Venezia Lido, il tre settembre.
La giornata parte con la proiezione del film “The Voice of Hind Rajab” di Kaouther Ben Hania incentrato sulla storia vera accaduta a Gaza che non può non emozionare. Hanood (Hind) è una bambina di sei anni la cui voce è rimasta registrata mentre la piccola parlava con gli assistenti sociali chiedendo aiuto da un’auto distrutta dagli spari di un carro armato. Nell’auto c’è tutta la sua famiglia. La bambina è consapevole che tutti i suoi parenti sono morti, e chiede aiuto per poter essere salvata come l’unica superstite.
Questo film è in concorso insieme a “Duse” di Pietro Marcello.
La proiezione di “Notes of a True Criminal” di Rodnyansky ed Alferov, sottolinea l’importanza di un’altra guerra, quella combattuta in Ucraina. Il film è un lungometraggio del genere documentario in cui si individuano tutte le ragioni dell’invasione recente (2022), ma anche dell’occupazione della Crimea e delle regioni di Donetsk e di Luhansk (2014), ma anche della tragedia di Chernobyl (1986) e di alcune politiche dell’URSS contro l’Ucraina, la sua lingua e la sua gente. Il film è fuori concorso insieme a “Remake” di Ross McElwee, “Ferdinando Scianna: il fotografo dell’ombra” di Roberto Andò, “Dead Man’s Wire” di Gus Van Sant, “Kabul Between Players” di Aboozar Amini, “Marc by Sofia” di Sofia Coppola e due serie televisive, “Etty” di Hai Levi e “I diari di Angela.Noi due cineasti” di Yervant Gianikian ed Angela Ricci Lucchi.
“Un cabo suelto” (“A Loose End”) di Daniel Gender è un film ambientato fra l’Argentina e l’Uruguay e ci fa conoscere dall’interno i problemi della corruzione negli enti statali come la polizia. L’opera cinematografica è presentata nella rassegna “Venezia Spotlight” insieme ad “Ammazzare stanca. Autobiografia di un assassino” di Daniele Vicari.
È interessante la pellicola “Human Resource” diretta da Nawapol Thamrongrattanarit.
L’azione si svolge nella Thailandia dei nostri giorni. I grattacieli di una grande metropoli influenzano la mentalità degli abitanti. Osserviamo la vita di chi cerca lavoro e il servizio del reclutamento personale di una grande azienda. Ma, dopo un po’, il fuoco si sposta dal lavoro alla pianificazione di una nascita (e la successiva crescita e studi) di un bambino. È un film sui valori e su come possono cambiare in base alle varie condizioni della vita e a seconda dell’età e delle esigenze personali. Tutto è questione di scelte. E, in fondo, siamo sempre noi a decidere che piega prenderà quel che chiamiamo il nostro destino. Questo film fa parte della rassegna “Orizzonti” insieme a “Hiedra” (The Ivy”) di Ana Cristina Bartagan, “Komerie Elahi” (“Divine Comedy”) di Ali Asgari, “Pin de Fartie” di Alejo Moguliansky, “En El camino” (“On the Road”) di David Pablos e “Barrio Triste” di Stillz.
Nell’ARCA di Lorenzo Quagliotti è presente tanto amore non solo per il genere fantascientifico, ma anche per la storia del cinema, soprattutto, per il maestro dell’horror Alfred Hitchcock che profetizza il futuro. Questo cortometraggio ipotizza la vita dell’umanità posteriore a un’esplosione nucleare e alle pandemie.
“Straigt circle” di Oscar Hudson è un mediometraggio ironico che narra, a mo’ di una parabola allegorica, il confine fra due paesi, una volta in guerra, fra cui torna la pace. In uno degli stati si riconoscono gli USA. L’odio nei confronti del nemico cede il posto all’identificazione con lui. Siamo tutti uguali, al di qua e al di là delle frontiere, afferma quest’opera cinematografica, profonda e spiazzante. Questo film, insieme all'”ARCA” di Lorenzo Quagliotti, “The Lost Child” di Paolo Baiguera, “Waking Hours” di Federico Cammarata e Filippo Foscarini, “Family Feast” di Nadir Taji e “Cotton Queen” di Susanna Mirghani sono stati scelti dalla Settimana della critica.
“Ferdinando Scianna: il fotografo dell’ombra” è una pellicola di Roberto Andò dedicata a un grande professionista ancora vivente.
Mancano pochi giorni alla conclusione della kermesse veneziana. A breve sapremo chi è il vincitore di ogni categoria.
Olga Matsyna


















