ufficialmente iniziata la 20ª edizione della Festa del Cinema di Roma: il red carpet dell’Auditorium Parco della Musica si è illuminato per la cerimonia di inaugurazione, accogliendo registi, attori, autori e protagonisti del panorama cinematografico italiano e internazionale.
A dare il via alla Festa è stato La vita va così, il nuovo film di Riccardo Milani, che ha aperto la manifestazione con una storia intensa e profondamente radicata nella realtà del nostro Paese. Nel cast, Virginia Raffaele, Diego Abatantuono, Aldo Baglio, Giuseppe Ignazio Loi e Geppi Cucciari, protagonisti di una commedia corale che parla di identità, tradizione e cambiamento.
Ambientato alla soglia del nuovo millennio, su una costa incontaminata del sud della Sardegna, il film racconta la vicenda di Efisio Mulas, pastore solitario e custode di un tempo che sembra non esistere più. Quando un imprenditore, Giacomo, decide di trasformare quelle terre in un resort di lusso, Efisio si oppone con tutte le sue forze, difendendo la sua identità e la memoria del territorio.
Accanto a lui, Mariano, capo cantiere che tenta di convincerlo a cedere, e Francesca, la figlia, divisa tra l’attaccamento alle radici e il desiderio di cambiamento. Quando la disputa finisce in tribunale, sarà Giovanna, giudice originaria di quei luoghi.
Nota sul film
Ispirata a una storia vera, La vita va così è una commedia corale sull’importanza dell’identità e sul bisogno di lavoro, dove tradizione e modernità si incontrano e si scontrano tra culture, dialetti e caratteri diversi.
Note di regia
“La vita va così non è solo la storia di un uomo che ha avuto il coraggio di dire di no,” racconta Riccardo Milani. “È la storia, ispirata a una vicenda reale, di una comunità del nostro Paese stretta tra la necessità del lavoro e il rispetto per il territorio. In storie come questa cerco l’umanità che è rimasta nascosta in ognuno di noi. Virginia, Diego, Aldo e Geppi hanno camminato con me in questo progetto, e noi tutti abbiamo camminato con Ignazio Loi, un sardo di 84 anni con la purezza di un bambino e la saggezza del pastore che è stato per settant’anni.”
Il regista ha voluto dedicare il film “a Gigi Riva, uno dei buoni maestri” che ha avuto la fortuna di incontrare nella sua vita.
Un inizio carico di emozione
Con questa apertura, la Festa del Cinema di Roma celebra non solo il cinema italiano contemporaneo, ma anche le sue radici più autentiche — quelle che parlano di umanità, coraggio e appartenenza.
La ventesima edizione promette un viaggio tra emozioni, storie e grandi protagonisti, in una Roma che ancora una volta si fa capitale della settima arte.
Anna Rita Santoro e Ubaldo Santoro



















