Il 5 aprile scorso, nella bella cornice della storica libreria “Eli” di Roma, si è tenuta la presentazione del mio libro “Tu sei un intero oceano in una goccia – Rompi le pareti della tua prigione”.
Nella mia vita ho scritto molto, ma sempre in ambito professionale; quindi, non mi sono mai considerato uno scrittore. In tanti mi avevano proposto di scrivere una biografia, ma ho sempre rifiutato: non mi interessava realizzare un’opera che potesse sembrare auto-celebrativa.
Ho invece preferito lasciarmi guidare da quello spirito di servizio che ha animato tutta la mia carriera e che mi ha spinto a rischiare anche la pelle per la nostra amata Italia. Il militare, del resto, deve essere pronto anche a immolare la propria vita per il bene altrui, ossia a offrirsi nella più alta forma di generosità.
È da questo spirito che è nato il libro. Ho sentito il dovere di condividere riflessioni e insegnamenti maturati nel corso di una vita intensa e avventurosa, fatta di gioie e dolori, vittorie e sconfitte. Perché, in fondo, questa è la nostra esistenza: un susseguirsi di onde con alti e bassi, che ci forgiano e ci portano lontano.
Con la stessa convinzione, ho scelto di non trarre alcun profitto dalle vendite del libro, devolvendo ogni ricavo (al netto di tasse e spese) a MITOCON OdV. Credo profondamente che fare del bene ci faccia stare bene. Perché noi non siamo ciò che teniamo egoisticamente per noi stessi, ma siamo ciò che doniamo agli altri.
L’incontro è stato moderato con grande sensibilità e maestria dal giornalista Paolo Pagliaro, che ha aperto la serata con una nota di colore: ha ricordato il soprannome “Pitbull” che mi hanno dato i miei uomini, sottolineando come l’energia, la lealtà e il coraggio di quella razza emergano dalle pagine del libro.
Ha poi sottolineato che “questo libro non celebra l’autore, come ci si poteva attendere, ma racconta il mondo che l’autore ha conosciuto e in parte contribuito a plasmare, rendendoci partecipi di una quotidianità tenace e talvolta avventurosa, senza tacere difficoltà e delusioni ma in buona sostanza spiegando cosa significa esercitare con disciplina, onore e onestà intellettuale il difficile mestiere del militare”.
Dopo aver ricordato che il libro ha ricevuto il Premio Speciale BOOKS for PEACE 2025, mi ha rivolto la prima domanda. Ho risposto che il messaggio di pace comincia proprio dalla copertina: il titolo “Tu sei un intero oceano in una goccia” invita a comprendere che non siamo semplici gocce nell’Oceano, ma gocce che racchiudono in sé l’intero Oceano.
Quindi in tutti noi vi è un Oceano che ci accomuna e ognuno di noi, specchiandosi nell’altro, potrebbe scoprire tesori nascosti che gli appartengono. Pertanto non hanno ragione di esistere le differenze, le discriminazioni, le violenze, le guerre e molti altri orrori tipici della nostra (in)civiltà.
L’Oceano simboleggia la parte soprannaturale dell’Universo, l’interiorità dell’Universo, il “Tutto” della fisica quantistica che, nella sua interezza, è presente in ciascuno di noi, nella nostra goccia. L’Oceano è quindi anche la grandezza che è dentro di noi, perché noi siamo molto più belli, molto più bravi, molto più capaci e molto più amorevoli di quello che pensiamo di essere.
Ma i veri grandi sono coloro che sanno farsi così piccoli da annullarsi in questo Oceano, diventando portavoce della sua immensità, come hanno sempre fatto i geni, i mistici, i visionari, i profeti e i veri artisti, emissari di un Tutto in piena armonia.
Se tutti noi iniziassimo a vivere in sintonia con quell’Oceano, potremmo davvero costruire un mondo più armonioso e interconnesso, in pace con sé stesso.
Il libro invita a ricercare questo Oceano, a intraprendere un viaggio interiore per trovare la propria anima, che non è altro che la goccia che di fatto localizza in noi l’intero Oceano. E poi, quando si trova la propria anima, si riesce a vedere anche quelle degli altri, e fra anime non può che esserci rispetto e amore.
Il momento più emozionante è quando ho raccontato della mia esperienza extra-corporea vissuta durante una grave emergenza in volo, mentre ero da solo ai comandi del mio jet Harrier, agli inizi degli anni ‘90. Improvvisamente e inspiegabilmente mi trovai alle spalle di me stesso, fuori dal mio corpo. Vedevo chiaramente, davanti a me, la parte posteriore del mio casco e le mie spalle imbragate nel seggiolino eiettabile. Sentivo di appartenere a una dimensione superiore che mi faceva guardare in modo lucido e distaccato ciò che stava accadendo, come se davanti a me ci fosse un’altra persona.
Quando compresi perfettamente cosa dovevo fare per riportare l’aereo alla base, piombai nuovamente nelle mie “spoglie”. Ero tranquillo e sereno e accadde ciò che fuori da me stesso avevo visualizzato, così rientrai felicemente alla base fra la sorpresa di tutti.
Fu un momento davvero speciale che tuttavia non ero riuscito a comprendere e quindi non ne parlai con nessuno. Avevo bisogno di capire, anche perché non volevo passare per pazzo e magari compromettere così la mia idoneità al volo. Non ne parlai nemmeno un paio di anni fa, quando feci un video su YouTube in cui raccontai come avevo gestito quella drammatica emergenza.
Solo recentemente la meccanica/fisica/filosofia quantistica mi hanno dato la chiave di lettura e mi hanno fatto comprendere l’importanza del significato di quell’esperienza.
Da quel momento la mia vita è cambiata, perché ho avuto evidenza diretta della nostra reale essenza, del nostro essere.
Ho compreso che esistevo anche fuori dal materiale involucro del mio corpo, perché ero io che vedevo il mio corpo davanti a me e non il contrario. La mia coscienza non aveva bisogno del mio cervello, che era davanti a me sotto il casco da volo. La mia coscienza, liberatasi dalla mia carcassa, non era mai stata così potente. Mi sentivo onnipotente perché la mia goccia era uscita dal mio corpo e si era tuffata in quello stesso Oceano che essa conteneva, in quell’Oceano capace di esercitare il libero arbitrio, facendo collassare la funzione d’onda che mi avrebbe portato alla salvezza.
La meccanica/fisica quantistica non è facile da spiegare perché il linguaggio è uno strumento decisamente inadeguato. Si tratta di comprenderla o meglio di sentirla con la nostra coscienza. Esperienze dirette, come quella che ho vissuto e che auguro a tutti di provare, sono invece in grado di spalancare le porte della comprensione.
È così che ho avuto la conferma dell’esistenza di un campo quantico che rappresenta l’interiorità dell’Universo, ossia la sua parte soprannaturale, che è in piena coesione e armonia con tutto ciò che esiste e che nel mio libro descrivo come un Oceano.
Noi non siamo dei robot in carne e ossa, anche se la società ci vuole così per poterci manipolare e sfruttare, oltre a volerci progressivamente sostituire man mano che i veri robot diventano sempre più bravi dei robot umani. Noi siamo molto più di un robot proprio grazie al fatto che abbiamo una coscienza e la capacità di libero arbitrio, peculiarità che appartengono allo spirito e non alla materia. Noi siamo campi quantistici con il fardello del corpo e ci interfacciamo in una dimensione in cui vige l’indeterminismo. Il mondo dei robot è invece quello noioso del determinismo, in cui sguazza la materia con le sue leggi newtoniane.
Scopriamo, preserviamo e valorizziamo dunque la nostra ricchezza spirituale, perché rappresenta la nostra vera essenza, il nostro essere, la nostra immortalità. In essa è racchiuso il futuro dell’Umanità.
È così che è iniziato il mio risveglio.
La calorosa partecipazione all’evento, che ha visto la presenza di un centinaio persone, è stata per me una grande conferma: il mio sforzo non è stato vano. Ho percepito una profonda sete di risveglio, un desiderio autentico di consapevolezza.
Tutto questo ha trasformato la serata in un vero oceano di emozioni, condiviso da me e da tutti i presenti, fra cui l’amico Robert Von Sachsen Bellony, che di sua iniziativa si è prodigato generosamente per promuovere l’evento. Il libro è dedicato a tutte le persone che hanno saputo volermi bene senza aspettarsi nulla in cambio e per questo è dedicato anche a lui.