Il due settembre 2025 al Lido sono protagonisti i film di Jim Jarmusch (Father Mother Sister Brother) – opera con cui il regista si riconferma un maestro del minimalismo espressivo – e di Daniele Vicari (“Ammazzare stanca. Biografia di un assassino”) – una storia esilarante tratta da un giallo che si tinge di rosa e di rosso nella sua versione cinematografica. Il film di Vicari si annovera fra le opere di “Venezia Spotlight”.
Altre novità significative sono “Marc by Sofia” di Sofia Coppola con Marc Jacobs. La figlia di Francis Ford Coppola e Marc Jacobs hanno un passato nella moda in comune. Mentre Sofia si affermava con il marchio “X Girl”, Jacobs lanciava la collezione grunge. La narrazione ruota attorno queste loro similitudini caratteriali ed estetiche.
Sofia Coppola è fuori concorso insieme a “Portobello” di Marco Bellocchio, “Kim Novak’s Vertigo” di Alexander O.Philippe, “I diari di Angela. Noi due cineasti” di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi e “Remake” di Ross McElwee.
È fuori concorso anche “In the Hand of Dante” del regista a cui quest’anno si consegna il “Premio Cartier Glory to the Filmmaker- – Julian Schnabel, “Dead Man’s Wire” di Gus Van Sant e “”Boomerang Atomic” di Rachid Bouchareb. Un italiano fuori concorso è Franco Maresco con il film “Goffredo Felicissimo?”
In concorso “A House of Dynamyte” di Kathryn Bigelow, “L’etranger” tratto da Allbert Camus di Francois Ozon e “The Testament of Ann Lee” di Mona Fastvold.
La Giornata degli autori propone “Anoche conquiste’ Tebas” (“Di sera conquistai Tebe”) di Gabriel Azorin, “Vainilla” di M. Hermosillo e “Inside Amir” di Amir Azizi.
La Settimana internazionale della critica sceglie e proietta “Straight Circle” di Hudson, “Festa in famiglia” di Nadir Taji, “Cotton Queen” di Susannah Mirghani, “Arca” di Lorenzo Quagliozzi, “Roquia” di Yanis Koussim che rende palese l’idea che a fomentare il fondamentalismo non è l’islam, ma le sue errate interpretazioni da parte degli estremisti. La proiezione di quest’ultimo film è abbinata alla visione di “Sante” di Valeria Gaudieri in cui si fa il punto degli scompensi dell’educazione cattolica bigotta ancora oggi presente negli ambienti scolastici ecclesiastici.
Fra i classici “Venice Classics” vengono rispolverati gli indimenticabili “Roma ore undici” di Giuseppe De Santis, “The Ozu Diaries” di Daniel Raim e “Matador” di Pedro Almodovar con il giovane Antonio Banderas. Almodovar è qui una fusione originale di eros e thanatos ambientata in una Spagna degli anni ottanta, a detta del regista, “spaccata in due fra gli incapaci e gli intolleranti”. Un film in più citato fra i classici è quello di Michael Kosakowski, “Holofiction” che rappresenta un montaggio di immagini – fisse e non – di tutto ciò che è stato girato nel mondo sul tema dell’olocausto dagli anni quaranta del Novecento fino ad oggi. La sequenza di queste immagini è abbinata alle musiche altrettanto efficaci per denunciare il male ed impedirgli di ripetersi.
La categoria “Orizzonti” propone “The Song of Forgotten Trees” di Anuparna Roy che narra le amicizie e gli amori in un contesto dell’estrema povertà che, se non preclude i sentimenti, li adombra e sopisce, “Barrio Triste” di Stills, “Hiedra” di Ana Cristina Bartagan, “Human Resources” di Nawapol Thamrongrattanarit.
Ci sono anche serie televisive proposte al pubblico come “Etty” di Haggai Levi.
Domani, il 3 settembre, si prevede la Giornata ucraina della Mostra, e, come ad anticiparla, viene proiettato un film con la partecipazione del pugile ucraino campione del mondo Olexander Usyk. Si tratta della pellicola “Smashing Machine” che narra le sorti dei pugili pionieri del freestyle nel pugilato Mark Coleman e Mark Kerr.
Il tre settembre si terrà al Lido la masterclass di Kim Novak a cui verrà consegnato il Leone d’oro alla carriera
Olga Matsyna


















