Torino – Affluenza record, entusiasmo palpabile, ma anche un campanello d’allarme per il mercato editoriale. Si è concluso ieri il Salone Internazionale del Libro di Torino 2025, che dal 15 al 19 maggio ha animato gli spazi del Lingotto Fiere con oltre 231.000 presenze, superando il primato dello scorso anno (222.000 visitatori). Numeri che confermano l’importanza dell’evento nel panorama culturale italiano, ma che non bastano a mascherare una contrazione degli incassi che preoccupa editori e operatori del settore.
Il tema di questa edizione, “Le parole tra noi leggere”, ha offerto lo spunto per una riflessione corale sulla parola scritta, la memoria, la leggerezza e la profondità della narrazione. Ispirato a Montale e Lalla Romano, il titolo ha guidato un calendario fittissimo di incontri: oltre 2.600 eventi distribuiti in 70 sale, con quasi 1.000 espositori e un pubblico in gran parte giovane (la metà dei visitatori aveva meno di 35 anni).
Tra gli ospiti più attesi: Roberto Saviano, Zerocalcare, Margaret Atwood e il greco Petros Markaris, in vista dell’edizione 2026 che vedrà la Grecia come paese ospite. Sul fronte delle vendite, i titoli più richiesti sono stati L’amore mio non muore di Saviano e Le parole tra noi leggere di Romano, tornato alla ribalta grazie alla tematica portante del Salone.
Eppure, nonostante l’entusiasmo, l’edizione 2025 ha registrato un calo di quasi 12 milioni di euro negli incassi rispetto all’anno scorso. Un dato che gli organizzatori attribuiscono alla cancellazione del bonus cultura 18 app, che fino al 2023 consentiva ai diciottenni di spendere 500 euro in prodotti culturali, tra cui i libri. La misura, considerata fondamentale da molti editori per stimolare la lettura tra i giovani, non è stata rinnovata dal governo, lasciando un vuoto evidente.
“Quest’anno abbiamo avuto un pubblico eccezionale, con sale piene e grande partecipazione – ha dichiarato il direttore editoriale Annalena Benini – ma è chiaro che la politica culturale deve tornare a investire in modo strutturale sui lettori più giovani”.
In attesa della prossima edizione, in programma dal 14 al 18 maggio 2026, il Salone di Torino si conferma una piazza imprescindibile per l’editoria e per il dibattito culturale italiano, ma la sfida ora è coniugare successo di pubblico e sostenibilità economica.
Anna Rita Santoro