Quando due genitori si separano e per amore dei propri figli riescono a gestire la separazione ed un divorzio con il buon senso, pensando esclusivamente all’interesse dei propri figli, senza utilizzarli per colpire l’altro genitore, allora il “sistema” degli allontanamenti, degli affidi illeciti non si alimenterebbe; non si innesca, quindi, quel modus operandi ben strutturato che porta, dopo anni ed anni di pene, dolori, tormenti, disperazioni, sofferenze all’allontanamento dei figli, specialmente dalle mamme.
Femminicidi ed allontanamenti dei figli sono ben collegati, per cui non “conviene” fermare il violento ed impedire i noti femminicidi ogni due giorni. Perchè?
Il padre violento è necessario a quella parte delle Istituzioni (deve essere sempre chiaro che si parla sempre di una parte della magistratura) perché altrimenti non inizierebbe e non continuerebbe ad alimentarsi quel processo ben strutturato nel quale il tribunale penale e tribunale civile sono in perfetto accordo. Se il padre/uomo violento venisse fermato immediatamente in ambito penale dai PM della Procura della Repubblica, anche sulla base delle denunce in codice rosso (moltissime sono le prove che vengono depositate dalla donne) il violento e pericoloso per mamma e figlio non proporrebbe in ambito civile, nella richiesta di separazione, modifica delle condizioni di separazione, nel divorzio quelle richieste maltrattanti, aggressive, punitive, violente (come pure la richiesta di collocare il proprio figlio in una casa famiglia) e quant’altro; quindi questo significa non attivare le nomine di tutte quelle figure istituzionali che percepiscono lauti guadagni, come pure i responsabili della case famiglia non otterrebbero i pagamenti delle rette da 100 a 400 euro al giorno per ogni bambino.
Un genitore responsabile, di buon senso, che non ha disturbi della personalità, del pensiero, narcisista patologico, non chiederebbe mai il collocamento in casa famiglia del proprio figlio pur di annientare l’ex partner, quindi il sistema degli affidi illeciti, degli allontanamenti illegittimi dei figli dei genitori necessita per forza del genitore violento, in particolare del padre.
Vorrei precisare che questo articolo viene scritto per sottolineare alcuni aspetti che riguardano le donne, come pure i femminicidi, ma è altrettanto oggettivo che i figli non devono essere allontanati né dalle madri e né dai padri senza alcun motivo. Ed è altrettanto oggettivo che la violenza non deve essere perpetrata né dalla donna e nè dall’’uomo.
Sembra di capire che quando il padre violento, lasciato dalla compagna/moglie, cerca una vendetta e non riesce ad assassinare la propria moglie con numerose coltellate, come accade ormai una volta ogni due giorni, “ uccide” la moglie/ex compagna in vita, semplicemente allontanandole i propri figli. E’ questo è un altro femminicidio in vita.
E come fa ad ottenere tutto questo? Semplice!
Il genitore violento ha bisogno delle Istituzioni (si precisa, solo di una parte), quella stessa parte delle istituzioni ha bisogno del genitore violento (con evidenti disturbi della personalità) che alcune volte rimane intrappolato nel “sistema”. Anche se per qualche motivo, dopo anni anni di lotte e guerre disumane, il violento rinsavisse (molto difficile!) o si rendesse conto che non riesce più a gestire ciò che ha messo in piedi, come pure comprenda che questa lotta contro l’ex moglie annienta l’intera esistenza del proprio figlio e volesse accettare una conciliazione, oppure volesse risolvere contenziosi civili e penali, se non sono le istituzioni a deciderlo, lui non può far altro che ubbidire. Ovviamente non è una giustificazione per il genitore violento, ma sembra faccia parte del sistema. Questo tra l’altro fa sì che l’uomo violento si scateni ancora di più contro la ex moglie e i figli perché come da patologico narcisista, con evidenti disturbi della personalità, addebita agli altri i propri errori, mai una mea culpa.
In sostanza il genitore violento deve “ubbidire” a quanto viene richiesto dalle figure istituzionali (tutore, curatore speciale, educatore, servizi sociali, magistrati, avvocati, psicologhe forensi, etc) anche perché altrimenti con tutte le denunce penali in corso e soprattutto le prove delle violenze efferate commesse nei confronti di mamme e figlio, rischierebbe la galera. Quindi o fai quello che ti si dice, oppure ti spedisco in galera!
Nel frattempo quando viene detto che il civile e il penale non dialogano, viene commesso un errore, atteso che oggettivamente si utilizzano (depositano) le decisioni civili ossia la sospensione, la revoca della responsabilità genitoriale di un genitore, l’allontanamento del minore, per archiviare le denunce penali piene di reati sulla base di sentenze ed ordinanze civili. E’ ovvio che anche in caso di sospensione e/o decadenza della responsabilità genitoriale, non dovrebbe essere consentita l’archiviazione di denunce penali nelle quali vengono depositate prove della perpetrata violenza. Alla stessa maniera in ambito civile vengono depositate tutte le archiviazioni delle denunce delle donne contro gli uomini violenti per destabilizzare, diffamare, ritenendo le denunce infondate, per cui le donne si sarebbero inventate tutto. Giova considerare anche che una archiviazione non è una fonte probatoria.
Poi, c’è da aggiungere anche che vengono affidati i figli a genitori condannati per violenze o arrestati, ma poi si allontanano figli dalle mamme già vittime di violenze, considerate troppo affettive nei confronti dei propri figli.
E, quindi, come se ne esce?
Di Giada Giunti
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