presidente Conte parla con chiarezza e coraggio di un governo che sta smantellando pezzo dopo pezzo i diritti, la cultura, la giustizia sociale. Ma soprattutto rivendica ciò che troppo spesso si dimentica: un’opposizione vera esiste e siamo noi. Siamo quelli che non si piegano, che non si lasciano comprare con poltrone o compromessi, che mettono la pace, l’uguaglianza e la dignità delle persone prima di tutto. Quando dice che “la destra vuole normalizzare l’autoritarismo”, non è allarmismo. È realtà. E il nostro dovere, oggi più che mai, è resistere, proporre, lottare. Con le idee, con il lavoro quotidiano e con la forza delle persone che credono in un’Italia diversa”.
“Faremo le barricate pur di spendere bene i soldi dei Fondi di Coesione – ammonisce l’europarlamentare Valentina Palmisano – questi aiuti servono al Sud Italia e non per ingrassare le lobby delle armi. Deviare i fondi di coesione verso le armi è una follia che penalizza cittadini e territori già in difficoltà. Quei soldi servono per scuole, sanità, lavoro e sviluppo. L’Europa non può trasformare il riarmo in una scorciatoia economica. La vera sicurezza è garantire diritti e dignità, non alimentare nuove guerre. La politica deve stare dalla parte delle persone, non dell’industria della bellica”.
“Siamo la vera e unica alternativa alla politica dei guerrafondai, che vuole lasciare ai nostri figli un’Italia e un’Europa senza futuro – afferma l’europarlamentare Mario Furore – sono inoltre fiero dei miei colleghi del M5S Europa, con cui stiamo portando al Parlamento europeo la vostra, la nostra voce per la pace. È difficilissimo, perché ci sono in gioco gli interessi di potenti lobby, ma il vostro affetto e la vostra vicinanza ci danno l’energia per continuare con ancora più forza. Come MoVimento 5 Stelle Europa stiamo continuando la nostra battaglia contro il folle piano da 800 miliardi da buttare in armamenti. Per noi le priorità sono altre: sanità, lavoro, un futuro di prosperità per i nostri giovani”.
“Una piazza bellissima, una piazza per la Pace – commenta l’europarlamentare Giuseppe Antoci – Abbiamo gridato a tutti che diritto alla salute, lavoro dignitoso, istruzione e giustizia, sono solo alcune delle cose che vengo prima del folle riarmo di 27 Paesi! L’Europa che vogliamo è colorata di diritti non di bombe”.
Vogliamo un’Europa di speranza, non di paura – puntualizza l’europarlamentare Dario Tamburrano – Un’Europa unita che guardi al futuro con coraggio, non con i missili. Che costruisca sviluppo, benessere, pace, solidarietà, uguaglianza e diritti. Le nuove generazioni non meritano di vedere il loro futuro gettato nell’ombra del terrore e del sacrificio da questo folle piano di riarmo marchiato von der Leyen. Noi non ci stiamo e continueremo a batterci perché tutto questo non accada. Continueremo a far sentire la nostra voce in Europa, in Italia, dentro e fuori le istituzioni. Con forza, coraggio e visione, continueremo ad essere costruttori di Pace”.
La partecipazione imponente e trasversale a Roma – chiarisce l’europarlamentare Pasquale Tridico – dimostra che esiste un Paese che rifiuta la logica della guerra e chiede un’alternativa fondata sul dialogo, sul disarmo, sulla dignità. C’erano giovani, lavoratori, famiglie, associazioni, studenti. Una piazza vera, popolare, consapevole. Non possiamo permetterci di ignorarla. Chi fa politica ha il dovere di trasformare quella voce in scelte. Noi continueremo ad essere costruttori di pace. In Italia, in Europa, ovunque servirà”.
A chi vuole riarmare l’Europa e cancellare i 5 stelle la nostra piazza ha risposto con una forza straordinaria – rimarca l’europarlamentare Gaetano Pedullà – centomila costruttori di pace che hanno seppellito il partito trasversale della guerra. Che orgoglio essere insieme a tanti cittadini liberi e coraggiosi dalla parte giusta della storia”.
Con una riflessione poi attenta sulla strage di bambini a Gaza: “490 bambini uccisi in 20 giorni. Quasi 500 piccoli corpi senza vita, strappati alle loro famiglie, vittime innocenti di una violenza disumana. Non si può più restare in silenzio davanti a questa carneficina. L’Unione Europea ha il dovere morale e politico di alzare la voce, pretendere un cessate il fuoco immediato e fermare questo genocidio. Non è più una questione geopolitica: è una questione di umanità. Stop al massacro a Gaza. Stop al genocidio”.
“La politica della guerra ha fallito – conclude l’europarlamentare Danilo Della Valle – Per tre anni hanno insistito su armi e conflitti senza una strategia per la pace. È ora di fare una riflessione seria. Dobbiamo tornare a parlare di diplomazia, di dialogo, di sicurezza comune. Non possiamo permetterci di ignorare la necessità di una nuova conferenza di Helsinki. Nel 1975 l’Europa, gli Stati Uniti, la Russia si sono seduti al tavolo, hanno parlato, hanno trovato un accordo. Forse, proprio ora, è il momento di riprendere quel cammino. La pace non si fa con le armi, ma con la volontà di mettersi attorno a un tavolo per risolvere i conflitti. La guerra non è la risposta”.