Cinema di Roma 2025: «Chi lavora nel cinema è un esploratore»
«Le persone che lavorano nel cinema sono le persone migliori che possano esistere: intelligenti, appassionate e anche un po’ matte. Sono persone che non vogliono una vita normale; sono esploratori, avventurieri, pirati». Con queste parole, intrise di gratitudine e ironia, Richard Linklater ha ricevuto il Premio alla Carriera nel corso della ventesima edizione della Festa del Cinema di Roma – 20 ottobre. A consegnargli il riconoscimento è stato Marco Bellocchio, maestro del cinema italiano, poco prima della proiezione del suo ultimo film Nouvelle Vague.
Visibilmente emozionato, Linklater ha commentato: «Se qualcuno mi avesse detto che un giorno Marco Bellocchio mi avrebbe consegnato un premio, e per di più a Roma, non ci avrei creduto». Parole che hanno messo in luce non solo la sua umiltà, ma anche il profondo legame con la storia del cinema europeo, da sempre fonte di ispirazione per il regista texano.
Bellocchio, salendo sul palco, ha ricambiato con stima: «Quando mi è stato proposto di premiare Richard Linklater, ho detto subito che per me sarebbe stato un onore. Il suo lavoro sul tempo mi affascina molto: è un cinema che non aspetta che le cose capitino, ma le elabora tenendo conto della storia». Un riconoscimento alle caratteristiche più distintive della poetica di Linklater: l’attenzione alla dimensione temporale, ai rapporti umani e alla costruzione narrativa che trova il proprio ritmo nella vita quotidiana.
Considerato uno dei più importanti autori del cinema americano contemporaneo, regista di opere cult come Before Sunrise, Boyhood e School of Rock, Linklater ha incontrato anche il pubblico della Festa in una masterclass affollata e appassionata. Un dialogo serrato, ricco di aneddoti e riflessioni, che ha attraversato oltre trent’anni di carriera tra cinema indipendente, sperimentazione e successi internazionali.
Ancora una volta, Roma ha celebrato il cinema d’autore internazionale, rendendo omaggio a un protagonista capace di reinventare linguaggi e narrazione, mantenendo intatta la propria autenticità. «Il cinema è un viaggio», ha detto Linklater. E quello del regista texano sembra essere tutt’altro che concluso.
Ubaldo Santoro


















