«I costi operativi legati a queste attività superano i 60 milioni di euro l’anno, a cui si aggiungono fino a 150 milioni di euro di costi ambientali indiretti, legati al traffico, ai consumi di carburante e all’inquinamento» sottolinea Giorgio Mottironi dell’ICSR.
In una città come Roma, dove ogni anno si aprono tra i 300 e i 600 cantieri per la manutenzione del manto stradale, la gestione dei materiali rappresenta una delle principali criticità ambientali ed economiche. Oltre un milione di tonnellate di rifiuti inerti viene movimentato annualmente, pari a circa 55 mila viaggi di autocarri, con un impatto sulla viabilità e sulle emissioni di CO2 tutt’altro che trascurabile. A metterlo in evidenza sono i dati dell’International Center for Social Research (ICSR), elaborati da Giorgio Mottironi, Energy and Environment Senior Researcher.
«Le tonnellate di inerti rimossi, infatti, oscillano tra le 1.600 e le 3.200 ed è su questi valori che occorre prevedere la gestione operativa per la reintroduzione degli stessi, presso impianto autorizzato al riciclo e con la messa in opera di materiali certificati per il ripristino stradale» commentano gli esperti del Gruppo Seipa, realtà impegnata dal 1968 nell’attività di fornitura di materiali e servizi per le attività di costruzione e demolizione (C&D).
Secondo le stime dell’ICSR, i costi operativi legati a queste attività superano i 60 milioni di euro l’anno, a cui si aggiungono fino a 150 milioni di euro di costi ambientali indiretti, legati al traffico, ai consumi di carburante e all’inquinamento.
Il quadro delineato fino ad ora presenta una situazione di indubbia complessità. Ma intenta a superare questa condizione è la ricerca delle aziende, soprattutto nel caso del Gruppo Seipa dove la propria attività di ricerca e sviluppo (su tecnologie e materiali) suggerisce alla società le diverse direzioni in cui muoversi per continuare a garantire impianti certificati e una filiera sostenibile.
Investimenti nella ricerca per impianti mobili e materiali derivanti da quelli riciclati dimostrano la possibilità di pensare concretamente ad una soluzione tecnologica che sia in grado di ridurre gli impatti ambientali, economici e sociali delle attuali pratiche. Risparmiare sui costi, dunque, è possibile. L’impiego di materiali riciclati ed innovativi, sommato all’utilizzo di un mezzo speciale (che riesca a dimezzare viaggi e spreco di materiali), potrebbe generare un risparmio di oltre il 30% sui costi. Più precisamente, tale soluzione sarebbe in grado di produrre un risparmio del 32% sui costi totali e del 35% sui costi operativi.
L’efficienza ottenuta – secondo i dati elaborati da Giorgio Mottironi per l’International Center for Social Research – porterebbe a una riduzione dei costi operativi annui compresa tra 10 e 20 milioni di euro, mentre con minori consumi di gasoli i costi per la collettività si ridurrebbero ulteriormente fino a 30 milioni di euro.
«Il vero valore aggiunto di una simile soluzione è quello di favorire benefici umani. Dalla rapida vita di un cantiere, in effetti, gli impatti sul traffico saranno notevolmente ridotti e migliore sarà la qualità della vita delle singole persone» affermano così gli esperti del Gruppo Seipa, ribadendo l’importanza di una nuova metodologia operativa con materiali altrettanto innovativi che permetta di risparmiare economicamente e promuovere benefici socio-ambientali.