Il docufilm di Stefano Calvagna riaccende la leggenda di Franco “Bombolo” Lechner: Roma, risate e umanità in un ritratto che conquista il pubblico.
Bombolo – Core de Roma” è molto più di un omaggio: è un abbraccio cinematografico. Con questo docufilm, il regista romano Stefano Calvagna riconsegna al pubblico la figura di Franco Lechner, l’amatissimo Bombolo, con uno sguardo capace di unire energia popolare e cura autoriale. Il risultato è un’opera avvincente, emozionante, capace di parlare ai fan storici e a chi scopre oggi quel sorriso sbilenco e quella mimica inconfondibile che hanno fatto la storia della commedia italiana.
La mano del regista: ritmo, cuore e verità
Calvagna firma un racconto pulito e incisivo, che scorre come un dialogo tra amici a fine serata: niente fronzoli, zero compiacimenti, molta sostanza. La regia intreccia materiali d’archivio, testimonianze, ricostruzioni evocative e passeggiate nei luoghi simbolo di Roma: le piazze, i vicoli, i cinema di quartiere. Ogni scelta di montaggio sembra dire: Bombolo apparteneva alla città e la città apparteneva a lui.
Il valore aggiunto sta proprio nell’equilibrio: Calvagna mantiene il passo del documento senza rinunciare alla narrazione cinematografica. Il ritmo non molla mai; la colonna sonora accompagna senza invadere; la fotografia cerca il tono caldo della memoria, con lampi contemporanei che rendono il ritratto vivo, presente.
Un cast di voci per rimettere in moto la leggenda
Per far rivivere Bombolo servivano voci autentiche. Il docufilm schiera un cast corale di attori, amici, colleghi, testimoni che restituiscono la sostanza umana di Franco Lechner: la generosità, l’autoironia, la capacità rara di far ridere con uno sguardo. Non è una semplice sequenza di ricordi: sono tessere che, messe insieme, compongono un mosaico affettuoso e credibile.
Gli inserti recitativi e le letture “in controluce” funzionano come ponte emotivo: evocano il passo di Bombolo nei poliziotteschi e nelle commedie popolari, ma lo liberano dal cliché, raccontando anche la fragilità, la tenacia, la quotidianità dell’uomo dietro la maschera.
Bombolo oggi: perché ci riguarda ancora
Il merito più grande di “Bombolo – Core de Roma” è dimostrare che Bombolo non è nostalgia: è attualità. In un’epoca che consuma tutto troppo in fretta, la comicità fisica e immediata di Franco Lechner ricorda che la semplicità può essere raffinatissima quando nasce dall’osservazione del reale. La sua “romanità” non è una cartolina, ma linguaggio: un modo diretto e umano di stare al mondo, di cercare l’empatia prima ancora della battuta.
Calvagna intercetta questo cuore pulsante e lo porta in primo piano: Bombolo come metrica del popolare, come grammatica dell’incontro tra pubblico e attore. E così l’opera diventa anche una riflessione, delicata e necessaria, su cosa significhi fare cinema popolare oggi, senza snobismi né ammiccamenti.
Il successo: sale piene, applausi sinceri
La risposta del pubblico è stata caldissima: platee coinvolte, applausi a scena aperta, emozione che si sente vera. È il segno che il docufilm ha colpito nel segno: restituire un’icona senza trasformarla in santino, rinnovarne il mito senza tradirne l’essenza.
Perché vederlo (e rivederlo)
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Regia ispirata: Calvagna dosa memoria e presente con mano sicura.
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Voci potenti: testimonianze e interpretazioni che fanno respirare l’uomo Franco oltre il personaggio Bombolo.
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Roma protagonista: la città come teatro naturale di una storia che le appartiene.
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Emozione pulita: risate e malinconia si tengono per mano, lasciando addosso calore e gratitudine.
“Bombolo – Core de Roma” è un invito a riconoscere e riconoscersi: nella risata schietta, nella dignità semplice, nella forza di un talento nato tra la gente e rimasto per la gente. Stefano Calvagna firma un atto d’amore al cinema popolare e a uno dei suoi interpreti più veri. E quando scorrono i titoli di coda, resta nell’aria la sensazione più preziosa: Bombolo è ancora qui, tra di noi, con quel sorriso che basta da solo a illuminare una sala.


















