All’Università di Foggia la presentazione del libro di Filomena Di Gennaro diventa un manifesto di coraggio e consapevolezza collettiva
Foggia – Lo scorso 3 ottobre, nell’Aula Magna G. Cipriani del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Foggia, si è svolta la presentazione del libro di Mirko Giudici, dal titolo “Mia o di nessun altro”, la toccante storia di Filomena Di Gennaro, edita da Serradifalco Editori. Un incontro intenso, partecipato, che ha trasformato la letteratura in uno strumento di sensibilizzazione e riflessione profonda sul tema della violenza di genere.
L’evento, curato con grande sensibilità e rigore organizzativo dalla Prof.ssa Lucia Monacis, delegata del DISTUM al benessere e alla sostenibilità, ha visto la presenza di circa 200 studenti, ai quali è stato donato il volume. Un gesto simbolico, ma denso di significato: la cultura come prima arma per combattere l’ignoranza, il pregiudizio e la violenza.
Una sinergia di voci per dire “basta”
A moderare e arricchire il dibattito sono intervenuti relatori d’eccezione. Il Tenente Colonnello Giuseppe Bonadonna, Presidente Nazionale SIM Carabinieri, ha raccontato il lungo percorso di sensibilizzazione che porta avanti da anni al fianco di Filomena Di Gennaro, sottolineando l’importanza di creare alleanze sociali e istituzionali contro la violenza sulle donne evidenziando come la violenza non nasca mai all’improvviso, ma sia frutto di dinamiche relazionali tossiche e di un retaggio culturale patriarcale ancora troppo radicato.
Accorate e incisive anche le parole dell’autore, Mirko Giudici, giornalista e scrittore da sempre impegnato su temi sociali, che ha ricordato il ruolo cruciale della scuola come agenzia educativa per eccellenza, e la necessità di formare educatori consapevoli e attenti ai segnali di disagio. “Solo una comunità educante può prevenire la violenza – ha affermato Giudici – perché la violenza nasce nel silenzio, cresce nell’indifferenza e muore nella parola condivisa”.

La voce di Filomena: sopravvivere per raccontare
Toccante e vibrante la testimonianza di Filomena Di Gennaro, scampata a un tentato femminicidio. Con straordinaria lucidità e forza, Filomena ha raccontato la sua rinascita, la fatica del percorso giudiziario e psicologico, e la sua scelta di non restare vittima, ma di trasformare il dolore in impegno civile. “La libertà – ha detto – è la mia più grande conquista. Ma non basta essere libere: dobbiamo insegnare a riconoscere l’amore vero, che non possiede, non umilia, non controlla”.
Emozione e coraggio: le testimonianze del pomeriggio
Dopo una pausa pranzo curata da un catering ricercatissimo, la giornata è ripresa con due testimonianze che hanno commosso la platea. Alfredo Traiano, orfano di femminicidio, ha condiviso la sua esperienza di perdita e resilienza, ricordando quanto sia importante “dare voce a chi non c’è più e non lasciare che il dolore diventi solo silenzio”.
Subito dopo, Maria, una donna vittima di violenza e membro dell’associazione “ARIA”, ha raccontato con coraggio gli anni di abusi e soprusi subiti, rispondendo alle domande dell’Avvocato Alice Rizzi. La sua storia ha mostrato quanto la violenza domestica sia un fenomeno complesso, che richiede ascolto, protezione e percorsi di sostegno concreti.

L’impegno delle istituzioni e del territorio
A dare voce al territorio e al lavoro quotidiano dei centri antiviolenza sono stati numerosi interventi: la Prof.ssa Ester Di Gioia, psicoterapeuta e coordinatrice del CAV Carmela Morlino, la Prof.ssa Anna Grazia Lopez, coordinatrice del corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria, e la Dr.ssa Franca Dente, presidente dell’associazione Impegno Donna. Tutte hanno sottolineato l’urgenza di fare rete tra scuola, famiglia, forze dell’ordine e servizi sociali.
A rappresentare l’amministrazione comunale di Foggia è intervenuta l’Assessora Simona Mendolicchio, che ha ribadito l’impegno dell’Ente nel promuovere politiche di prevenzione e sostegno alle vittime di violenza.
Un messaggio che resta
L’incontro si è concluso con un lungo applauso collettivo, segno tangibile di partecipazione e consapevolezza. Il libro “Mia o di nessun altro” non è solo una testimonianza, ma un grido di libertà e speranza, un invito a riconoscere i segnali di pericolo e a non restare mai in silenzio.
La storia di Filomena Di Gennaro e le voci che l’hanno accompagnata in questa giornata resteranno come un monito e un impegno condiviso: trasformare la sofferenza in consapevolezza, la paura in solidarietà, e la memoria in cambiamento.


















