Noi umani siamo fatti così, abbiamo bisogno di eroi. Figure che ci offrano chiavi di lettura del mondo. E chi sono i nostri supereroi oggi? Spesso personaggi usciti da un fumetto, da un film, da un videogioco. Li incrociamo ovunque, li indossiamo sulle t-shirt, li collezioniamo sugli scaffali. Personaggi che a prima vista sembrano solo storie, ma che in realtà, senza che ce ne accorgiamo, parlano proprio a noi, alle nostre paure, ai nostri desideri, alle nostre eterne battaglie. Poi se questi eroi vengono rivisitati con un linguaggio nuovo, proprio come fa Roberto Mazzeo, ripensandoli attraverso opere d’arte classiche e in contesti insoliti, allora diventano doppiamente eroi. Portano con sé molteplici livelli di interpretazione.
La prima volta che ho visto un’opera di Roberto Mazzeo, conosciuto nel mondo dell’arte come Easypop, ho provato un misto di familiarità e leggerezza. Conoscevo quei personaggi, certo, li ho visti e rivisti mille volte. Ma nelle sue opere è come guardare un amico d’infanzia sotto una luce nuova, e scoprire che ha un mondo interiore di una ricchezza inaspettata. Perché le sue creazioni non sono un semplice rimando al già visto. Innescano un corto circuito concettuale, straniante e potente, proprio per la loro collisione con l’arte “alta”. Mazzeo gioca con una commistione audace tra l’universo pop e i grandi capolavori classici, che diverte e spiazza.

Prendiamo ad esempio il suo “Bugs Bunny“ che rilegge con ironia il mito di Amore e Psiche, oppure “Guardie e ladri“ dove due cartoni giapponesi si stringono in un bacio che cita esplicitamente il dipinto di Francesco Hayez. È proprio questo dialogo con la solennità dell’arte a farci percepire l’umanità imperfetta di queste icone moderne, rendendole stranamente vicine, umane, prigioniere come noi delle loro (im)possibili debolezze.
Ho fortemente voluto questa mostra che aprirà i battenti dal 15 al 28 maggio 2025 negli spazi di Micro perché c’è qualcosa di ironico e profondo insieme. La sua arte va oltre l’apparenza del pop e analizza con intelligenza e sottile umorismo il nostro immaginario collettivo. Mazzeo eleva questi “simboli” contemporanei a strumenti per comprendere meglio la nostra natura umana. Ci fa vedere come, dietro i costumi e i superpoteri, ci siano le stesse domande di sempre sull’amore, sulla morte, sul nostro posto nel mondo.
E poi c’è la sua ultima ricerca, gli strappi d’affresco. Una tecnica laboriosa che Mazzeo ha fatto sua. La scelta non è casuale: in un’epoca in cui tutto è digitale, volatile, pronto a scomparire con un click, compie un’operazione controcorrente. Dipinge su intonaco fresco con terre naturali per poi strappare fisicamente l’opera dalla parete e trasferirla su tela. Un gesto che è insieme distruzione e preservazione.
Qualcosa di antico che diventa sorprendentemente contemporaneo. Strappare questi eroi digitali, effimeri per definizione, nati per essere riprodotti infinitamente sugli schermi, e trasformarli in pezzi unici, con una loro fisicità e imperfezione. È come se Mazzeo volesse salvare questi personaggi dal loro destino fugace, donando loro la stessa importanza delle opere d’arte che durano nei secoli.

Perché non si tratta solo di supereroi, ma di figure fuori contesto, ibridate in una commistione giocosa con l’arte classica. Napoleone che attraversa le Alpi di David si trasforma nel leggendario Jeeg Robot d’acciaio a cavallo, oppure l’Ajax di Solomon che rinasce come Superman con la sua inconfondibile “S” sul petto, o ancora la Rose Heart di Byrne-Jones che diventa una malinconica Biancaneve.. e così via, in un susseguirsi di situazioni ironiche, paradossali e piene di una creatività dirompente.
In un’epoca bulimica di immagini usa e getta, Easypop ci spoglia dell’illusione di conoscerle davvero, quasi a dirci che al di là della loro superficie patinata pulsa un frammento della nostra storia. Perché forse, mentre ci illudono di distrarci, questi eroi moderni ci stanno anche dicendo qualcosa di importante su chi siamo.
© Paola Valori