La zucca, insieme a zucchina, cetriolo, anguria e melone, appartiene alla famiglia botanica delle Cucurbitaceae, i cui frutti, noti come peponidi, si caratterizzano per la scorza dura e la polpa carnosa. Questa famiglia si distingue anche per i numerosi semi ricchi di oli e proteine, per i grandi fiori gialli e arancioni (alcuni commestibili come i fiori di zucchina) e per la crescita rampicante grazie ai viticci, che permettono alle piante di aggrapparsi al terreno o ad altri supporti. Accanto alle specie più conosciute troviamo parenti meno noti ma affascinanti: la Luffa, detta spugna vegetale, molto usata nei Paesi orientali; la Colocintide, dalla polpa amara e non commestibile, ma sfruttata in passato come rimedio medicinale drastico; la Lagenaria, che una volta essiccata diventa un recipiente ornamentale.
Con l’inizio dell’autunno, tra funghi, noci, melograni e castagne, è la zucca ad imporsi come ingrediente cardine delle tavole dei buongustai. Questo frutto bitorzoluto e coriaceo, dalle tonalità arancioni intense, affonda le sue radici nelle antiche civiltà americane: reperti archeologici testimoniano che i suoi semi venivano coltivati in Messico e in Nord America già diecimila anni fa. Per gli Aztechi era alimento e simbolo: veniva scolpita e decorata come oggetto rituale o essiccata come contenitore sacro per acqua e sementi.
Con la scoperta dell’America, la zucca giunse in Europa insieme ad altri prodotti d’oltreoceano. A differenza di altri ortaggi esotici, si diffuse rapidamente grazie alla sua versatilità e facilità di coltivazione, tanto da essere coltivata in pochi decenni anche in Africa e Asia. Una delle pagine più note della sua storia resta però il legame con la festa di Halloween: la leggenda irlandese narra che Jack O’Lantern, fabbro operoso e furbo, ingannò il diavolo. Secondo la tradizione, per questo motivo fu condannato a girovagare nell’oscurità con una lanterna ricavata da una rapa. Quando molti irlandesi emigrarono in Nord America, capirono che la Zucca era più grande e facile da intagliare rispetto alle rapa europea e diffusero nella notte del 31 ottobre alla vigilia di Ognissanti la tradizione delle zucche illuminate. Non va dimenticato che nella storia americana la zucca compare anche accanto ai grandi protagonisti: Abraham Lincoln fu raffigurato dalla satira nemica con una “testa di zucca”; George Washington, primo presidente degli Stati Uniti, ne coltivava ampie quantità nei suoi campi; Thomas Jefferson sperimentava diverse varietà nel suo orto di Monticello.
La zucca ha ispirato anche l’arte e la cultura: dalla carrozza magica di Cenerentola alla zucca fiammeggiante del Cavaliere senza testa in Sleepy Hollow di Tim Burton, fino al regno del re Jack Skellington in Nightmare Before Christmas. In Harry Potter, succhi e dolci alla zucca accompagnano la quotidianità degli studenti di Hogwarts, mentre il pittore milanese Arcimboldo la inseriva nelle sue celebri teste composte, simbolo di abbondanza e natura.
Dal punto di vista nutrizionale, la zucca è ricchissima di acqua (circa il 90%), è ipocalorica e saziante, grazie all’elevato contenuto di fibre che favoriscono la regolarità intestinale e la stabilità glicemica. È una fonte preziosa di vitamina A, fondamentale per la vista e la salute della pelle; contiene vitamina C, che sostiene le difese immunitarie, oltre a vitamine del gruppo B ed E, che proteggono il sistema nervoso e contrastano i radicali liberi. Scrigno di potassio, aiuta a regolare la pressione sanguigna e la funzione muscolare.
L’assaggio della zucca, si noti bene, contrasta profondamente con la cottura: ha un sapore delicatamente dolce, che ricorda la castagna e la carota, e una consistenza cremosa e vellutata una volta cotta, mentre da cruda è croccante e acquosa. Queste caratteristiche, unite alla lunga stagionalità autunnale che si estende fino all’inverno grazie alla sua capacità di conservazione, l’hanno resa protagonista delle cucine regionali italiane.
In Italia si coltivano infatti numerose varietà, tra cui la Marina di Chioggia, scura e bitorzoluta, ideale per risotti; la Mantovana, o Cappello del Prete, dalla buccia grigio-verde rugosa e dalla polpa farinosa; la dolce Berrettina Piacentina; la Tonda Padana, perfetta per mostarde; e la spettacolare Quintale, capace di raggiungere pesi record. Non meno celebri sono la Violina di Ferrara, la lunga Piena di Napoli e la Trombetta di Albenga, mentre tra le varietà straniere adottate in Italia spiccano la Moscata di Provenza e la versatile Butternut, detta anche “noce di burro”, molto diffuse per le loro capacità di conservazione nei supermercati.
Tra le nostre storiche ricette la zucca è protagonista nei tortelli mantovani, piatto documentato dai tempi dei Gonzaga, dove il sapore del frutto arancione si lega alla mostarda di mele campanine, agli amaretti sbriciolati e al parmigiano; nei cappellacci ferraresi altra pasta ripiena dalla forma caratteristica riempita di zucca parmigiano e noce moscata; nel risotto alla zucca tipico del Nord alle vellutate autunnali, fino a pani, gnocchi e dolci regionali, questo frutto rappresenta la capacità italiana di trasformare un dono della natura in piatti che scaldano corpo e anima.
È forse per questo che la zucca continua a incantare: perché unisce il fascino delle sue origini millenarie alla semplicità della sua dolcezza, restando un simbolo vivo di abbondanza e creatività sulle nostre tavole. Che i vostri pasti autunnali si riempino di arancione, cari lettori.

















