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Roma, Municipio XII: parte il nuovo progetto “A scuola di relazioni”

Intervista ad Alessandro Alongi sul nuovo servizio psicologico

Giovanni Nocera by Giovanni Nocera
19 Maggio 2025
in Attualità
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Alessandro Alongi, consigliere nel Municipio XII
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Un’importante novità attende il mondo della scuola nel Municipio XII di Roma Capitale: a partire dal 1° settembre 2025 e fino al 30 giugno 2029, prenderà il via il progetto “A scuola di relazioni”. Questa iniziativa, sostenuta da un investimento municipale di 650.000 euro, introdurrà un servizio psicologico strutturato e continuativo in tutte le realtà educative del territorio, dai nidi comunali fino agli istituti comprensivi. Saranno coinvolti 10 Istituti Comprensivi, 12 Scuole dell’Infanzia Comunali e 11 Nidi Comunali, con l’obiettivo primario di promuovere il benessere mentale e relazionale di alunni, insegnanti e famiglie. Il progetto si propone di creare una scuola più forte, inclusiva e capace di intercettare precocemente i segnali di disagio, offrendo strumenti e supporto per affrontare le sfide emotive e relazionali che caratterizzano il percorso di crescita.

A illustrarci nel dettaglio la genesi, gli obiettivi e la visione di “A scuola di relazioni” è Alessandro Alongi, consigliere nel Municipio XII di Roma Capitale, Presidente della Commissione Politiche sociali e servizi alla persona e Vice Presidente della Commissione Bilancio, Innovazione e Grandi eventi, che ha fortemente sostenuto questo progetto. Di seguito, le sue risposte alle nostre domande.

Consigliere Alongi, quali bisogni specifici del territorio hanno ispirato “A scuola di relazioni” e quali criticità affronterà per alunni, famiglie e docenti?

Il progetto nasce da un ascolto attento delle scuole, delle famiglie e degli operatori educativi del nostro territorio. A scuola di relazioni risponde a un’esigenza sempre più diffusa: supportare i bambini, i ragazzi, ma anche i genitori e gli insegnanti nella gestione delle fragilità relazionali ed emotive che spesso sfociano in disagio scolastico, isolamento o difficoltà nel percorso educativo. Abbiamo riscontrato che, già nei primissimi anni, nei nidi e nelle scuole dell’infanzia, emergono segnali che richiedono ascolto, cura e strumenti adeguati. Il progetto affronterà criticità come l’inserimento scolastico problematico, la dispersione, l’assenza di strumenti per il dialogo scuola-famiglia, e l’insufficiente presenza di supporti psicologici strutturati nei contesti educativi.

Come funzionerà concretamente il servizio psicologico nei nidi, nelle scuole dell’infanzia e negli istituti comprensivi del Municipio XII e come si accederà?

Il servizio sarà attivato in tutti i nidi, nelle scuole dell’infanzia comunali e nei dieci istituti comprensivi del Municipio XII. Concretamente, saranno attivati sportelli di ascolto psicologico per alunni, insegnanti e genitori; interventi domiciliari in casi specifici, per esempio a supporto delle neomamme o di minori in situazione di fragilità; e azioni specifiche per l’inclusione scolastica. L’accesso al servizio avverrà in forma gratuita, attraverso la collaborazione con i dirigenti scolastici e gli educatori, nel pieno rispetto della privacy e con criteri di priorità legati ai bisogni osservati.

Può fornire esempi pratici di come gli interventi previsti, quali sportelli e laboratori, miglioreranno il benessere quotidiano di studenti, insegnanti e famiglie?

Tengo a precisare che, in questi giorni, gli uffici del Municipio stanno raccogliendo le proposte progettuali presentate dai diversi operatori a seguito dell’Avviso pubblico pubblicato alla fine di aprile. Le proposte conterranno la struttura concreta del percorso educativo e psicologico che sarà attivato nelle scuole. Il mio auspicio è quello di vedere all’interno delle scuole, ad esempio, insegnanti ed educatori attenti a notare i segnali di possibile disagio su bambini e alunni, e attivare immediatamente il servizio di supporto. In questo modo sarà possibile attivare un’osservazione clinica delicata, non invasiva, che coinvolga anche la famiglia e aiuti a costruire strategie condivise per il benessere del minore. Oppure immaginiamo una scuola secondaria dove un gruppo classe fatica a gestire i conflitti: attraverso un laboratorio di educazione relazionale, si potrà lavorare in modo esperienziale su comunicazione, empatia e ascolto reciproco. Allo stesso tempo, anche gli insegnanti avranno uno spazio di ascolto per elaborare le proprie difficoltà e individuare strategie educative più efficaci.

Quali risultati chiave si attende il Municipio entro il 2029, in particolare su disagio giovanile e abbandono scolastico, e come ne monitorerete l’efficacia?

L’obiettivo principale è ridurre il disagio e l’abbandono scolastico attraverso un lavoro di prevenzione strutturato. Vogliamo rafforzare il senso di appartenenza alla scuola, aumentare il numero di segnalazioni precoci di situazioni di difficoltà e garantire percorsi di accompagnamento personalizzati. Monitoreremo l’efficacia del progetto attraverso report periodici condivisi con le scuole, rilevazioni qualitative e quantitative sui beneficiari e valutazioni d’impatto in collaborazione con i partner educativi e sanitari del territorio. A scuola di relazioni vuole essere una misura di sistema, non una risposta episodica.

Qual è la sua visione a lungo termine sull’impatto di “A scuola di relazioni” sulla comunità scolastica e sociale? Ritiene possa diventare un modello per altre realtà?

Assolutamente sì. La nostra visione è che la scuola torni a essere, anche grazie al supporto delle diverse realtà territoriali, un presidio educativo e relazionale di comunità. Un luogo dove nessuno si senta solo, dove il benessere psicologico sia considerato un diritto e non un lusso. In questo senso, il progetto “A scuola di relazioni” si inserisce in continuità con il lavoro già avviato nel nostro Municipio, a partire dalla sperimentazione del cosiddetto “Medico scolastico” nei plessi 0–6 anni. Un’esperienza pilota che ha visto l’introduzione di logopedisti della FLI e gli odontoiatri dell’ANDI nelle scuole dell’infanzia comunali, con esiti estremamente positivi. Quell’intervento ha permesso – ad esempio nel caso dei logopedisti – una diagnosi precoce di fragilità del linguaggio e un supporto tempestivo a bambini e famiglie, dimostrando quanto sia efficace investire sulla salute e sul benessere dei più piccoli in un contesto scolastico. Con “A scuola di relazioni” vogliamo ampliare quello stesso approccio, integrando dimensione educativa, psicologica e sociale. Crediamo che possa diventare un modello replicabile in altri Municipi, perché mette al centro la prevenzione, l’ascolto e la diagnosi precoce. È una sfida culturale prima ancora che educativa, che richiede visione politica, coraggio amministrativo e fiducia nelle reti territoriali. E soprattutto, una politica che sappia avere cura, non solo dei bisogni, ma anche dei legami.

L’iniziativa “A scuola di relazioni” si prefigura dunque come un intervento complesso e articolato, che non si limita a offrire un servizio, ma ambisce a tessere una rete di supporto più solida attorno ai giovani e a tutti gli attori della comunità educante. L’attenzione alla prevenzione, all’ascolto attivo e alla personalizzazione degli interventi rappresenta un passo significativo verso una scuola sempre più attenta alle esigenze emotive e relazionali, fondamentale per la costruzione di un futuro più sereno e consapevole per le nuove generazioni del Municipio XII.

Giovanni Nocera

Giovanni Nocera

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