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Antonella Baiocchi: la violenza nelle coppie lesbiche conferma che la violenza non ha sesso.

L.M.B. by L.M.B.
26 Maggio 2025
in Cronaca, Interviste, Sociale
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Antonella Baiocchi: la violenza nelle coppie lesbiche conferma che la violenza non ha sesso.
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Il suicidio/omicidio della coppia di donne a Napoli: il parere dell’esperta in criminologia Antonella Baiocchi.

A proposito dell’omicidio/suicidio di Napoli, avvenuto all’interno di una relazione lesbica (Daniela Strazzullo la vittima e Ilaria Capezzuto la carnefice, poi suicida) pubblichiamo il commento della psicoterapeuta esperta in criminologia, Antonella Baiocchi, divenuta un punto di riferimento Nazionale sul tema della violenza, quando, dal 2016 al 2021 nel ruolo di Assessore alle Pari Opportunità del Comune di San Benedetto del Tronto, iniziò un coraggioso contrasto della attuale concezione Unidirezionale della Violenza (Uomini considerati a priori carnefici e le donne a priori vittime) oggi imposta e pretesa dal politicamente corretto, denunciandola come una  “gravissima falla dell’attuale Cultura della Violenza”.
L’esplicita denuncia da parte di amministratore pubblico (è stato il primo e forse ancora l’unico che per la prima volta indifferente alle conseguenze cui andava incontro, si è permesso di contrastare il politicamente corretto), fece scalpore, spalancando un Vaso di Pandora che da allora non si è più fermato e che sta stravolgendo sempre più la concezione Unidirezionale della violenza a favore della Bidirezionale: cioè che la violenza non va legata al sesso ma che carnefici e vittime possono essere persone di qualsiasi genere.
Il valore aggiunto della Baiocchi risiede anche nel fatto che ella fornisce una innovativa spiegazione “psicologica-scientifica” dei meccanismi alla base dei comportamenti violenti, riportata nei saggi “La violenza non ha sesso” e “Abusi sui Minori: il devastante ruolo dell’Analfabetismo Psicologico e del mancato riconoscimento della Bidirezionalità della violenza” (entrambi editi dalla Alpes Italia Editori, il primo nel 2019 e l’altro nel 2025).

A questo proposito pubblichiamo la sua prospettiva illuminante, che ridefinendo l’origine della violenza e il significato del “Patriarcato”, è potenzialmente capace di riconciliare uomini e donne.

“Quello delle coppie lesbiche, è l’ambito che più di ogni altro ha la capacità di sgretolare la tesi dell’uomo solo carnefice e della donna solo vittima. Se la violenza fosse davvero prerogativa del Genere maschile e l’amore e l’umiltà prerogativa del Genere femminile, starebbe a significare

  • che le coppie gay (costituite da due uomini) dovrebbero essere la dimora del male (entrambi i partner dovrebbero riservarsi spietata violenza)
  • e che le coppie lesbiche (costituite da due donne) dovrebbero essere, invece, il talamo dell’Amore immacolato.

Sembra incredibile, ma non sono pochi coloro che condividono le scellerate deduzioni che ho appena ipotizzato. Per fortuna, nella comunità LGBT (notoriamente molto coesa, attrezzata e facoltosa), al contrario di quanto accade nella comunità maschile, esistono innumerevoli studi e ricerche scientifiche volte a rilevare la violenza domestica ed affettiva nelle coppie omosessuali, le quali hanno inequivocabilmente messo in luce che la violenza nelle coppie lesbiche, è la medesima che nelle coppie etero e viene agita per le medesime motivazioni solitamente attribuite all’uomo (gelosia, vendetta, controllo, possesso, dipendenza affettiva, etc.), confermando che la violenza non ha Genere ed è Bidirezionale (violenti possono essere sia gli uomini sia le donne, vittime possono essere sia le donne sia gli uomini).
E’ necessario capire, infatti, che il Killer da combattere non è il Maschio, ma “l’Analfabetismo Psicologico e Relazionale”, di cui sono affetti sia i maschi che le femmine, che in sintesi significa “gestire il delicatissimo Ambito Relazionale affidandosi a mappe tossiche che impediscono di raggiungere gli obiettivi d’Amore e Rispetto che tutti abbiamo nel cuore“.
L’Analfabetismo innesca una sequenza tossica che induce a comportamenti violenti e “trasforma l’incontro con l’altro in uno scontro”.
Di seguito una sintesi della tossica sequenza:

  1. L’Analfabetismo Psicologico non permette di dare valore alla diversità, all’opinabile, al relativo e induce ad illudersi di sapere ove sia la Verità Assoluta, il modello considerato giusto, vero, normale.
  2. Negli ambiti in cui ci si crede possessori di Verità Assoluta (“Ho ragione io, io so cosa è giusto e normale”), si è indotti a discriminare, cioè a ritenere sbagliato, di non valore, errato, ciò che non è conforme al modello considerato giusto, vero, normale.
  3. Ove si discrimina non si realizza il reciproco rispetto: chi è discriminato ha alte probabilità di diventare oggetto di disparità di diritti, prevaricazione e violenza. L’interlocutore discriminato (percepito divergente dalle aspettative erroneamente credute giuste, vere, normali), non ha possibilità di inclusione e rispetto: se non riesce a conformarsi, per lui/lei scatta la condanna, il rifiuto, l’isolamento, l’abbandono. In certi casi, il discriminato può essere ritenuto indegno di esistere ed essere  quindi esposto all’omicidio: eventualità particolarmente evidente nelle dittature e negli stermini che hanno insanguinato la storia, (ad esempio, per citare i più popolari: gli ebrei discriminati dai nazisti; le persone di colore uccise dal Kus Kus Klan; le migliaia di vittime uccise in nome della fede; etc.) ma anche notoriamente presente nelle ordinarie relazioni affettive.
  4. Ovunque si discrimina, è presente quella che da tempo ho definito “Gestione Dicotomica delle Divergenze”: una tossica Mappa Mentale che induce a gestire le divergenze con una modalità  assolutistica (tutto o niente, bianco o nero, cento o zero, vero o falso), senza possibilità di vie di mezzo, che prevede come unica soluzione possibile della divergenza, la supremazia di un polo/interlocutore sull’altro (una modalità, per l’appunto, dicotomica): necessariamente l’interlocutore che si trova in una posizione di Potere (economico, fisico, di ruolo, psicologico, legale) tenderà a prevaricare l’interlocutore che si trova in situazione di Vulnerabilità.
  5. La grande maggioranza di vittime di violenza e abusi (dentro e fuori le mura domestiche) è legata da un medesimo filo rosso: sono persone che si sono trovate in situazione di Vulnerabilità, a divergere o ad essere di ostacolo agli obiettivi di interlocutori in posizione di Potere (ed affetti da Analfabetismo Psicologico, perché chi è Alfabetizzato ha mappe mentali “sane” che lo inducono ad affermarsi senza prevaricare, nonostante venga a trovarsi nella posizione di poterlo fare). Per meglio definire il concetto appena espresso, ho proposto il neologismo Debolicidio: “violenza agita su una qualsiasi categoria di esseri viventi in posizione di Vulnerabilità/Debolezza, da parte di uno o più interlocutori divergenti (Analfabeti Psicologici) in posizione di Potere. (immagine allegata).

A Proposito del Patriarcato, per secoli, in posizione di Potere è stato posizionato il Genere uomo, il quale (affetto da Analfabetismo Psicologico-Relazionale) ha discriminato e sottomesso chiunque divergesse da ciò che egli considerava Verità, giusto, normale: le donne, certo, considerate inferiori e sbagliate rispetto al modello maschile. Ma non solo le donne! Per secoli, gli uomini in posizione di Potere hanno discriminato e sottomesso anche centinaia di migliaia di uomini divergenti dal modello ritenuto Verità di chi era al Potere: uomini malati, disabili, stranieri, anziani, di intralcio al perseguimento di una eredità o di un titolo nobiliare, di diversa razza, religione, orientamento sessuale e politico.
Oggi che la donna è meno sottomessa di un tempo ed ha quindi più occasione di venirsi a trovare in una posizione di Potere (in qualsiasi ambito, affettivo, amicale, lavorativo), è sotto gli occhi di tutti che anch’essa (affetta dall’Analfabetismo Psicologico) così come l’uomo fa da millenni, gestisce “le divergenze” prevaricando e agendo violenza verso uomini, donne e minori!
Per debellare il Patriarcato e la violenza che insanguina le relazioni (così come le forme di violenza denominate bullismo, razzismo, sessismo, antisemitismo, omolesbobitransfobia e chi più ne ha più ne metta), è quindi necessario smettere di fare la guerra al genere uomo ed aprirsi alla “matrice inclusiva della violenza” appena descritta: il nemico delle donne e di qualsiasi altra categoria di persone ad alto rischio di discriminazione, risiede nella tossica, mentalità prevaricatrice, dicotomica e discriminante (Analfabetismo Psicologico), cui l’ambiente, in primis quello familiare, continua a divulgare.
Continuare ad ignorare la prospettiva Bidirezionale espone a gravose conseguenze:

  • L’Italia continuerà a macchiarsi di una anticostituzionale discriminazione nei confronti degli uomini (e naturalmente anche i generi “diversi” dal femminile, del mondo lgbt) che subiscono violenza in ambito affettivo, per i quali non si spende un euro (i Centri Anti Violenza accolgono solo le donne, il 1522 accoglie solo centri di aiuto per donne, e moltissimo altro);
  • non si debellerà la violenza, perché si punta l’attenzione sul un punto non vitale del “mostro violenza” (il maschio ) mentre bisogna concentrarsi sull’”Analfabetismo Psicologico delle “persone” di qualsiasi sesso esse siano;
  • continuerà l’accanimento giudiziario verso gli uomini (particolarmente visibile nelle separazioni) e un atteggiamento privilegiato verso le donne (il Codice Rosso si attiva immediatamente per le donne e quasi mai per gli uomini) che continuerà a creare “figli orfani di genitori in vita” (oggi generalmente il padre);
  • i Minori continueranno a rimanere esposti alla violenza assistita come confermano i Report 2021, 2022, 2023 e 2024 del Centro Anti Violenza OLTRE IL GENERE gestito solo con il supporto solidale dall’Associazione A.PRO.S.I.R. (www.laviolenzanonhasesso.it)

Uno Stato Equo e Non Discriminante dovrebbe quindi

  • aprirsi alla Bidirezionalità della violenza e alla “tutela personalizzata” di ogni categoria di persone “vulnerabile” che subisce violenza dentro e fuori l’ambiente domestico, indipendentemente dal genere
  • ed attivarsi per debellare la Povertà Educativa ed Emotiva (l’Analfabetismo Psicologico e Relazionale) educando in primis i genitori e coloro che educano i  minori, futuri adulti, i quali hanno la primaria responsabilità di perpetuare di generazione in generazione le tossiche mappe che comportano violenza relazionale.

A questo ultimo proposito, la dott.ssa Antonella supportata dall’associazione A.Pro.S.I.R, gira l’Italia gratuitamente per spiegare la innovativa matrice della violenza,  inclusiva di tutte le vittime.

Maggiori info su www.aprosir.it .

 

Tags: abusi sui minorianalfabetismo psicologicoantonella baiocchiaprosirBidirezionalità della violenzaCentri Anti ViolenzaCentri Antiviolenzadebolicidiodonne carneficidonne vittimeFestione dicotomica delle divergenzela violenza non ha sessolesbicheunidirezionalità della violenzauomini carneficiuomini vittimeviolenza
L.M.B.

L.M.B.

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