Roma, 22 settembre 2025 – In un Paese che spesso si ripiega nel silenzio, l’Italia di oggi sembra riscoprire la forza della parola. Non si tratta di rumore, di clamore sterile o di slogan urlati: è un silenzio che viene interrotto quando diventa necessario, quando la voce di ciascuno trova il coraggio di pesare più dell’assenza.
Italia che non rimane in silenzio
L’Italia che non rimane in silenzio è quella che oggi prova a dire “basta” all’indifferenza, all’apatia civile, alle frasi lasciate a metà nei corridoi del potere o nella quotidianità dei cittadini.
E proprio su questo io come “Ambasciatore per la Pace Globale”, che: L’Italia è un Paese che spesso si ripiega nel silenzio, ma oggi sembra riscoprire la forza della parola. Non si tratta di rumore, di clamore sterile o di slogan urlati: è un silenzio che viene interrotto quando diventa necessario, quando la voce di ciascuno trova il coraggio di pesare più dell’assenza. Tacere, in fondo, non è sempre un atto di debolezza: il silenzio custodisce, osserva, prepara. Ma è nel momento in cui la dignità, la giustizia o la verità sono messe in discussione che la voce rompe l’argine e si fa testimonianza. L’Italia che non rimane in silenzio è quella che oggi prova a dire ‘basta’ all’indifferenza, all’apatia civile, alle frasi lasciate a metà nei corridoi del potere o nella quotidianità dei cittadini. Parole di Pace che risuonano come un invito a trasformare la voce collettiva in responsabilità condivisa per la Pace nel mondo.
La manifestazione del 22 settembre: lo sciopero che dà voce al silenzio
La data del 22 settembre 2025 segna una tappa significativa: uno sciopero generale nazionale indetto da sigle sindacali e movimenti di base in solidarietà con la popolazione di Gaza.
Alcuni elementi chiave della mobilitazione:
Sciopero di 24 ore che ha coinvolto trasporti, scuole, logistica e servizi pubblici.
Cortei, presidi e blocchi stradali in tutta Italia: da Roma a Milano, passando per Napoli, Torino e Bologna.Firenze, Rimini, Bari, Calabria, Sicilia ecc..
Roma: Oltre 50.000 persone solo nella capitale, con piazza dei Cinquecento e la tangenziale est invase dai manifestanti.
Momenti di tensione a Milano, davanti alla Stazione Centrale, con scontri tra manifestanti e polizia.
Le richieste principali:
Cessate il fuoco immediato in Palestina.
Stop al commercio di armi e alla cooperazione militare con Israele.
Una politica estera coerente con i principi di pace e diritti umani.
Silenzio parola: la scelta di oggi
Oggi, la manifestazione del 22 settembre è la prova che il silenzio può essere rotto, non con la frivolezza del rumore, ma con il peso delle ragioni. Parlare quando è necessario, alzare la voce quando il silenzio diventa complice, scegliere la piazza quando gli altri spazi si chiudono.
L’Italia che non resta in silenzio è già qui: fragile e imperfetta, ma viva. Con persone che si ritrovano, che condividono striscioni, idee, rabbia, speranza di Pace nel mondo. E ricordano che il valore della parola emerge solo quando essa è più forte del silenzio.
Anna Rita Santoro























