Il corto riceve il Premio “Segnali” a Le Voci delle Donne per l’impegno nella prevenzione della violenza di genere
Alla Festa del Cinema di Roma, nello spazio Roma Lazio Film Commission dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, Gianluca Mech ha ricevuto il Premio “Segnali” – Miglior Cortometraggio per La Trappola di Venere, progetto da lui ideato e interpretato e presentato nell’ambito dell’evento Le Voci delle Donne.
Il riconoscimento — consegnato da Mariella Triolo, presidente di CNA Impresa Donna, durante una cerimonia condotta da Metis Di Meo — premia il corto per la scelta di guardare alla violenza di genere dal punto di vista dell’uomo comune, rendendo visibili quei pensieri e quei meccanismi che possono trasformare gelosia e possesso in violenza. La motivazione sottolinea la capacità dell’opera di raccontare i segnali precoci del femminicidio, offrendo uno strumento di prevenzione e consapevolezza rivolto soprattutto agli uomini, e di coniugare linguaggio cinematografico e impegno civile, trasformando un cortometraggio in un progetto sociale che coinvolge famiglie, scuole e comunità.
La Trappola di Venere nasce come iniziativa di sensibilizzazione per promuovere la consapevolezza maschile sui processi psicologici che possono condurre alla violenza. Il film, patrocinato dal MOIGE – Movimento Italiano Genitori e sostenuto dall’Università Telematica eCampus, affronta il tema del femminicidio da una prospettiva inedita: quella di una persona apparentemente normale che scivola in una spirale di pensieri distorti, gelosia e senso di possesso.
«Ricevere questo premio in un contesto così importante come la Festa del Cinema di Roma è per me una grande emozione, ma soprattutto una responsabilità», ha dichiarato Gianluca Mech. «Con La Trappola di Venere ho voluto raccontare il lato oscuro che può nascondersi nella mente di chi non sa gestire la paura di perdere l’altro. Solo riconoscendo i segnali e affrontandoli possiamo prevenire la violenza. Il cinema può e deve essere uno strumento di educazione, di empatia e di cambiamento, perché la vera forza nasce dal rispetto e dalla consapevolezza».
Con questo progetto, Mech rinnova il suo impegno in un cinema civile e consapevole, utilizzando l’audiovisivo come mezzo di educazione, prevenzione e trasformazione sociale, al servizio di scuole, famiglie e istituzioni. Un segnale — è il caso di dirlo — che il grande schermo può farsi veicolo di responsabilità collettiva, capace di accendere il dibattito e di rafforzare la cultura del rispetto.















