20ª edizione della Festa del Cinema di Roma, Luc Besson è tornato a sorprendere pubblico e critica presentando “Dracula: A Love Tale”, il suo nuovo progetto cinematografico dedicato al vampiro più celebre della storia. Ma dimenticate le immagini del mostro sanguinario o dell’incarnazione del male: per Besson, Dracula è prima di tutto una storia d’amore.
Durante la conferenza stampa, il regista francese ha dichiarato senza esitazioni:
«Non amo Dracula, mi dispiace. Ma mi interessano le storie d’amore e questa è la storia di un uomo innamorato da 400 anni.»
Un Dracula diverso: romantico, ossessivo, immortale Interpretato da Caleb Landry Jones, questo nuovo Dracula è lontano sia dall’orrore gotico di Bram Stoker sia dalla malinconia decadentista del film di Francis Ford Coppola. Besson lo definisce un’esteta, un viaggiatore dell’anima, un flâneur che attraversa i secoli e le città in una ricerca disperata e ossessiva: ritrovare la donna amata e perduta.
La storia parte dalla Transilvania del XV secolo, quando il principe Vlad, devastato dalla morte della sua amata, maledice Dio e viene condannato all’eternità come vampiro. Da allora vaga nel tempo inseguendo un’unica speranza: riconquistare l’amore sottrattogli dal destino.
Dalla Londra vittoriana a Parigi: un viaggio nell’arte e nella passione Luc Besson ha scelto di trasportare Dracula nella Parigi della Belle Époque, abbandonando le atmosfere cupe della Londra industriale del romanzo originale. Una scelta precisa: dare centralità all’amore, all’arte e all’estetismo. Il suo Dracula è attratto dalla bellezza, dalla musica, dalla poesia – un immortale che conserva memoria del passato e sensibilità fuori dal tempo.
«Non mi interessava l’orrore», ha raccontato Besson. «Mi interessava il cuore di questo personaggio: un uomo capace di aspettare 400 anni pur di rivedere la donna che ama».
Caleb Landry Jones: un Dracula umano
L’interpretazione di Caleb Landry Jones si preannuncia intensa, complessa e anticonvenzionale. Il suo Dracula è fragile e feroce allo stesso tempo, un uomo dilaniato dalla colpa e dalla nostalgia, più vittima che mostro. Non un Nosferatu deformato dall’oscurità, ma un’anima tormentata che rifiuta la propria natura maledetta.
Un nuovo mito romantico
“Dracula: A Love Tale” si presenta come un film che reinventa il mito senza tradirne l’essenza più profonda: la lotta eterna tra amore e morte, destino e redenzione. Un racconto epico e intimo al tempo stesso, firmato da un regista che torna a confrontarsi con personaggi estremi e visionari.
Se il pubblico accetterà questa nuova incarnazione di Dracula – elegante, poetica e romantica – lo scopriremo presto. Una cosa però è già chiara: Luc Besson ha riportato il vampiro più celebre della storia al suo cuore pulsante: l’amore.
Anna Rita Santoro e Ubaldo Santoro




















