“Quanto è difficile fare coming out” è stato il tema del convegno promosso dall’europarlamentare Carolina Morace, M5S – gruppo The Left, insieme alla senatrice Alessandra Maiorino, presso la Sala dell’Istituto di Santa Marta del Senato.
Un eccezionale parterre di relatori di per affrontare e confrontarsi su temi come i diritti civili e l’inclusione della comunità Lgbtqia+ in Italia, in Europa. Senio Bonini, vice direttore del Tg1, ha brillantemente condotto e moderato l’incontro in un doppio panel che ha visto confrontarsi, in ordine di presentazione,ospiti del calibro di Franco Grillini (italian gay – rights activist), Nichi Vendola (Presidente Sinistra Italiana), Francesca Pascale (imprenditrice), Barbara Masini (già senatrice), Alessandro Cecchi Paone (giornalista), Francesca Cavallo (scrittrice), l’ex calciatore Thomas Hitzlsperger (attuale direttore sportivo dello Stoccarda) e Guglielmo Scilla (attore), con il contributo video di Vincenzo Schettini (divulgatore scientifico). A chiudere l’evento la preziosa testimonianza dell’europarlamentare lussemburghese Marc Angel, co-presidente dell’Intergruppo Lgbtqia+.
L’evento è stato trasmesso in diretta anche su webtv.senato.it.
“Un ringraziamento innanzitutto a Patrizia Bollini che, con il suo scritto e la sua interpretazione, ci ha portato con emozione direttamente dentro al tema del convegno – ha così esordito l’europarlamentare Carolina Morace introducendo il dibattito in sala – insieme alla senatrice Alessandra Maiorino abbiamo voluto fortemente questo evento: come sapete il Movimento 5S ha lottato da sempre per la difesa dei diritti della comunità Lgbtqia+, attraverso la presentazione di emendamenti, atti legislativi, interrogazioni. Oggi possiamo dire che il coming out sia cambiato: ci sono più parole, più sfumature, più alleanze, però non possiamo negare che a livello europeo e italiano siamo sotto attacco: dalle dichiarazioni del governo Meloni si respira un arretramento culturale e simbolico dei diritti della nostra comunità Lgbtquia+. Quando un governo cancella le famiglie arcobaleno dai registri, quando si oppone al pieno riconoscimento della tutela dei figli delle coppie omogenitoriali, stiamo parlando chiaramente di un governo che ci dice che non ci vuole e che non siamo i benvenuti. Tutti noi qui presenti abbiamo avuto un denominatore comune: la paura e la solitudine che abbiamo trovato nel momento in cui abbiamo scoperto la nostra identità. Quella paura di non essere accettati dalla famiglia, dagli amici, dai compagni di scuola, dai colleghi di lavoro. Io personalmente porto dentro un grande rimorso: mia madre negli ultimi anni prima della demenza senile, mi diceva spesso di sentirsi sola e triste. Io non ho avuto il coraggio di invitarla a cena per parlare di noi, perché avevo paura che lei mi chiedesse della mia vita. Questa paura io ce l’ho avuta fino a quando ho incontrato mia moglie Nicola (Williams, ndr) che mi ha fatto capire che il mio amore non era un amore di serie B, non era un amore proibito da nascondere, ma un amore unico, speciale e privilegiato. Il mio lavoro da europarlamentare è volto a garantire che ogni cittadino europeo possa camminare per la strada senza paura di subire violenza o discriminazione e che sappia di avere gli stessi diritti degli altri cittadini. Soprattutto il diritto al lavoro, il diritto di una casa, perché il punto non è tanto uscire dal silenzio come il titolo dell’incontro di oggi, ma il vero punto è costruire un mondo dove non si debba tacere per essere accettati. Un mondo in cui l’amore non sia un atto di coraggio, ma deve essere la normalità. La normalità di amare e di essere amati”.
Durante i lavori è stato menzionato Jakub Jankto, centrocampista ceco in forza quest’anno al Cagliari, che è attualmente l’unico calciatore dichiaratamente omosessuale nella nostra Serie A, proprio in una disciplina sportiva come il calcio in cui l’omosessualità è ancora oggi fortemente denigrata. In carriera ha vestito le maglie di Ascoli, Sampdoria e Udinese e all’epoca allo Sparta Praga prese nel febbraio del 2023 la decisione di fare coming out, dichiarando sul proprio profilo social “Anche io voglio vivere la mia vita in libertà. Senza paure. Senza pregiudizi. Senza violenza. Ma con amore. Sono omosessuale e non voglio più nascondermi”. Nello scorso dicembre aveva postato una foto sul proprio profilo Instagram, nel quale si scambiava con il suo compagno un bacio sotto l’albero di Natale.
Thomas Hitzlsperger, in Italia ha vestito anche la maglia della Lazio, nel suo intervento ha puntualizzato come l’omosessualità sia spesso ridicolizzata negli spogliatoi, con battute o scherzi figlie di luoghi comuni che possono alimentare un ambiente ostile per un calciatore gay, quasi come l’intensità, l’agonismo, il gioco rude, nel pensiero collettivo non si possano adattare ad uno sportivo gay. Ha inoltre ricordato che anche il suo agente lo aveva sconsigliato di fare coming out, temendo un impatto negativo sul proseguimento della sua carriera. “Non mi sono mai vergognato di essere me stesso. nessuno deve avere paura di dichiarare la propria sessualità solo per timore del giudizio o dell’intolleranza”.
“Ai miei tempi era tutto più difficile perché non esistevano i social o le app per poter incontrare – ha rimarcato Nichi Vendola – non avevo alcuna possibilità di sapere se nel mio paese o nelle vicinanze potesse esserci un altro come me. Il mio coming out? Non ho avuto mai paura di essere quello che sono, perché quello che ci rende infelici è l’ipocrisia, la clandestinità, la paura”.
“Il coming out di ognuno di noi è un’occasione di crescita non solo per noi stessi ma anche per tutti quelli che ci circondano” è da sempre il monito della scrittrice Francesca Cavallo.
Il giornalista Alessandro Cecchi Paone lo fece molto tardi, a 41 anni, e ne parla nel suo libro “I colori della libertà – La mia vita per i diritti di tutti“, uscito proprio lo scorso 27 maggio.
Segnaliamo allora il percorso Let’s Kiss. Franco Grillini. Storia di una rivoluzione gentile, un film di Filippo Vendemmiati, che racconta il percorso del movimento lgbti italiano dagli anni ’70 ad oggi grazie a chi come Grillini ha fatto della lotta ai diritti la sua ragione di vita. E, proprio, grazie alle sue lotte contro i pregiudizi e le discriminazioni, in nome di una avvenuta rivoluzione culturale, che i giovani di oggi hanno maggiori possibilità di dichiararsi e in strada tenersi per mano.
“Sui diritti non ci sono steccati ideologici – ha puntualizzato la senatrice Alessandra Maiorino, vice capogruppo M5S Senato – non sono di destra o di sinistra: o si è per i diritti, o si è contro l’essere umano. Contro la propaganda martellante ai danni della comunità LGBT del governo, contro la gestazione per altri “reato universale”, contro il mancato riconoscimento del certificato europeo di filiazione, serve l’impegno di tutti per difendere ciò che è giusto. La stessa Von der Leyen che sconsiglia ai commissari di andare al Pride di Budapest per non urtare Orban, dà un segnale profondamente inquietante. La presenza di personalità come Francesca Pascale, da sempre vicina al centrodestra, e Barbara Masini, ex senatrice nota per il suo impegno sui diritti Lgbtquia+, dimostra che quando si parla di libertà, dignità e uguaglianza, la battaglia non ha colore politico. Il diritto ad essere sé stessi, visibili, riconosciuti e rispettati è la base imprescindibile su cui si fondano tutte le altre libertà. Fare coming out è un atto politico. È un’affermazione di esistenza, un gesto che rompe il silenzio e reclama cittadinanza piena. Abbiamo voluto creare uno spazio sicuro, libero e partecipato, dove voci diverse potessero raccontarsi e interrogarci. Grazie a tutte e tutti coloro che hanno condiviso pensieri, emozioni, battaglie e prospettive in questo evento che è stato, prima di tutto, un atto di verità”.