Le immagini comunicano, trasmettono emozioni, le espressioni dei volti, le atmosfere degli ambienti e lentamente si entra con l’anima sollevata nella filosofia degli eremiti, osservare gli elementi della natura, interpretare quei messaggi che arrivano da altre realtà invisibili, a noi, esseri umani. Ascoltare i suoni della natura dove la magia si presenta in modo naturale e la poesia non è altro che la vita.
È senza ombra di dubbio un film per immagini, che è in grado di interrogare e scuotere lo spettatore, meravigliato e sorpreso dalla forza enigmatica di tale visione dove il cuore ricomincia a battere i suoi tempi emotivi. Il film di Louis Nero evoca la funzione sacra, rituale della rappresentazione, così da restituirla al cinema.
Louis Nero, il regista
Jetsun Milarepa vissuto tra l’XI e il XII secolo, noto per l’ascesi mistica di trasformazione interiore, fu mago, poeta, eremita e maestro del buddhismo tibetano. È stato un illuminato della religione tibetana; la sua memoria è ancora viva nel Tibet come fosse di una personalità da poco scomparsa. Liliana Cavani nel 1974 presentò un film omonimo, molto apprezzato ma purtroppo dimenticato. Nel film di Louis Nero si respirano le forze misteriche dell’antica religione Bön che portarono all’evangelo del buddhismo tibetano con la Vita di Milarepa, trascritta dalla viva voce del maestro dal suo seguace, il discepolo Rechung. È l’autentica storia di Milarepa, fino alla morte. Nato da una ricca famiglia di contadini che, alla scomparsa prematura del padre, viene gettata nella più nera miseria dalla rapacità dei parenti, Milarepa entra in rapporto con la divinità per la via più torbida e brutale: la madre lo istiga a imparare la magia nera per compiere vendetta contro chi li ha derubati dei loro beni. Così, Milarepa comincia a praticare la magia, distruggendo i suoi nemici e terrorizzando il paese. Ma proprio nel trionfo della vendetta gli si rivela la malignità dei suoi poteri. Milarepa va allora alla ricerca di un maestro che lo sottragga alla catena delle colpe e lo conduca verso la liberazione.
Harvey Keitel
Sua guida predestinata sarà Marpa il Traduttore, una grande figura della tradizione tibetana. Sublime e rude, santo simulatore, con una meravigliosa finzione di crudeltà e incomprensione Marpa riesce a mettere alla prova più radicale l’allievo, lo stringe in un cunicolo cieco da cui soltanto una fede inesauribile riesce a liberarlo.
F. Murray Abram
Ormai, finalmente risvegliato, Milarepa può cominciare la sua lunga meditazione solitaria. Immobile in luoghi deserti, egli procede grado per grado, attraverso prove maceranti, fino alla conoscenza suprema, acquistandosi i miracolosi poteri dell’illuminato. Come spoglie di cui si liberi, egli ci abbandona via via le stupende strofe dei suoi canti, che stanno a pari, per la loro impassibile lucidità, con i più grandi testi religiosi. Infine, ormai vecchio, vittima consapevole del veleno propinatogli da un invidioso rivale, ai discepoli che lo sollecitano perché voglia guarirsi facendo uso dei propri poteri magici, risponde: Il mio male è un ornamento. E dopo aver dimostrato di poter allontanare questo male al di fuori di sé, liberandosene, decide invece di accettarlo e morirne, perché il tempo è venuto.
Franco Nero
È una elaborazione cinematografica fantascientifica dell’universo tibetano, entro cui si svolge la storia di Milarepa, una costruzione elaboratissima e rigorosa come sa fare nel dirigere il proprio film Louis Nero, dove la magia è fondamento di tutto.
Da ogni parte siamo circondati dalla viva presenza di infinite schiere di dèmoni, tentatori multiformi, che il sortilegio può imbrigliare o scatenare: su questo contesto si distacca la figura di Milarepa, il quale, dopo aver esercitato la magia come bruto potere, arriva a inglobarla in una esperienza che tocca il punto supremo dell’illuminazione e che sarà fondamento di una concezione religiosa più intimamente vissuta, di nuovi, più ricchi valori morali.
MILAREPA di Louis Nero è un film con F. Murray Abraham, Harvey Keitel, Franco Nero, Angela Molina, Isabelle Allen.
Genere: Avventura, Drammatico, Spiritualità, Fantascienza, – Italia, 2025, durata 100 minuti.
Uscita a Roma nel cinema Aquila, giovedì 19 giugno 2025 distribuito da L’Altrofilm, PFA Films.
Milarepa è la nuova opera cinematografica, tanto attesa, di Louis Nero che prosegue la sua ricerca di un cinema filosofico, spirituale, archetipico. Come dichiarato dallo stesso regista italiano di Golem (2000), Hans (2005), La rabbia (2007), Rasputin (2011), questo suo ultimo lavoro è una rivisitazione del genere fantascientifico in cui dopo il fallimento della tecnologia, l’essere umano torna ad essere al centro della storia, opponendosi simbolicamente all’effimero delle cose materiali.
La stessa parabola esistenziale viene compiuta dalla protagonista del film Mila, che qui è una ragazza derubata dell’eredità paterna dagli zii, in un’isola del Mediterraneo senza tempo, sospesa tra passato e futuro.
Isabelle Allen
Decisa a vendicare il padre ucciso dai familiari, Mila viene spinta dalla madre a viaggiare lontano per imparare le arti magiche necessarie al suo scopo. Quando la vendetta sarà compiuta dopo lunghe peripezie, Mila si sentirà però in colpa e vorrà recarsi dal guru Marpa per espiare le proprie azioni e ritrovare la serenità perduta da tempo.
Louis Nero si avvale di un cast impreziosito da volti internazionali e mostri sacri, da Harvey Keitel a F. Murray Abraham, da Ángela Molina a Franco Nero, e ognuno di loro accompagna la protagonista Mila, interpretata dalla giovane Isabelle Allen, che aveva esordito in Les Misérables (2012) nel ruolo di Cosette bambina, incarnandone un frammento di coscienza di volta in volta.
F. Murray Abraham, è semplicemente Murray Abraham dove la F è solo un piccolo vezzo artistico e non sottintende alcun nome. È nato a Pittsburgh in Pennsylvania, il 24 ottobre 1939.
È un attore di grande prestigio ed ha ricoperto molti ruoli, sia come protagonista che come non protagonista, in film come Serpico (1973), Tutti gli uomini del presidente (1976), Scarface (1983) diretto da Brian De Palma. Subito dopo viene diretto da Giuliano Montaldo nella mini-serie Marco Polo, ma soprattutto da Milos Forman in Amadeus: la sua celebratissima interpretazione di Antonio Salieri, antagonista del genio Mozart, gli vale nel 1985 il premio Oscar come miglior attore protagonista. Il nome della rosa (1986), Last Action Hero – L’ultimo grande eroe (1993), Star Trek – L’insurrezione (1998), Scoprendo Forrester (2000), A proposito di Davis (2013) e Grand Budapest Hotel (2014). Inoltre è stato un membro del cast principale, tra la terza e la sesta stagione, della serie televisiva Homeland – Caccia alla spia.
Giuseppe Lorin