Il movimento politico e culturale Rinascimento, fondato e guidato da Luca Sforzini – esperto d’arte, imprenditore culturale e proprietario del Castello di Castellar Ponzano – smaschera l’ipocrisia della politica assistenzialista sulla natalità e attacca frontalmente l’ennesima misura elettorale dello Stato: l’assegno unico.
Sforzini si sfoga: «Ogni mese lo Stato distribuisce briciole a famiglie che vengono trattate come assistiti, come se avessero bisogno di carità, invece di essere riconosciute come gli architetti del futuro del Paese. L’assegno unico non è altro che un palliativo che, anziché stimolare la natalità, alimenta un sistema assistenziale che umilia e subordina chi vuole creare vita. È ora di rovesciare il tavolo: la natalità non si compra con l’elemosina, si libera dal fisco! Se metti al mondo dei figli, stai facendo un investimento nel futuro del Paese: non sei tu a dover mantenere lo Stato, è lo Stato che deve smettere di ostacolarti!» afferma Luca Sforzini, fondatore di Rinascimento.
La proposta di Rinascimento è semplice, radicale, rivoluzionaria: detassazione totale per le famiglie con figli. Niente Irpef, niente Iva sui beni primari, niente contributi su lavoro familiare e professionale. «Lo Stato italiano tassa tutto ciò che è vitale: lavoro, proprietà, energia, impresa, e perfino la maternità. Un sistema che soffoca la vita va smantellato pezzo per pezzo. E si comincia dalla famiglia», continua il fondatore di Rinascimento.
Per quanto concerne la copertura finanziaria, lo stesso afferma che non serve aumentare le tasse, ma semplicemente smettere sprecare. A tal proposito, Rinascimento propone un’operazione-verità sui conti pubblici, fondata su tre direttrici chiare: Taglio delle spese improduttive e clientelari dello Stato, a partire da sussidi senza visione, enti inutili e fondi a pioggia: almeno 8-10 miliardi l’anno risparmiabili; Eliminazione dei bonus elettorali e delle detrazioni casuali, che drogano l’economia: si possono recuperare altri 6-8 miliardi; Snellimento radicale della burocrazia statale, digitalizzazione e accorpamento delle strutture: una razionalizzazione che vale 3-5 miliardi strutturali.
«Il problema dell’Italia non è la mancanza di risorse, ma l’abuso che lo Stato fa delle risorse altrui. Rinascimento propone di usare quei miliardi oggi dissipati in burocrazia e clientelismo per liberare chi genera vita dalla schiavitù fiscale. In un Paese dove lo Stato è pronto a finanziare ogni tipo di assistenza per chi non produce, ma non riconosce il valore di chi investe nel futuro con la propria famiglia, Rinascimento alza la voce e propone l’unica vera soluzione: smantellare un sistema che sta distruggendo la natalità, la libertà e l’economia. Non ci servono l’ennesimo bonus elettorale o una mancia elettorale: ci serve una vera rivoluzione fiscale, che restituisca dignità a chi fa nascere il futuro», conclude Sforzini.