Nell’omelia pronunciata oggi, 28 ottobre 2025, durante la Santa Messa celebrata al Colosseo, Papa Leone XIV ha rivolto un messaggio forte e semplice al tempo stesso: solo chi ha il coraggio di riconoscere la propria fragilità può aprirsi all’abbraccio misericordioso di Dio.
Il Pontefice ha invitato tutti i fedeli a vivere questo tempo con verità interiore, senza maschere né orgoglio spirituale. «Non portiamo davanti a Dio i nostri meriti – ha affermato il Papa – ma il nostro cuore. Lui non chiede perfezione, chiede sincerità. Non chiede ostentazione, chiede fiducia».
La sostanza dell’omelia
Al centro della riflessione di oggi vi è l’umiltà del cuore e la necessità di affidare a Dio i propri errori, senza paura o vergogna. Ogni persona, ha ricordato il Papa, porta dentro di sé fragilità e limiti, ma è proprio da lì che inizia il cammino della salvezza.
«Dio non si scandalizza dei nostri peccati – ha detto Papa Leone XIV – ma dell’ipocrisia. Quando impariamo ad affidarci alla sua misericordia, scopriamo che non siamo soli. Il perdono è il primo passo verso la pace, dentro di noi e nel mondo.»
Il messaggio chiave
Il Pontefice ha insistito su un concetto centrale: la salvezza non è una conquista personale, ma un dono che nasce dal riconoscere il bisogno di Dio.
«Il fariseo della parabola si presenta lodando se stesso, mentre il pubblicano si limita a dire: “O Dio, abbi pietà di me peccatore” (Lc 18,13). E fu quest’ultimo ad essere giustificato. Non perché migliore, ma perché vero. L’onestà del cuore è la via della grazia.»
Un invito, dunque, a vivere senza finzioni spirituali, accogliendo la verità di sé stessi e confidando nel perdono divino.
Un messaggio per la vita quotidiana
Riprendendo uno stile pastorale vicino alla gente, in linea con la tradizione delle omelie brevi e concrete, Papa Leone XIV ha legato il Vangelo di oggi alla vita di ogni giorno:
Non serve ostentare bontà o perfezione.
Conta invece avere il coraggio di chiedere scusa, a Dio e agli altri.
Ogni famiglia, ogni comunità e ogni nazione ritrova la pace solo quando rinuncia alla superbia e sceglie la riconciliazione.
«Non esiste pace senza perdono», ha ribadito il Papa, rivolgendosi anche ai responsabili delle nazioni, ricordando che la misericordia non è debolezza, ma la forza che ricostruisce ponti e genera fraternità.
Un invito alla speranza
L’omelia si è conclusa con un appello alla speranza: «Affidiamo al Signore le nostre cadute e ripartiamo ogni giorno dal suo perdono. La misericordia è il nome dell’amore di Dio. Chi la accoglie nel cuore diventa costruttore di pace.»
Con parole semplici e luminose, Papa Leone XIV ha indicato la via di un cristianesimo vissuto con autenticità e compassione, ricordando che nessuno è escluso dall’amore di Dio e che la misericordia è il primo passo verso un mondo più giusto e fraterno.
Anna Rita Santoro




















