L’aggressione al giornalista romano Mirko Giudici svela le crepe di una capitale meno sicura e di un pronto soccorso in affanno: tentata rapina alle 13:45 vicino via Flaminia e sette ore d’attesa senza cure.
Sicurezza in strada e sanità in affanno: una riflessione necessaria dopo l’episodio del 15 ottobre
Roma, mercoledì 15 ottobre – ore 13:45. In una stradina adiacente a via Flaminia, il giornalista e scrittore romano Mirko Giudici è stato aggredito da due uomini che, approfittando del poco passaggio, avrebbero tentato di rapinarlo. Ne è scaturita una colluttazione con colpi al volto e al fianco. Giudici è riuscito a reagire e a liberarsi e i due aggressori sono fuggiti. Bilancio: escoriazioni al viso, spavento e una domanda che pesa come un macigno — quanto sono sicure le nostre strade, anche in pieno giorno?
Subito dopo l’episodio, Giudici si è recato al Pronto Soccorso dell’Ospedale Generale M.G. Vannini – Figlie di San Camillo. Qui ha atteso per circa sette ore, riferisce, senza riuscire a essere né visitato né medicato; esausto e frustrato, ha infine chiesto le dimissioni, rinunciando all’assistenza. Una seconda ferita, stavolta istituzionale.
Sicurezza urbana e risposta sanitaria
L’episodio riaccende il tema della sicurezza diurna nelle strade secondarie della Capitale, dove la rarefazione del passaggio nelle ore centrali favorisce azioni predatorie rapide. Tra le misure richieste dai residenti e dai comitati di zona: illuminazione adeguata, videosorveglianza funzionante, pattugliamenti mirati nelle fasce orarie meno presidiate e maggiore vitalità commerciale sui percorsi pedonali.
Sul fronte sanitario, la segnalazione di Giudici mette in luce le criticità dei tempi d’attesa in Pronto soccorso per i casi non critici ma post-aggressione, per i quali gli esperti invocano percorsi rapidi di valutazione clinica, medicazioni e certificazioni, anche attraverso fast track dedicati e un’integrazione più stretta tra ospedale e servizi territoriali.
Il quadro
Il caso di via Flaminia combina due fragilità note: microcriminalità di strada e congestione dei PS. La prima richiede prevenzione e presidio; la seconda, riorganizzazione dei flussi e trasparenza sui tempi. In attesa di ulteriori riscontri ufficiali, la vicenda di Mirko Giudici richiama l’attenzione su interventi concreti e verificabili: strade più visibili, forze dell’ordine presenti, percorsi sanitari chiari per chi subisce aggressioni.
La storia di Mirko Giudici è la storia di tanti: un’aggressione che non dovrebbe accadere e un’attesa che non dovrebbe esistere. Roma merita strade in cui sentirsi sicuri anche alle 13:45 e ospedali in cui chi ha bisogno non resti una pratica in coda, ma una persona accolta. Sicurezza e sanità non sono slogan: sono diritti quotidiani. E si misurano in dettagli concreti — una strada ben illuminata, una pattuglia che passa, una sala visita che si apre — proprio quando serve.



















