Il 18 settembre 2025, due giorni dopo le celebrazioni del Día de la Independencia, debutta nelle sale dell’America Latina, e dal giorno successivo in streaming mondiale su HBO Max – “Aztec Batman: Clash of Empires”, un film d’animazione che intreccia la leggenda del Cavaliere Oscuro con la cultura e i miti della Mesoamerica. Un film che non solo reinterpreta l’icona di Batman, ma rende omaggio a una pagina fondamentale della storia messicana: la lotta per l’indipendenza dal dominio coloniale spagnolo.
A indossare la maschera non è Bruce Wayne, ma Yohualli Coatl, un giovane nobile azteco, costretto a fuggire e reinventarsi dopo la brutale uccisione del padre per mano dei conquistadores spagnoli. Rifugiato in un tempio dedicato al dio pipistrello Tzinacan, Yohualli non cerca vendetta, ma giustizia. È così che nasce un Batman completamente nuovo: spirituale, guerriero e profondamente simbolico.
Il regista Juan Meza-León plasma un universo in cui la mitologia azteca si intreccia con l’immaginario DC: Hernán Cortés, invasore e figura storica controversa, prende i tratti oscuri di Two-Face; il folle sacerdote Yoka incarna un Joker azteco, carico di simbolismo religioso e fanatismo. Non mancano reinterpretazioni indigene di Catwoman, Poison Ivy e Alfred, riplasmati secondo l’estetica e la spiritualità mesoamericana.
Per Horacio García Rojas, voce di Batman in spagnolo, il progetto ha un valore profondo:
“Vedere un Batman prieto, con penacho, è un sogno. Per i bambini, per i giovani, per tutti noi che siamo cresciuti cercando riflessi di noi nei miti occidentali. Ora possiamo dire: quel mito siamo anche noi.”
La reazione al Comic-Con di San Diego è stata travolgente: standing ovation per l’audacia visiva, la ricchezza simbolica e la forza emotiva del film.
Aztec Batman: Clash of Empires è più di un film d’animazione. È una sfida al canone, una rinascita del mito, un ponte tra passato e futuro. Ma soprattutto, è un invito a guardare alla propria storia con orgoglio e riscoprire le radici. Anche nei grandi miti della cultura pop può esserci spazio per nuove voci, nuove identità, nuove visioni.
Lia Carolina Armas Aguilar


















